Il personaggio dell’anno è Antonio Catalioto: un voto contro il doppio incarico

Sotto i suoi colpi sono caduti amministratori e parlamentari di tutta Italia. La sua battaglia legale contro il doppio incarico è finita sulle prime pagine dei più importanti quotidiani nazionali. E il suo “duello” con il sindaco Buzzanca, l’unico che continua a resistere con le due poltrone di sindaco e deputato, dopo aver caratterizzato l’intero 2011 si appresta a fare altrettanto col 2012. I lettori di Tempostretto.it hanno deciso: il personaggio dell’anno è Antonio Catalioto, che col 33 per cento dei voti ha battuto, nell’ordine, il procuratore capo di Messina Guido Lo Forte (29 per cento), l’ingegnere capo del Genio civile Gaetano Sciacca (20 per cento) ed il presidente dell’Acr Messina nonché organizzatore di eventi Lello Manfredi (18 per cento), su un totale di oltre 700 voti in appena tre giorni.

Nato a San Salvatore di Fitalia il 5 agosto 1960, iscritto all’albo degli avvocati dal 12 settembre 1987, Catalioto è stato in passato anche assessore all’Urbanistica nel “ridotto” periodo della sindacatura Genovese e uno dei leader dell’Udeur a Messina. Da un paio d’anni a questa parte conduce la battaglia contro il doppio incarico, deputato-amministratore: “vittime” illustri i messinesi Giovanni Ardizzone e Fortunato Romano, il sindaco di Catania Stancanelli, il presidente della Provincia di Caltanissetta, Federico, altri sindaci e amministratori di tutta la Sicilia e del resto del Paese.

«Al cospetto del procuratore capo Lo Forte – commenta Catalioto a sondaggio chiuso – il risultato che mi riguarda è immeritato. L’azione della Procura è stata di gran lunga preponderante rispetto a quello che nel mio piccolo ho fatto io. Mi fa piacere, però, che ci sia stato un riconoscimento rispetto ad un’azione che, ribadisco, non è stata dettata da problemi locali. La mia è una battaglia legale fondata su una questione di principio, che riguarda deputati regionali e nazionali, senza nessun accanimento sulle vicende di Messina. Vorrei ricordare, a questo proposito, che ho portato avanti un’azione contro il sindaco di Castelfranco Veneto, Luciano Dussin, che era anche deputato della Lega, carica da cui si è poi dimesso. Questo per fare capire che non è una questione personale contro Buzzanca».

Però Buzzanca è l’unico a resistere. «Quando il sindaco fa riferimento al fatto che è stato votato per due volte dal popolo – continua Catalioto – nessuno lo discute. Ma la sovranità popolare è regolata dall’art. 1 comma 2 della Costituzione. Che dice che la sovranità popolare viene esercitata “nei limiti della Costituzione”. Tutto qui: il sindaco non resiste a me o a D’Aquino, ma ad un dettato della Carta costituzionale. Alla Costituzione non si può sottrarre nessuno, né il singolo cittadino, né a maggior ragione chi ricopre uno o due ruoli istituzionali. Che esempio sta dando all’esterno? Un ragazzino che va a scuola cosa deve pensare: prevale il sindaco sulla Costituzione? E’ questo ciò che dà più fastidio di tutta questa vicenda».

Il voto a Catalioto, dunque, è un voto contro il doppio incarico: «Se voi lanciaste un sondaggio sulla vicenda del sindaco, credo che la percentuale sarebbe bulgara. Le persone che incontro per strada o al bar, senza distinzione di appartenenza politica, ritengono che questa “resistenza” sia incomprensibile. Il tribunale e la Corte d’appello si sono già dichiarati, non c’è nulla da aspettare. Ci vuole un tribunale che dichiari la decadenza? Abbiamo fatto ricorso a Palermo anche per questo. Ci sono due azioni giudiziarie, una a Palermo per la decadenza da deputato (l’udienza è fissata per il 9 marzo) e una Messina per la decadenza da sindaco (si è tornati in Appello), più una amministrativa all’Ars di fronte alla Commissione verifica poteri, che sta operando con due pesi e due misure e con evidenti omissioni. Attenzione – conclude Catalioto – a questo punto si può innescare però un meccanismo perverso: che lui perda entrambe le cariche». Ci aspetta un “infuocato” 2012.