A Messina gli stati generali contro i tagli alla giustizia

Due magistrati in meno al Tribunale di Messina, uno in meno a quello di Patti, infine un magistrato in meno in tutte e tre le procure del distretto: Patti, Messina e Barcellona. Un territorio, quello della provincia, che già fa i conti con le difficoltà a smaltire l'elevato carico di processi e indagini. E una riduzione di organico pesante quella che si paventa per la giustizia messinese. Ecco perché ieri mattina avvocati e magistrati si sono ritrovati insieme, in una assemblea aperta, e affollatissima, a cui hanno partecipato anche gli altri operatori dell'amministrazione e i rappresentanti politici. L'intento è fare sentire forte e chiaro il no alla riduzione della pianta organica, allo studio dallo scorso luglio, voluta con l'affatto velato obiettivo di canalizzare risorse verso il nord Italia

. La delibera, ancora allo studio, e i possibili effetti, sono stati ieri mattina illustrati dal presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, Vincenzo Ciraolo, e dal presidente distrettuale dell'Associazione nazionale magistrati, Corrado Bonazinga.

"Questo provvedimento, se adottato – ha detto Vincenzo Ciraolo – provocherebbe un ulteriore peggioramento delle condizioni del servizio giustizia civile e penale, con conseguente e drastica ricaduta sul tessuto socio-economico del territorio e sul livello di contrasto alla criminalità organizzata". "Inutile ricordare quale sarebbe l'insopportabile mole di lavoro che verrebbe a riversarsi sul settore civile, se venisse adottato questo provvedimento", ha sottolineato Ciraolo.

Un taglio che avrebbe conseguenze gravissime, gli ha fatto eco il rappresentante dell'Anm, alla luce della delicatezza del territorio dove i magistrati operano, un contesto ad alto tasso di criminalità e mafioso, come dimostra l'ultimo eclatante episodio scoperto a Barcellona, dove il sostituto procuratore Federica Paiola era finito nel mirino di un pregiudicato che progettava un attentato ai suoi danni

"Inaccettabile, irrazionale e irragionevole, che porterebbero alla paralisi gli uffici giudiziari, in un distretto di corte d'appello dove fino a tempi recentissimi si sono verificati episodi gravissimi da parte di una mafia ancora pervasiva e violenta – ha detto Bonazinga – da un lato si dice che si vuole combattere la mafia, dall'altro non si capisce come ciò possa avvenire, se il senso delle riforme è questo".

Alessandra Serio