Tempostretto dà voce alle candidate alle elezioni regionali

Ancora pochi giorni e scopriremo quante donne deputato ci saranno tra i 90 all’Ars e quante tra gli 11 eletti nella provincia di Messina. Almeno sul secondo quesito potrei azzardare una previsione, ma a volte il destino è in grado di stupirci quindi incrociamo le dita. Nelle liste provinciali e nei listini la rappresentanza femminile c’è, ma “solo perché lo vuole la legge”, che ha letteralmente imposto l’alternanza: per ogni maschietto ci vuole una femminuccia, fatto questo che ha scatenato nelle ultime settimane una vera e propria caccia alla quota rosa. Inutile farsi illusioni sui piani delle segreterie e dei leader dei partiti a proposito delle donne, eppure sono ormai tantissime quelle preparate, che vogliono e possono scommettersi, che si ribellano nell’essere considerate “tappabuchi imposte dalla legge” e ci sono anche quelle che gli uomini iniziano a temere anche in termini di voti. La strada, in Sicilia ed a Messina è ancora lunga chilometri e chilometri, ma l’importante è almeno mettersi le scarpe da ginnastica e iniziare a camminare, anzi a correre. Perché c’è davvero da correre se guardiamo il vuoto che c’è dietro.

All’ARS dal ’47 ci sono state solo 24 deputate contro 1.260 deputati. Una percentuale che non raggiunge il 2%, roba da specie rara in via d’estinzione. Nella legislatura appena conclusa erano 3 su 90:Marianna Caronia, Giulia Adamo, Concetta Raia, nessuna messinese (chissà perché quest’ultimo fatto non mi sorprende…). Peggio è andata per i governi regionali. Per 50 anni, mezzo secolo, dal 1947 al 2007 non c’è stata una donna in giunta. La prima era una messinese d’origine, eletta nel ’47 nelle file della Dc, Paola Tocco Verducci, dottoressa in chimica e farmacia, assessore del governo RestivoAlessi. Per vederne un’altra abbiamo dovuto aspettare MEZZO SECOLO, con Marina Noè, e per averla ci fu una lite furibonda tra Cuffaro e Miccichè. Da quel momento in poi la presenza femminile nelle giunte è aumentata e rimasta costante. Mi rifiuto di pensare che per mezzo secolo in Sicilia non ci sia stata una donna in grado di fare l’assessore in una delle giunte regionali. Tornando alle donne all’Ars vi sono state 5 legislature senza una sola donna deputato: la II (51-55), IV (59-63), V (63-67), VII (’71-’76) X (’86-’91) e 2 legislature, la VI (’67-’71) e la XII (’97-2002) CON UNA SOLA DONNA (Anna Grasso nella VI e Simona Vicari nella XII). Nessuna donna è stata Presidente della Regione o dell’ Ars, solo Anna Nicolosi Grasso è stata vicepresidente dell’Ars nella VI legislatura. Paradossalmente abbiamo invece avuto, solo di recente, donne candidate alla Presidenza: Rita Borsellino, Anna Finocchiaro, Sonia Alfano. E adesso Giovanna Marano e Lucia Pinsone. Sulla Marano occorre precisare che però è entrata solo dopo (e a causa) l’impossibilità di Fava a candidarsi. La più giovane deputata è stata Francesca Messina (eletta a 22 anni) la più anziana Giuseppina La Torre 64.

Il 28 torniamo alle urne, parliamo tanto di cambiamento, di rivoluzione e allora il vero gesto rivoluzionario potrebbe essere anche quello di votare chi no abbiamo mai votato, ovvero una donna. Sono tante, ognuna con una sua storia personale diversa da tutte ma con una “sofferenza” che le accomuna indipendentemente dal partito scelto, quella del dover faticare il triplo per emergere, quella di essere stata sempre messa dietro, quella che deve sempre dover dimostrare qualcosa anche quando al politico-uomo non è chiesto di dimostrare nulla. Tempostretto avrebbe voluto farvele conoscere tutte, ma è impossibile, così ne abbiamo intervistate alcune. Vi proponiamo le loro storie, i loro programmi, nella sezione video. Bernardette Grasso , che è anche sindaco, Rosalba Ristagno, impegnata nel difficile mondo della sanità, Valentina Zafarana che è andata via ma poi ha deciso di scommettersi nella sua terra. Ed altre ancora. Iniziamo con Bernardette Grasso, Grande Sud, sindaco di Rocca di Caprileone. Nella sua campagna elettorale mette la passione politica e la concretezza di chi da anni amministra e sa cosa vuol dire avere a che fare con le lacrime e le speranze della sua gente.

Rosaria Brancato

LA PRIMA INTERVISTA E' A BERNADETTE GRASSO