Renato Accorinti, il sindaco pacifista, dichiara guerra a «certa stampa»

Una conferenza stampa per accusare la stampa, anzi «certa stampa». In questo si è trasformato l’incontro con i giornalisti convocato prima dell’epifania per presentare Elio Conti Nibali quale assessore designato a sostituire il dimissionario Filippo Cucinotta ed illustrare la rimodulazione delle deleghe. L’ inaspettata ed improvvisa rinuncia da parte del promotore finanziario ha stravolto i piani dell’amministrazione, che ha comunque deciso di non annullare la conferenza stampa, anticipata di mezz'ora rispetto all’orario comunicato ma iniziata in ritardo, come tutte quelle che l’ hanno preceduta in questi 18 mesi.

Il sindaco Renato Accorinti si è presentato nella sala Falcone- Borsellino, con al seguito gli assessori Nino Mantineo, Gaetano Cacciola, Daniele Ialacqua, Patrizia Panarello l’ex Filippo Cucinotta e la consigliera comunale Lucy Fenech.

«Siamo qua a dirvi quello che pensiamo di questo passo indietro di Elio Conti Nibali, che è una scelta che dimostra un grande senso di responsabilità», ha esordito il sindaco, il quale ha immediatamente denunciato «l’ enorme conflitto mediatico» che si è creato intorno alla nomina dell’ex presidente del Città di Messina.

Ed è stato proprio questo il leitmotiv dell’intera conferenza stampa, durante la quale non sono mancati momenti di tensione tra gli amministratori di palazzo Zanca ed i giornalisti presenti, accusati di aver creato un clima di «pregiudizi», come scritto nel documento consegnato brevi manu, o ancora un «clima avvelenato», come più volte sottolineato nel corso dell’incontro sia dal sindaco che dall’assessore Mantineo.

Durante la conferenza stampa, prima Accorinti e poi gli assessori Mantineo e Cacciola hanno puntato il dito contro i cronisti, che avrebbero sottoposto ad un massacro mediatico Elio Conti Nibali, con «attacchi personali e nei confronti della famiglia».

Se l’ex presidente del Città di Messina (dimessosi qualche giorno fa proprio per andare a ricoprire l’incarico pubblico) ha deciso di fare un passo indietro, per il sindaco e la sua giunta, è tutta colpa di certa stampa, abituata «a tutta quella gente che ha visto passare in questo palazzo», dove gli «assessori erano amici degli amici, le competenze non avevano alcun valore e non esisteva lo spirito di servizio» .

Tutte queste qualità sono invece, ovviamente, il marchio distintivo della giunta Accorinti. «Noi abbiamo un altro stile, fatevene una ragione» ha tuonato il primo cittadino contro alcuni cronisti chiamandoli per nome e dando un volto ai destinatari di quelle critiche.

Perché adesso a Palazzo Zanca, con il sindaco rivoluzionario, scalzo, pacifista, anarchico, con 40 anni di battaglie alle spalle, i ruoli si sono totalmente invertiti: è lui, amministratore, a criticare e a dare i giudizi sulla stampa e non viceversa.

Poco importa se, nel caso specifico, a far esplodere il “caso” Conti Nibali sia stato in realtà il movimento “Cambiamo Messina dal basso”, che – come ha detto l’assessore Ialacqua – avrà anche « compiuto ogni sforzo per non alzare il tono della polemica » ma non è riuscito nell’intento viste le dichiarazioni rilasciate dal portavoce Federico Alagna (vedi correlato) e considerato che proprio per oggi è stata convocata una conferenza stampa per «illustrare il dissenso del movimento in merito alla scelta del nuovo assessore e per rendere note le conseguenti determinazioni della stessa consigliera Risitano e dei consiglieri di circoscrizione Santino Bonfiglio e Francesco Mucciardi».

Per Accorinti, però, non esiste alcuna frattura con il suo movimento e il primo cittadino ha spiegato il caos di questi giorni affermando che dove «c’è democrazia non può esserci unanimità».

Dove c’è democrazia, però, c’è anche la libertà di espressione e il diritto di critica oltre che di cronaca. Che non possono essere né ad intermittenza né a convenienza, a seconda del gradimento che suscita ciò che viene scritto. Parafarando la sua stessa espressione, invitiamo sindaco Accorinti a farsene una ragione.

Danila La Torre