Messina non è morta: il risveglio sociale è la speranza da cui ripartire

E’ un must, un categorico imperativo. Sforzarsi di essere ottimisti, almeno un pizzico, a cavallo tra la fine di un anno e l’inizio di un altro, è d’obbligo, si sa. Difficile, decisamente e drammaticamente difficile in una Messina stretta d’assedio da decine di vertenze lavorative, mortificata da bilanci pubblici in perenne quasi dissesto, dilaniata da una classe politica scadente e puerile, perennemente incartata tra l’ignavia e la rassegnazione, tipiche del nostro modo di essere e di agire.

Eppure, all’alba di questo nuovo anno, il vecchio, travagliato 2011 consegna alla gente dello Stretto un fioco barlume di speranza, debole, flebile, ma vivo, reale, palpabile. Da alimentare, coltivare, proteggere.

Sono i gruppi di cittadini, i movimenti di idee, l’associazionismo soft , che si sono moltiplicati negli ultimi mesi, ridando linfa e vitalità ad una società civile che negli ultimi anni era miseramente scomparsa dal dibattito e che torna , finalmente, a battere i pugni sul tavolo del nostro futuro.

I giovani che manifestano, inscenano sit in per ridare nuovo decoro alle testimonianze del nostro prestigioso passato; gruppi di professionisti che fanno fattore comune, si organizzano, dibattono settimanalmente per individuare un nuovo modello di città, un modello possibile; un manipolo di ragazzi che in modo dettagliato e particolareggiato studia e presenta, chiavi in mano, un progetto di pedonalizzazione ampia e stabile nel centro storico.

Solo alcuni esempi di una rinnovata voglia di partecipare, di scommettersi, di lavorare per sviluppare proposte concrete, tangibili ed a breve termine per lo sviluppo economico e sociale di questa meravigliosa città. Trasversalmente, infischiandosene degli steccati politici e delle ridicole logiche di parte. E’ lo straordinario dono che questo 2011 ci ha regalato. Alcune centinaia di messinesi che hanno finalmente trovato il coraggio di rinunciare all’atavico immobilismo e di rimboccarsi le maniche, che hanno smesso di criticare e parlare, parlare, parlare ed hanno cominciato a dedicare tempo, risorse ed energie alla cosa comune, facendo circolare idee, proposte, soluzioni concrete.

Non sappiamo se queste iniziative avranno successo, non sappiamo se subiranno evoluzioni o trasformazioni . Ciò che importa è che la voglia di reagire sia rinata, ciò che ci si deve augurare è che questo nuovo e per certi versi sconosciuto attivismo sia contagioso e che sempre più numerosi, quotidianamente, settimanalmente si spendano e incentivino altri a spendersi per la nostra terra .

Esattamente come fa, ogni giorno, l’organo di informazione che mi ospita, divenuto, grazie alla voglia, all’entusiasmo, all’amore per Messina di un affiatato gruppo di lavoro, non solo autorevole punto di riferimento nel problematico mondo dell’informazione locale peloritana, ma soprattutto anima passionale, motore trainante di un movimento di denuncia e di proposta, di critica severa ma costruttiva, fondamenta di ogni percorso di rinascita, che deve muovere dalla libera e disincantata denuncia delle ingiustizie e storture di una comunità, esaltandone, però, contestualmente, eccellenze e potenzialità.

Ciò che ogni giorno questo quotidiano on line si sforza coraggiosamente di fare.

Buon anno Messina, buon anno Tempostretto!

Pietro Di Paola