La Marina chiude Maridist, in protesta il personale civile

Una nuova emergenza occupazionale rischia di profilarsi all’orizzonte. Entro il 31 dicembre 2013 tutte le attività e le funzioni del Distaccamento della Marina Militare Maridist di Messina dovranno cessare. Lo ha stabilito lo Stato Maggiore della Marina nel piano di riorganizzazione a livello nazionale sancito da una direttiva firmata lo scorso 31 dicembre 2012. Direttiva che prevede la soppressione di alcuni distaccamenti nelle varie regioni italiane nell’ottica della spending review che ha ridotto drasticamente le risorse che la Marina avrà a disposizione nei prossimi anni.

I dettagli del piano non sono ancora stati resi noti, la Marina Militare ha convocato per domani, martedì 22, le Segreterie Nazionali delle organizzazioni sindacali. Un colloquio che servirà per illustrare quali sono i provvedimenti che la Marina intende adottare riguardo i vari distaccamenti, provvedimenti che, ormai è praticamente certo, toccheranno molto da vicino Messina. In questa prima fase però i sindacati non sono stati presi minimamente in considerazione ed è mancata qualsiasi forma di confronto.

Ciò che preoccupa maggiormente è che, al momento, nulla è stato chiarito sulla sorte dei 214 lavoratori civili che operano all’interno di Maridist. Oggi sono andati a farsi sentire davanti la Prefettura, hanno esposto le preoccupazione di una categoria che si è sentita esclusa da qualsiasi tipo di trattativa. Una manifestazione indetta dalle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil insieme a Confsal Difesa, Usb Difesa, FLP Difesa (FEDERAZIONE LAVORATORI PUBBLICI E FUNZIONI PUBBLICHE), UGL/INTESA ed Rsa di Maridist che già nei giorni scorsi avevano proclamato lo stato di agitazione di tutto il personale. (Francesca Stornante)