Indagati all’Ars, il messinese Ardizzone: massima collaborazione con la magistratura

È piombata come un macigno, nel bel mezzo di un'altra lunga e infuocata giornata politica dedicata alla Finanziaria, la notizia dei 13 indagati all'Ars per i rimborsi spesi "allegramente". Tredici avvisi a comparire notificati in serata, mentre a quanto pare le posizioni inizialmente passati in rassegna erano 97, 83 deputati e 14 consulenti, tra attuali ed ex esponenti regionali. Tra loro anche alcuni deputati messinesi, tra i quali il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. "Non so chi siano effettivamente gli indagati ma e' chiaro che daremo alla magistratura la massima collaborazione cosi' come e' stato nel corso di questi mesi. Ho piena fiducia nella magistratura e se ci sono delle responsabilita penali personali, queste devono essere individuate, accertate e punite con il
massimo rigore. Se qualcuno ha sbagliato pagherà'
". ha detto il numero due dell'Udc.

Ardizzone è molto sereno e non teme gli accertamenti della magistratura. "Sono convinto di non aver sbagliato pero' queste cose vanno dimostrate e, se ci sono contestazioni, le vedremo. Probabilmente di tratta di un fatto contabile automatico. All'atto dello scioglimento del gruppo, scattava il rimborso forfettario del portaborse e, una parte di quella cifra, la pagava il gruppo misto. Mi sembra che ci troviamo di fronte atti dovuti, di fronte a una contestazione di 2090 euro che sono pronto a giustificare attraverso la tracciabilità'". Sulla necessità di regole più stringenti nella gestione dei fondi, Ardizzone ha ricordato che "al momento del mio insediamento, prima dell'approvazione del decreto Monti, ho fatto una nota per l'approvazione di regole rigide
sui rendiconti, tutto quello che c'era da porre in essere e' stato fatto".

L'accusa principale ipotizzata dalla Guardia di Finanza, coordinata dai sostituti procuratore è di Sergio Demontis e Maurizio Agnello è di peculato per l'uso illecito di fondi destinati ai gruppi parlamentari. Alcuni di loro sono ancora in carica altri invece non sono stati rieletti nelle scorse
elezioni regionali che si sono tenute a ottobre del 2012. L'indagine, avviata sull'onda del caso Fiorito circa un anno e mezzo fa, ha rivelato che i fondi destinati ai rimborsi di alcuni deputati sono stati usati per spese che sembrano del tutto personali: intimo, gioielleria, borse e altri generi di prodotti del tutto personali e costose. Qualcuno avrebbe messo sul conto o autorizzato anche scontrini da un euro emesso al bar.

Le 13 persone che nei prossimo giorni saranno ascoltato dagli investigatori sono gli ex capigruppo Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D'Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini e Cataldo Fiorenza.

Alessandra Serio