I “CanNibali” di Mastromarco, in Toscana, pazzi per Vincenzo. Messina lo “snobba”

Vincenzo Nibali? Per noi di Mastromarco è un fratello, è l’idolo indiscusso del paese. Ancora non festeggiamo, per scaramanzia, ma attendiamo con ansia la fine del Tour per celebrarlo a dovere”. Sono queste le parole di Meri Malucchi, responsabile della comunicazione del Fans Club dei “CanNibali” di Mastromarco (comune di Lamporecchio, in provincia di Pistoia) intervistata telefonicamente.

Lo “Squalo dello Stretto” sta dominando il Tour de France a suon di prestazioni altisonanti, l’ultima volta che un italiano vinse la manifestazione transalpina fu nel 1998, con il “Pirata” Marco Pantani, che nello stesso anno ottenne il bis vincendo Giro d’Italia e Tour de France.

Vincenzo si trasferì in Toscana a sedici anni, era un tipo molto schivo ed introverso, lo abbiamo accolto benissimo – continua Meri MalucchiAbbiamo capito subito che sarebbe diventato un grande campione, ha fatto tanti sacrifici e adesso si sta togliendo grandi soddisfazioni. Ha dedicato tutta la sua vita al ciclismo, è cresciuto con la bicicletta, grazie anche ai suoi genitori che lo hanno aiutato e spronato. Ha sempre lavorato sodo e continua a farlo ancora oggi che è campione d’Italia”.

Un autentico predestinato, dunque, a detta di Meri Malucchi e di tutto il Fans Club: “Ha la mentalità giusta per diventare il numero uno. Crescendo si è aperto maggiormente con noi del paese, restando una persona estremamente umile, il Vincenzo di sempre. Ha una casa a Mastromarco ed è molto legato al paese, essendo cresciuto qua. Più che un Club che segue un campione, siamo un gruppo che segue un fratello. Gli vogliamo un gran bene, è uno di noi. Mastromarco è una piccola frazione di Lamporecchio, qui Vincenzo è un re”.

Mancano ancora dieci tappe al termine del Tour de France 2014, ma Mastromarco è già in fermento, facendo i debiti scongiuri: “Per il momento ci limitiamo a seguire attivamente Vincenzo, nessuna festa, per scaramanzia vogliamo attendere il termine della corsadichiara la Malucchi – Lo seguiamo da quando era piccolo, non da adesso. Negli ultimi anni è diventato il campione che conosciamo, ma noi del Fans Club abbiamo sempre creduto in lui. Anche quando è tornato dal Giro dei Paesi Baschi, dove non aveva vinto nulla, lo abbiamo aspettato con le bandiere in aeroporto e lo abbiamo accompagnato a Mastromarco. Dopo la vittoria del Giro d’Italia, invece, il parroco ha suonato le campane per festeggiare la maglia rosa, lo seguiamo 365 giorni l’anno”.

Mastromarco, dunque, inizia a tingersi di “giallo”, in attesa della conclusione del Tour. E in riva allo Stretto? E’ vero che anche la città peloritana ha il suo nutrito gruppo di tifosi che da sempre supportano Vincenzo, ma è altrettanto vero che Messina non sta dimostrando il giusto entusiasmo. In queste settimane si sta parlando tanto di calcio, stadio e impianti sportivi, le “imprese” del “nostro” Vincenzo Nibali, che ha qui i suoi natali e la sua famiglia, vengono “snobbate”

Lo “Squalo dello Stretto” ha restituito gioia e speranza ad uno sport che, negli ultimi anni, aveva perso credibilità per via delle vicissitudini che hanno coinvolto numerosi ciclisti. Vincenzo Nibali ha riportato indietro nel tempo appassionati e addetti ai lavori, mostrando l’altra faccia di questa disciplina, un ciclismo eroico, d’altri tempi. Messina è una città che deve rinascere anche attraverso lo sport, valorizzandone la funzione sociale.

Qualche settimana fa, centinaia di persone hanno “invaso” i corridoi del <comune di Messina in difesa della squadra di calcio. Sarebbe bello, adesso, se i messinesi , scendessero in piazza per festeggiare Vincenzo Nibali, lo “Squalo dello Stretto”, simbolo di un ciclismo pulito e figlio di una terra che vuole ancora sperare e sognare.

Fabrizio Berté