Nuova illuminazione a Ganzirri. Ma l’impianto sostituito era funzionante

Parla di spreco e illogicità la decisione di sostituire i pali di pubblica illuminazione attorno al lago di Ganzirri. E’ l’accusa che senza mezzi termini viene rivolta ai vertici di Palazzo Zanca e del Dipartimento Urbanizzazione primaria e secondaria, dai consiglieri della sesta Circoscrizione Paolo Maggio, Francesco Pagano e Carlo Rizzo.

A stupire – secondo gli autori dell’interrogazione – la scelta di soppiantare un impianto che per quanto non modernissimo non appare logoro ed è anzi perfettamente funzionante, laddove invece, intere comunità rimangono sistematicamente al buio.

L’attenzione – proseguono i consiglieri – dovrebbe andare ai residenti di Spartà, Piano Torre, San Saba, Rodia, Orto Liuzzo, Curcuraci, Quattro Masse, Castanea, Acqualadrone, Salice e Gesso, quotidianamente costrette a fare i conti con i rischi derivanti da un’illuminazione fioca o addirittura inesistente, con lampade penzolanti e fili elettrici raccolti alla buona attorno ai bracci dei lampioni o, peggio, con pali del tutto fradici che minacciano di cadere da un momento all’altro con grave apprensione per la pubblica incolumità.

In un Comune che vanti floride casse e un’economia solida e rigogliosa, l’intervento prospettato sarebbe di certo accolto ben volentieri – chiariscono Maggio, Pagano e Rizzo – ma all”interno di un centro cittadino che ha sempre accusato un’endemica penuria di risorse, che alle legittime richieste dei suoi cittadini contrappone regolarmente la mancanza di fondi e le difficoltà finanziarie in cui da tempo naviga, non può essere tollerato il dispendio delle ultime, modiche somme giacenti in cassa, per mettere mano ad opere urbane che assolvono ancora egregiamente alla loro funzione.

L’attenzione cade inevitabilmente sui criteri di scelta adottati per giungere a una decisione che appare quantomeno paradossale. Criteri di cui i consiglieri chiedono venga illustrata la ratio al fine di comprendere le motivazioni che spingono alla realizzazione di un intervento che a primo acchito parrebbe inutile. (Sara Faraci)