Nel 2013 Messina ha prodotto meno rifiuti, differenziata ferma al 5%. Il futuro guarda agli impianti

Nel 2013 i messinesi hanno prodotto meno spazzatura. Nell’anno della tanto discussa Tares, delle cicliche emergenze rifiuti, delle polemiche sui costi esorbitanti del servizio a fronte di risultati non proprio brillanti, si scopre che la quantità dell’immondizia è calata. Tante le cause: dalla crisi economica che genera una naturale contrazione dei consumi, fino alle continue “partenze” dei messinesi che anno dopo anno decidono di abbandonare Messina. Il risultato è che nel 2013 sono state prodotte 113.453,56 tonnellate di rifiuti, contro le 122.507 tonnellate del 2012. In pratica 7,39% della spazzatura in meno buttata nei cassonetti, raccolta da Messinambiente e poi destinata alla discarica. Scorrendo le immagini di queste ultime settimane, con cumuli di immondizia ad ogni angolo della strada ed una situazione generale di allerta sul fronte igienico-sanitario, questa analisi suona quasi come una beffa. Eppure i numeri parlano chiaro. Queste cifre sono state riportate nella relazione introduttiva al Piano di riequilibrio decennale che entro il 3 settembre il Consiglio comunale dovrà esitare per allontanare lo spettro del dissesto economico (vedi articolo a parte).

Tornando all’analisi sui dati della spazzatura salta fuori che delle 113.453,56 tonnellate, solo 6.050,08 tonnellate rispondono alla voce “raccolta differenziata”. Significa che nel 2013 sul totale della spazzatura prodotta i messinesi ne hanno differenziata solo il 5,33%, un dato bassissimo e che è addirittura calato rispetto al 2012, quando la differenziata era al 5,55%. Aumentano rispetto al

2012 le quantità di differenziata relative a: vetro (+84,95%), materie plastiche (+52,28), farmaci

(+54,29%) e legno (+8,63%).Andando ancor più nel dettaglio emerge che nel 2013

in media ogni abitante ha prodotto 468,82 Kg di rifiuti (505,67 nel 2012), di questi solo 25 kg

(27,80 nel 2012) rappresentano la quota pro capite di rifiuti differenziati.

Se volessimo fare un confronto con una città simile a Messina per numero di abitanti, ma lontanissima per cultura in tema di rifiuti, torna utile prendere ad esempio Verona. Lo avevamo già fatto in passato per capire le differenze in termini di cifre e servizi ai tempi della Tares, adesso riproponiamo il Comune veneto per notare le differenze proprio in termini di produzione dei rifiuti. Nel 2013 Verona ha contato in totale 130.680,491 tonnellate contro le 113.453,56 di Messina. La differenza però sta proprio nella qualità della spazzatura: a Verona la raccolta differenziata ha toccato quota 46,44% con 60.686,931 tonnellate prodotte, lasciando Messina indietro di parecchi punti percentuali (6.050,08 tonnellate che corrispondono al 5,33% di differenziata).

Un confronto che ci fa comprendere quanto sia ancora lunga la strada verso quella meta che si chiama “Rifiuti Zero” e che l’amministrazione Accorinti vuole a tutti i costi intraprendere. Da questi dati però nel frattempo è quasi trascorso un anno e alla fine di questo 2014 si potranno tirare le somme e capire se intanto stanno funzionando le strategie messe in campo. Di sicuro la Tares ha impresso una buona accelerata e ha spinto molti più messinesi a differenziare e a sfruttare le isole ecologiche, con l’incentivo dello sconto sulla prossima tassa rifiuti. Tra pochi mesi partirà la raccolta porta a porta nei villaggi della città e circa 60 mila persone smetteranno di buttare la spazzatura nei cassonetti tradizionali.

Contemporaneamente però si dovrà continuare a percorrere senza sosta anche la strada dell’impiantistica perché senza impianti ogni sforzo si potrebbe rivelare vano. E’ questo l’obiettivo dell’amministrazione Accorinti e dell’assessore Daniele Ialacqua. In ballo al momento ci sono in particolare tre progetti che potrebbero rendere Messina quasi autonoma sotto il punto di vista dello smaltimento, facendo così abbattere drasticamente un costo che annualmente supera i 10 milioni di euro. In dirittura d’arrivo, per l’inaugurazione mancano ormai poche settimane, c’è l’impianto di selezione e valorizzazione delle frazioni secche dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata realizzato a Pace dall’Ato3. Si tratta di un moderno impianto, capace di trattare un consistente quantitativo di rifiuti differenziati e che permetterà al territorio comunale di essere dotato di un’importante struttura per la gestione in loco dei materiali da inviare a recupero. Sempre a Pace dovrà sorgere il tanto discusso impianto di biostabilizzazione che ha scatenato sull’amministrazione Accorinti le ire del mondo ambientalista. In questo momento è in corso la gara d’appalto alla Regione per l’aggiudicazione dei lavori, ma la procedura è ancora lunga considerato che l’iter è ancora fermo all’apertura delle buste. In attesa di essere sbloccato c’è anche il progetto per adeguare il depuratore di Mili allo smaltimento dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata. Per realizzarlo ci sarebbero a disposizione 7.683.310 euro fermi nelle casse della Regione dall’ottobre 2011.

Le potenzialità dunque ci sono, il cammino però appare tutto in salita. Soprattutto se si tornano a fare i conti con la realtà e le continue difficoltà da affrontare nell’ordinaria gestione dei rifiuti.

Francesca Stornante