Parla il prof. Ricci: “Io, pestato a sangue senza sapere perché”

“E’ lei il professor Giuseppe Ricci?”.

Si era appostato dinnanzi al cancello chiuso dell’Istituto Minutoli, lunedì scorso, intorno alle 11.00. Un ragazzo, poco più che 20enne, in attesa sul suo motorino.

“Quando sono uscito dalla scuola, ho notato questo ragazzo che si avvicinava all’interno del cortiletto. Mi ha chiesto se fossi il professor Ricci, ma io gli ho detto di no”. A parlare è Gaetano Lo Presti, professore della Scuola Minutoli che, quel lunedì, si stava recando alla sua macchina subito dopo aver finito il proprio orario scolastico.

Ma il ragazzo non cercava Lo Presti, lui voleva Giuseppe Ricci ed avrebbe aspettato per incontrarlo.

Circa un’ora dopo, la campanella delle 12.15.

Questa volta a lasciare l’istituto a bordo della propria auto è lui, il vero Ricci, l’insegnante di sostegno dell’Istituto.

“Sono uscito, ho preso la macchina e mi sono avviato al cancello. Ho notato che c’era un ragazzo fermo, ma non ho fatto molto caso. Poteva essere il fratello di qualche alunno in attesa della campanella”, testimonia Ricci.

Quel ragazzo, però, non era il fratello di nessuno.

“Si è avvicinato – continua – e mi ha domandato se fossi io il professor Ricci. Ho subito risposto di sì, come potevo immaginare che un istante dopo avrebbe iniziato a pestarmi? Neanche il tempo di scendere dalla macchina che lui ha iniziato a colpirmi con pugni veloci e violenti. Non sono più riuscito a capire nulla”.

Un setto nasale rotto, un occhio nero e gonfio, gli occhiali spezzati in due, sangue sparso ovunque, una corsa all’ospedale Piemonte e 30 giorni di prognosi.

E probabilmente il pestaggio sarebbe continuato se altri due professori non avessero notato la scena da lontano e, con la macchina, avessero iniziato a suonare.

E’ stato solo a quel punto che il giovane, spaventato, ha lasciato Ricci sanguinante ed è scappato via su un motorino.

Gli stessi professori poi sono riusciti a prendere la targa ma, dalle ultime ricerche, sembra che il numero non corrisponda ad un veicolo siciliano. Forse dunque qualche errore nella trascrizione oppure un mezzo proveniente da fuori.

“Ho subito denunciato perché mi hanno detto che era d’obbligo per casi del genere. Il motivo del pestaggio? Non saprei. Potrebbero esserci migliaia di ragioni. Ho vari sospetti ma non ho nessuna certezza. Avevo anche saputo che qualcun altro mi aveva già cercato nei giorni precedenti, ma non la stessa persona. Io non avevo mai visto questo ragazzo”.

Le indagini sono ancora in corso. La polizia ha già richiesto le registrazioni della videosorveglianza del Minutoli in quanto si ritiene che in una di esse possa esserci il colpevole.

L’ipotesi più accreditata sembra comunque essere quella di una spedizione punitiva.

“E’ stata un’esperienza tremenda. Mi hanno anche detto che altri professori si sono sentiti male per la vicenda tanto da dover richiedere l’intervento del 118 – confessa ancora Ricci – e questo mi rammarica molto. Continuo a ricevere chiamate da alunni e insegnati che mi augurano una pronta guarigione e che, come me, si domandano cosa sia realmente accaduto. E se qualcuno insinua che l’Istituto Minutoli, o i suoi alunni o chiunque lavori là dentro, c’entri qualcosa si sbaglia veramente di grosso”.

Veronica Crocitti

@VCrocitti