Grande successo di pubblico per il “Jesus Christ Superstar” di Piparo e Neeley

L’attesa per il grande evento dell’estate messinese è stata ripagata in ogni sua componente: successo di pubblico e partecipazione per il “Jesus Christ Superstar” di Massimo Romeo Piparo, nuovamente in riva allo Stretto in occasione del ventennale della prima edizione italiana. Scenografia essenziale, con una pedana girevole per i musicisti, botole per apparizioni suggestive sulla scena, una passerella mobile protesa verso la platea e una struttura verticale con scale e palizzate di acciaio; sul fondo un muro a led sempre attivo sia per sottolineare i cambiamenti di scena che per tradurre con versetti del Vangelo di Luca il contenuto dei testi: scelta particolarmente audace (e riuscita) quella di privarsi dei sottotitoli per suggerire con poche parole il susseguirsi delle vicende, con il preciso scopo di porre tutta l’attenzione nei confronti di interpreti e musicisti.

Ted Neeley, protagonista del film di Norman Jewison del 1973 e a settantuno anni nuovamente in scena nel suo primo tour europeo di “Jesus Christ Superstar”, impressiona il pubblico con un’interpretazione prodigiosa e spirituale, dominando la scena con grazia e semplicità: ogni suo gesto esprime un lavoro sul personaggio privo di ogni compiacimento o trucco del mestiere con la voce che diviene un perfetto completamento per una recitazione più controllata rispetto al passato, elegante soprattutto in uno dei pezzi più noti dell’opera come “Gethsemane”. Aderente al personaggio, credibile e coinvolgente con le sue tormentate crisi di coscienza, il semiesordiente Feysal Bonciani si rivela all’altezza di un ruolo impegnativo come quello di Giuda Iscariota: proprio Bonciani, con un nuovo abito di scena, chiude lo spettacolo passeggiando tra gli spettatori increduli.
In mezzo tante scelte tra tradizione e postmoderno con trampolieri, mangiafuoco, pinocchi, le splendide coreografie di Roberto Croce, un Erode hip hop (Salvador Axel Torrisi) e bandiere della pace: indimenticabile la scena della flagellazione con immagini simbolo di martirio e resistenza civile (i campi di concentramento, l’orrore nazista, Che Guevara, Falcone e Borsellino, le Torri Gemelle, Gandhi) proiettate su un sipario trasparente per ogni frustata subita da Gesù.
In un cast di livello straordinario per talento e preparazione con artisti del calibro di Gloria Miele (Maria Maddalena), Emiliano Geppetti (Ponzio Pilato) e Riccardo Sinisi (Simone/Pietro), è necessario sottolineare le prove del messinese Paride Acacia (storico Gesù sin dalla prima edizione italiana, in questa occasione nel ruolo di Hannas) e di Marco Fumarola (Caifa), geniali e coinvolgenti in ogni apparizione sulla scena. Una particolare nota di merito, inoltre, per le musiche di Andrew Lloyd Webber interpretate dall’orchestra dal vivo diretta dal Maestro Emanuele Friello.

Questa sera si replica in Fiera con il secondo e ultimo appuntamento, ulteriore occasione per assistere ad una riflessione sempre valida sulla natura umana impreziosita da un allestimento di grande attrattiva con continue invenzioni registiche e spettacolari soluzioni sceniche.

Domenico Colosi