La differenziata sarà l’unica salvezza, ma Messina è pronta?

Anche la nuova settimana che inizia oggi a Palazzo Zanca vedrà l’attenzione concentrata su uno degli argomenti clou di questo ultimo periodo: la Tares. C’è ancora chi sostiene che era possibile rimanere alla vecchia Tarsu, chi dichiara guerra alla tassa sui rifiuti che è stata introdotta due settimane fa dall’Amministrazione Comunale e dal Consiglio. In questi giorni al voto dovrà andare il piano tariffario varato dall’Assessore al Bilancio Guido Signorino. Un piano che però non è ancora passato sotto la lente d’ingrandimento della I Commissione Bilancio e che non si sa ancora quando approderà in aula. La certezza è che il tempo stringe. La prima rata della Tares è stata fissata al 16 dicembre e senza l’approvazione delle tariffe non si potrà far nulla.

Parlando di Tares si è ricominciato a parlare in maniera seria di raccolta differenziata. Due concetti indivisibili perché solo differenziando si può risparmiare sul costo della gestione dei rifiuti che con la Tares ricade interamente sui cittadini. Messina è però una delle città italiane con la soglia più bassa di differenziata, negli ultimi anni non si è spinta oltre il 7%, e probabilmente non è neanche pronta per affrontare subito un cambiamento tanto radicale.

Per capire qual è il dato di partenza basti pensare che normalmente la città riesce a produrre tra le 500 e le 600 tonnellate al mese di differenziata su una produzione mensile di rifiuti di circa 9mila tonnellate. Da Messinambiente spiegano che per iniziare a parlare di risparmio la quantità al mese di differenziata dovrebbe attestarsi sulle 3mila tonnellate. In questo modo si ridurrebbe la mole di immondizia che la società porta in discarica, facendo così abbassare costi di discarica e trasporto che oggi ruotano intorno ai 10 milioni di euro annui.

Come fare? Ci sono le isole ecologiche di Spartà, Pace, Tremonti, Gavitelli Tremestieri e Pistunina dove ogni giorno dalle 7 alle 19 ogni cittadino può portare i suoi rifiuti già differenziati. Ci sono i normali cassonetti colorati per la differenziata che si trovano per strada anche se nel tempo si sono ridotti nettamente: dagli iniziali 360 per tipologia, oggi se ne contano 190. Un numero che non è sufficiente per coprire interamente la città. Per questo Messinambiente sta pensando di creare veri e propri ecopunti destinati ai residenti delle varie zone che in questo modo diventerebbero punto di riferimento per chi vuole differenziare e spesso non riesce a trovare i cassonetti bianchi, gialli e verdi. Queste semplici indicazioni però valgono sul piano generale. Cioè, se tutti domani iniziassero a differenziare si inizierebbe ad avere un riscontro nel calo del costo totale del servizio anche se per entrare a regime però ci vorrebbero almeno due o tre anni, spiegano ancora dalla società di via Dogali. Ma la Tares prevede sconti individuali su chi è virtuoso. Considerato che la nuova tassa avrà effetti pesanti sia sui normali cittadini che, soprattutto, su determinate categorie di commercianti ciò che in questo momento la gente vuole capire è come poter ottenere degli sconti. Su questo punto però non si possono ancora dare delle risposte. L’amministrazione sta studiando i criteri e le modalità attraverso cui ognuno potrà dimostrare di aver differenziato, il regolamento prevede che la possibilità di riduzioni si può ottenere anche sulla tassa 2013, quindi su un servizio di cui la gente ha già usufruito. Il problema rimane come dimostrare di aver differenziato perché ad oggi, chiariscono ancora da Messinambiente, non esistono sistemi certi. Ad esempio le isole ecologiche non sono dotate di un sistema informatizzato, dunque il primo passo sarà attrezzare i centri affichè ogni utente possa dimostrare quantità e qualità dei rifiuti differenziati portati alle isole. Anche i commercianti potranno servirsi delle isole ecologiche ma devono tenere presente che al momento non si possono scaricare più di 50 tonnellate al giorno.

Proprio per i commercianti Messinambiente in questi giorni sta tentando di potenziare la raccolta a porta a porta. Un sistema che già funziona con discreti risultati, ma anche in questo caso impossibile stabilire quanto è stato virtuoso chi lo ha utilizzato nel 2013. Se però aumentasse il numero dei commercianti che aderiscono si potrebbe subito ridurre di molto la quantità totale di immondizia cittadina da portare in discarica La società ha distribuito dei moduli che si possono reperire nelle sedi delle Circoscrizioni, a Palazzo Zanca e nella sede di via Dogali e che servono, solo ai commercianti, per aderire all’iniziativa. Il porta a porta commerciale funziona così: tutti i giorni, alla chiusura serale, ogni commerciante può lasciare i rifiuti differenziati fuori dalla propria attività. Concordando poi orari ed eventualmente giorni (non tutti producono una quantità tale da richiedere un servizio quotidiano) gli uomini di Messinambiente passeranno a raccogliere tutto. Il Commissario Armando Di Maria lancia un appello a tutti i commercianti messinesi perché questo sarebbe un primo passo importante, la società è pronta a mettere in campo più uomini e mezzi se dovesse essercene bisogno.

Dunque, se si effettuasse in modo capillare la differenziata ci sarebbe la possibilità di spendere molto meno per portare l’immondizia a Motta S. Anastasia o, come accadeva prima, a Mazzarrà S. Andrea. Carta, cartone, vetro, plastica, alluminio, acciaio vengono infatti portati da Messinambiente presso la piattaforma di Pace per la selezione e l’imballo e poi spediti nei centri di recupero e riutilizzo. Fino ad ora però le quantità sono state davvero esigue. Forse sarebbe il momento di iniziare tutti a fare qualche sacrificio, per il bene della città e per quello delle proprie tasche. In attesa di sapere da Palazzo Zanca come si intende incentivare i ciitadini.

Francesca Stornante