Il ponte sullo Stretto “divide” Passera e Buzzanca. E il senatore D’Alia dice la sua

Il ponte sullo Stretto tutt’altro che congiungere, “divide”: Le dichiarazioni rilasciate questa mattina dal Ministro di infrastrutture e trasporti, Corrado Passera, che non ritiene l’attraversamento stabile una priorità del governo Monti, hanno infatti scatenato la reazione del primo cittadino, Giuseppe Buzzanca, che definisce improvvida l’affermazione del Ministro. “Così facendo – afferma il sindaco – non si valuta lo sviluppo economico e si emargina sempre più il mezzogiorno del Paese. Se importanti sono altri progetti come la Torino-Lione – spiega Buzzanca – è certamente fondamentale per la Sicilia, per il sud, ma anche per i collegamenti con i paesi emergenti del bacino del Mediterraneo, il collegamento stabile nello Stretto di Messina che conferma la valenza di un “corridoio” europeo, fondamentale e strategico per l’Italia.

Buzzanca ha poi posto l’accento sui riflessi economici che un eventuale disimpegno dalla realizzazione del Ponte comporterebbe “per le penali da pagare alle imprese già interessate dalla progettazione dell’opera. Basta con i giochetti: il Ponte si fa o non si fa a seconda di chi guida il Governo. Dobbiamo saperlo e dirlo ai nostri concittadini. Abbiamo impiegato decenni per arrivare alla fase del progetto definitivo, dire che quest’opera oggi non è prioritaria, è un’assurdità. O si ha il coraggio di cancellarla una volta per sempre o la si porta avanti, senza più indugi. L’eventuale sospensione delle procedure, ribadisco – ha dichiarato il primo cittadino – comporterebbe conseguenze negative a cascata anche sul nostro territorio”.

Nella querella Passera-Buzzanca, non mancano le dichiarazioni del presidente dei senatori Udc Gianpiero D’Alia: “Le parole del ministro dimostrano un buon senso che in passato, quando si parlava di realizzare il Ponte sullo Stretto, è mancato a parecchi. In tempi di crisi come questi – aggiunge D’Alia – vanno immaginate opere concrete e utili alla crescita del Mezzogiorno. Ma soprattutto opere che siano tecnicamente fattibili, ecocompatibili ed economicamente realizzabili, altrimenti si alimentano solamente illusioni di cui francamente non abbiamo bisogno”.