E’ in arrivo dal Marocco un bastimento carico, carico di……? A come arance

Di questi tempi se ti azzardi a dire che l’euro e il nuovo percorso dell’Unione Europea non sono stati una passeggiata di salute rischi di passare per un cavernicolo incapace di guardare al futuro ed al progresso.

Poi però leggi notizie come quelle dell’accordo UE-Marocco e scopri come hanno votato i nostri eurodeputatI e qualche dubbio, in vista delle prossime elezioni europee ti viene. A fine febbraio il Parlamento europeo ha approvato l’accordo bilaterale con il Marocco che abbatte i dazi doganali su tutti i prodotti agricoli ed ittici. Voi direte, siamo cittadini del mondo, viviamo nell’era della globalizzazione, dobbiamo abbattere gli steccati del campanilismo, chi se ne frega se con questo accordo diamo il colpo di grazia agli agricoltori siciliani. Dobbiamo pensare in grande, senza frontiere, chi se ne frega se arriveranno tonnellate di arance dal Marocco al prezzo dimezzato rispetto al nostro grazie a condizioni di lavoro discutibili e ad una qualità tutta da verificare. Invece no. C’è stato anche chi ha detto no all’intesa, iniziando dallo stesso relatore, Josè Bovè, dei Verdi, e poi Paesi come la Spagna e il Portogallo che si sono opposti in modo compatto. Alla fine l’intesa UE-Marocco è passata con 369 si, 225 no e 31 astenuti. Vi chiederete, come hanno votato gli europarlamentari italiani?

Ebbene, si sono divisi in modo trasversale, ma dati alla mano, il Pd ha accolto con entusiasmo il colpo di grazia all’agricoltura siciliana, tranne tre eroi (dei quali uno è il governatore Crocetta) che hanno votato contro. Ecco i numeri degli eurodeputati italiani: 22 favorevoli, 35 contrari, 3 astenuti, 12 assenti. La Lega e l’Italia dei valori sono stati gli unici a non essere divisi ed hanno votato tutti per il no. Il Pdl in gran parte contrario tranne tre contrari e due astenuti. I nomi di chi ha votato e come, sono stati pubblicati da Confagricoltura, per farne un interessante promemoria da rispolverare alle prossime europee, giusto per riflettere un po’ prima di mandare in Europa chi si scorda un secondo dopo da quale terra viene.

Dei 22 favorevoli all’intesa con il Marocco, dicevamo, ben 16 sono Pd ed elenco i nomi perché nessuno si aspetterebbe mai, ad esempio da Cofferati, un simile voto: Salvatore Caronna, Leonardo Domenici, Roberto Gualtieri, Antonio Panzeri, Gianni Pittella, Deborah Serracchiami, David Sassoli, Francesca Balzani, Luigi Berlinguer, Sergio Cofferati, Vittorio Prodi, Silvia Costa, Gianluca Susta, Patrizia Toia, Francesco De Angelis, Guido Milana. Gli altri favorevoli sono due di Fli, 1 centrista e 3 Pdl. Andiamo ai 35 contrari: ben 17 sono Pdl, dei quali i siciliani Salvatore Iacolino e Gianni La Via, poi 3 centristi, dei quali l’Udc siciliano Antonello Antinoro, 3 Pd, tra i quali il Presidente Crocetta, 8 della Lega Nord, 4 Idv. Gli astenuti sono stati 3 (2 Pdl ed 1 Pd) e 12 gli assenti, tra i quali le siciliane Rita Borsellino (Pd) e Sonia Alfano (Idv). Riassumendo tra i siciliani Crocetta, La Via, Iacolino si sono espressi contro l’accordo (non si può dire altrettanto di altri eurodeputati del sud) mentre la Borsellino e la Alfano erano assenti.

Un fatto è certo, tra i 22 italiani favorevoli all’accordo la maggioranza era targata Pd e noi saremo pure cavernicoli pronti a difendere con la clava le nostre arance, ma qualche riflessione questi parlamentari dovrebbero farla. Ed anche noi alle prossime elezioni europee.

