L'area ex Sanderson potrebbe diventare un velodromo

L’area ex Sanderson potrebbe diventare un velodromo

Piero Genovese

L’area ex Sanderson potrebbe diventare un velodromo

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sabato 09 Giugno 2018 - 14:37

Adesso c'è la proposta di massima, la locazione e anche i fondi, garantiti per lo più di sponsor privati. Il progetto del velodromo, é già stato avanzato qualche anno fa ma non é mai stato preso in considerazione dalle passate amministrazioni. E' lo spazio della ex Sanderson ad essere stato individuato come luogo per la realizzazione della struttura.

Chi di voi sa cosa fosse la Sanderson a Messina? Ci riferiamo ad un’azienda che è stata eccellenza e fiore all’occhiello dell’industria agrumaria messinese, sin dall’Ottocento, fondata ra Tremestieri e Pistunina da William Sanderson e Arthur Barret. Oggi quest'area, a più di 150 anni di distanza, è nel degrado e per anni si è parlato di risanemento senza però che vi siano state prese, da parte di chi amministrava, le concrete soluzioni per bonificarla e riquificarla.

Adesso, per gli amanti del cislimo messinese e non solo, proprio in quest'area potrebbe sorgere un velodromo. "Un progetto che parte da lontano, proposto qualche anno fa ma mai preso in considerazione" – così come spiega Giuseppe Girolamo – fondatore e resposabile della testata giornalistica online ciclistica "cyclingtime.it" e promotore del piano di lavoro assieme a tecnici specializzati.

L'ex Sanderson è uno spazio da riqualificare al più presto e di cui la città non si può privare. L'iter per la pianificazione e la relizzazione di tale struttura è già stato avviato, attraverso una proposta di massima e la garanzia di fondi provenienti, per lo pù, da sponsor privati. Come spiega Girolamo "il velodromo è fondamentale per coloro che in città intendono praticare il ciclismo. Sarebbe un'opportunità anche per le tante società ciclistiche che così potrebbero programmareal meglio le proprie attività.

Grazie all'aiuto degli sponsor i costi di gestione da parte del comune sarabbero minimi anche attraverso la richiesta di fondi provenienti dalla Comunità Europea. L'impianto rientrerebbe – conclude Girolamo – in un piano di eco sostenibilità urbana, tema molto caro all'Unione Europea". Adesso quindi, non resta che presentarlo a chi è chiamato a governare per i prossimi cinque anni la città dello Stretto sperano che, almeno questa volta, si passi al concreto e non resti uno dei tanti progetti chiusi nel cassetto e mai realizzati.

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