Venticinque anni dopo Chernobyl, riecco il dibattito sul nucleare

Il nucleare, uno degli argomenti su cui più si è dibattuto, soprattutto nelle ultime settimane quando esso sembrava non dovesse essere più oggetto di referendum. Complessi i vari passaggi: la legge 99 del 2009 e il decreto legislativo 31 del 2010 prevedevano che in Italia venisse reintrodotto l’utilizzo dell’energia atomica mediante centrali nucleare (utilizzo che era già stato “scongiurato” con lo storico referendum del 1987, avvenuto un anno dopo il disastro di Chernobyl dell’aprile 1986). Il governo, però, in seguito al disastro di Fukushima, in Giappone, ha emanato un nuovo decreto legge, il n.34/2011, che, all’articolo 5, prevedeva la «sospensione dell’efficacia di disposizioni del decreto legislativo numero 31 del 2010» e in includeva una moratoria di un anno per la ripresa del nucleare. Nel decreto omnibus del 2011, convertito in legge il 26 maggio, si è ulteriormente modificato la normativa in vigore, con un emendamento che sospendeva le precedenti disposizioni in materia di nucleare e promettendo di tornare sulla questione in futuro. In pratica, per stessa ammissione del premier Berlusconi, si è tentato di “boicottare” il referendum di domenica e lunedì prossimi perché, secondo il presidente del Consiglio, troppo fresche sono le immagini di Fukushima per consentire agli italiani di esprimersi scevri da condizionamenti.

Il terzo quesito del referendum del 12 e 13 giugno ha questa intestazione: “Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare”. Questo il testo vero e proprio del quesito: «Volete voi che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’articolo 5 del decreto-legge 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?».