Vediamo cosa cambierà a maggio, quando entrerà in vigore l’accordo che dimezza i dazi doganali per quei prodotti del Marocco. Finora le arance marocchine sbarcano in Sicilia, con i dazi, al costo di 30, 35 centesimi al chilo, più o meno quanto le nostre, secondo i dati della Coldiretti Sicilia. Con l’accordo votato a Strasburgo costeranno appena 17 centesimi al chilo, mentre quelle siciliane resteranno alla cifra attuale, quasi il doppio. In sostanza la concorrenza marocchina straccerà letteralmente i nostri prodotti. "È la fine dell'agricoltura siciliana" ha detto Alessandro Chiarelli, presidente di Coldiretti Sicilia. Così mentre i dazi su frutta, verdura e pesce del Marocco saranno dimezzati, i dazi in uscita sugli stessi prodotti ma provenienti da Paesi dell’Unione saranno ridotti solo nei prossimi 10 anni. Nel frattempo chi riuscirà a sopravvivere alla concorrenza del Nord Africa sarà un miracolato. La stessa fine della arance faranno i limoni, con un crollo del prezzo dai 30 centesimi al chilo ai 15 per quelli provenienti dal Marocco. Le zucchine passerebbero dagli attuali 90 ai 40 centesimi. Complimenti vivissimi ai nostri eurodeputati, anche alla luce del fatto che lo stesso trattamento non è stato riservato ai prodotti di serra olandesi. Il Parlamento europeo inoltre ha previsto misure di salvaguardia solo per alcuni prodotti sensibili, come fragole, pomodori, cocomeri e aglio. "Un fatto gravissimo – denuncia Chiarelli – la dimostrazione che i gruppi industriali del Nord Europa fanno lobby su quello che conviene a loro". Chi ha votato l’accordo sostiene che sarà determinante per lo sviluppo economico e la stabilizzazione politica del Marocco ma sulla fine dell’agricoltura in Sicilia neanche una parola. Il Marocco di recente ha creato 1200 ettari di nuovi impianti per la produzione di agrumi e secondo il ministero dell’agricoltura quest’anno la produzione aumenterà del 6% rispetto allo scorso anno, per 1,86 milioni di tonnellate. “ La produzione marocchina di arance- fa sapere la Coldiretti Sicilia- è stimata in 975 mila tonnellate, il 52,3% del totale degli agrumi. Non sappiamo quante ne arriveranno ma anche solo un’ arancia in più che arriva dal Nord Africa è un’arancia in meno che i nostri produttori riusciranno a vendere”.

A proposito di arance e di Europa staremo a vedere che fine farà l’emendamento approvato il 16 gennaio in Commissione agricoltura della Camera e che prevede l’aumento dal 12% al 20% di arance nell’aranciata. All’Europa questa percentuale non piace, perché trova più corretto che nelle aranciate ci sia acqua gassata e zucchero, per due anni ha detto no e si prepara a procedure d’infrazione qualora decidessimo di tirare dritto su questa pericolosissima strada di volere a tutti i costi le arance dentro l’aranciata. In ogni caso, qualora riuscissimo nell’impresa epocale di mettere quell’8% in più in barba alle lobby ed all’UE, la norma non varrebbe per le aranciate importate. La domanda a questo punto è: vogliamo mandare in Europa qualcuno che ci tutela o almeno prova a difenderci? O vogliamo mandare chi ha altro da fare piuttosto che votare, o si astiene o approva norme che uccidono i nostri prodotti? Qui non si tratta di alzare i fortini a difesa del castello, si tratta di difendere il nostro pane quotidiano già messo a rischio dalla crisi e da una gestione a dir poco scellerata delle politiche legate allo sviluppo e al lavoro. Per la Sicilia l’Unione Europea non può essere solo quel bancomat che è stato per la formazione né quella che farà arrivare tonnellate di arance marocchine a prezzi stracciati rispetto alle nostre. Deve esserci un’altra Europa per noi.

O magari altri eurodeputati, semplicemente più attenti, semplicemente più italiani.

Rosaria Brancato