Cateno De Luca tra gli indagati all’Ars: “Ci sono anch’io, non so perché”

C’è anche Cateno De Luca tra i deputati regionali della scorsa legislazione finiti nel mirino della Guardia di Finanza con l’accusa di peculato. L’inchiesta ha svelato come i rimborsi dei gruppi parlamentari dell'Ars venissero impiegati per fare acquisti di ogni genere, dalla biancheria intima alle borse di marca, fino ai soggiorni.

Il sindaco di Santa Teresa di Riva ha commentato puntualmente la notizia appresa dai giornali sulla sua pagina facebook, dove De Luca informa i suoi sostenitori e non di ogni spostamento, con parole di sorpresa per aver trovato il suo nome tra gli indagati.

“Io sono tra questi, non so perché – scrive De Luca commentando l’articolo de La Repubblica -, i miei collaboratori avevano un regolare contratto di lavoro. Avevo e mantenevo tre segreterie, organizzavo in continuazione manifestazioni, istituivo gruppi di lavoro per avviare ed attuare strategie di sviluppo locale. Credo che la differenza tra me e gli altri parlamentari si notava – prosegue il primo cittadino -. Vi assicuro che in attività politica spendevo più di quanto percepivo dal Parlamento siciliano”.

“Quando sono stato sentito dalla Guardia di Finanza circa due anni fa – si legge ancora – ho ricevuto pure i complimenti perché avevo tutte le pezze di appoggio a giustificazione delle somme percepite. Non risulto indagato nella qualità di capogruppo parlamentare, ruolo che ho svolto per sei mesi scontrandomi con i dipendenti del Parlamento perché gli avevo ridotto di un terzo lo stipendio. Veramente non ho proprio idea, nei prossimi giorni vi farò sapere. Andiamo avanti – conclude Cateno De Luca”.

Per saperne di più bisognerà attendere gli ulteriori risvolti dell'indagine. Intanto il primo cittadino può consolarsi grazie ai commenti di sostegno e apprezzamento che subito i suoi seguaci virtuali gli hanno rivolto.

Giusy Briguglio