Mobilità tra partecipate ma in Atm ci sono 80 contrattisti in scadenza, le richieste dell’Orsa

Ieri sera l’amministrazione Accorinti ha dato il via alla mobilità tra le partecipate comunali, un provvedimento che rappresenta la risposta che da tempo tantissimi lavoratori attendevano e che però allo stesso tempo mette sull’attenti altri dipendenti del grande bacino di Palazzo Zanca. Gli ex Feluca, gli Ato3, gli ex Agrinova attraverso questo percorso troveranno una sistemazione definitiva all’interno delle società “figlie” del Comune, ma adesso inizia la fase delicata.

Atm, Messinambiente e Amam dovranno adesso riferire che esigenze di personale e professionalità hanno per iniziare questi trasferimenti, ci sarà naturalmente anche un momento dedicato alla contrattazione con i sindacati, ma l’Orsa gioca d’anticipo e punta l’attenzione sull’Atm.

“Nessuna preclusione pregiudiziale sui processi di mobilita interna tra partecipate – dichiara Michele Barresi, Orsa Trasporti – ma Atm è ancora un'azienda in stato confusionale, senza piante organiche concordate e con una forza lavoro di circa 570 unità di cui ben 80 sono lavoratori contrattisti provenienti dal bacino ex LSU in scadenza contrattuale al 31 luglio 2015. E' logico che prima di qualsivoglia innesto aggiuntivo in Atm si debba provvedere alla stabilizzazione dei lavoratori precari come abbiamo da tempo richiesto all'amministrazione e alla dirigenza aziendale”.

Per il sindacalista prima bisogna fare ordine all’interno per poi aprirsi ai lavoratori provenienti dalle altre partecipate, poiché sarebbe impensabile far entrare nuova forza lavoro senza prima dare la giusta e adeguata sistemazione a chi è dentro l’Atm da anni. Proprio in quest’ottica il segretario Orsa Trasporti ricorda per esempio la carenza di autisti e la necessità di reperire risorse da adibire a questo settore con processi di riorganizzazione e riqualificazione interna. Barresi chiede all'amministrazione di convocare un incontro urgente tra le parti, sul tavolo diversi argomenti da discutere e soprattutto l’esigenza di non creare lavoratori di serie A e di serie B.