Il harakiri del centro-sinistra, la sindrome di Churchill e le tappabuchi

Come dice la mia amica Maria Andaloroe così anche a questo giro avremo un governatore maschio”. Certo, non è detto che una donna debba automaticamente essere la migliore, ma 7 uomini su 8 candidati governatori non è una gran bella cosa. A differenza della favola dei 7 nani, con Biancaneve che va a vivere nel castello, le possibilità che l’unica donna candidata, Piera Lo Jacono, ottenga il regno sono remotissime.

Le foto delle due presentazioni dei candidati Presidente, Musumeci affiancato da Armao, Lagalla e Miccichè e Micari a Messina con un intero tavolo al maschile, sono simboliche. Non consola il fatto che nel listino e nelle liste ci siano le donne, perché ci sono per obbligo di legge. Le messinesi nei listini dei candidati presidenti sono 4. Valentina Zafarana con Cancelleri e Bernadette Grasso ed Elvira Amata con Musumeci e Raffaella Campo per Claudio Fava.

Se la normativa non obbligasse i partiti a mettere in lista le quote rosa (una donna ogni due uomini), ne farebbero volentieri a meno. Ci considerano come la cintura di sicurezza per gli automobilisti che hanno intravisto la pattuglia dei vigili: pronti a fare acrobazie per evitare le multe.

Rispettare la legge però non equivale a rispettare le donne.

I candidati papabili per un’elezione sono quasi tutti uomini. Per fare un esempio il Pd fino alla mattina di venerdì 6 (la scadenza per la presentazione delle liste era alle 16) erano alla disperata ricerca delle quote rosa. I partiti che hanno risolto in tempo sono solo stati più rapidi nell’individuare la “vittima sacrificale” di turno, quella cioè disposta a dare il suo nome per non infrangere la legge.

Non voterei un candidato all’Ars solo perché donna, ma se continuate a considerare le donne in lista solo tappabuchi, non ci sarà mai nessuna che vorrà scommettersi. Come il cane che si morde la coda. Se le mettete come tappabuchi non saranno elette, quindi non entreranno mai nei ruoli adatti e la volta successiva non si potranno candidare o saranno svantaggiate rispetto a chi sarà oggettivamente più forte.

Essere #tappabuchiforever non è una conquista.

Poi ci sono le fidanzate, parenti, amanti, ancelle, messe lì come ventriloque del potente di turno che riempie due caselle al posto di uno. Ritengo costoro (come del resto gli uomini della stessa categoria) la peggior specie politicante.

Nell’ottobre 2012 alla vigilia delle Regionali ho scritto lo stesso articolo, dal titolo “Cercasi Susan disperatamente” con riferimento al film ed alla spasmodica ricerca delle quote rosa che avviene solo 15 giorni prima della presentazione delle liste.

Voglio comunque fare un plauso a quelle donne impegnate, appassionate, responsabili, che nonostante ciò e solo per spirito di servizio ed appartenenza ad un’idea hanno acconsentito ad essere inserite in lista.

Dal 6 novembre però faccio a tutte una proposta: fondiamo il partito delle “tappabuchi” , abbandoniamo in massa le liste dei “vampiri di consensi”, facciamogli annullare le liste e andiamo avanti noi. Prendiamo poi 3 tappabuchi maschietti e li facciamo correre dietro di noi.

Invertiamo l’ordine dei fattori, al diavolo le quote rosa.

Chiusa questa parentesi petulante e inutile passiamo al suicidio assistito del centro-sinistra. E’ evidente che i leader del centro-sinistra siciliano stiano studiando a tavolino da mesi il metodo INFALLIBILE per perdere le elezioni.

Già le premesse c’erano tutte. Se la Sicilia è un disastro non è stato Crocetta da solo. Nessuno può fare tutto questo da solo. Quindi ai nastri di partenza il centro-sinistra partiva già con un fardello sulle spalle. Ma i nostri eroi sono riusciti a peggiorare la situazione per essere matematicamente certi di perdere.

Dopo le amministrative di giugno, e la vittoria di Orlando a Palermo, presi da un delirio di onnipotenza hanno trascorso un mese in pellegrinaggio da Pietro Grasso. Il Presidente del senato, forse vedendo sulle teste dei pellegrini la nuvola di Fantozzi, si è ben guardato dal dire sì e sacrificarsi per il bene dell’isola. Mentre Cancelleri e Musumeci in campagna elettorale da settimane avevano già fatto due volte il giro della Sicilia senza trascurare Roccafiorita e Isnello, il centro-sinistra da luglio a metà settembre si trastullava in ameni dibattiti su primarie o sorteggio con bussolotti. A me Micari piace molto. E’ una persona competente, onesta, piena di voglia di fare. E’ in assoluto l’unica novità di questa campagna elettorale e mi auguro che continui il suo impegno anche dopo questa esperienza. Presi dalla sindrome di Churcill il pentasindaco di Palermo e il Pd decidono di gettare nell’agone Micari e di vincere grazie alla sola forza delle superListe.

Ma qui spunta il Tafazzi che è nel cuore di ogni centro-sinistra dalle Alpi alle Madonie: la passione sviscerata per le divisioni. Il vero comunista è felice se si scinde da sé stesso dopo una sana litigata. Da un lato il Pd invece che cercare il naturale alleato alla sua sinistra, preferisce gli alfaniani che, com’è noto, la tendenza al tradimento ce l’hanno sin da quando il ministro degli esteri accoltellò Berlusconi che pur lo aveva creato dalla sua stessa costola. Non sappiamo con certezza cosa faranno gli alfaniani in caso di vittoria di centro-destra ma qualche dubbio può essere legittimo… Così il Pd pur di avere dentro gli ex Ncd litiga con la sinistra. MDP-Art. 1 e bersaniani, dal canto loro, che a giugno avevano appoggiato Orlando in allegra coalizione con gli alfaniani, si ricordano di odiare Renzi e di essere disposti a tutto pur di far perdere il Pd. Così puntano i piedi e gli stessi alfaniani che a giugno andavano bene a settembre non piacciono più. Dal cassetto quindi, tanto per cambiare, tolgono dalla naftalina Claudio Fava e rispettano alla virgola il copione della “sciarra”. Ma non è finita qui.

Il sindaco Orlando ha modificato il noto appello “armiamoci e partite” in un elettorale “armiamoci e candidatevi”. Ma dopo aver annunciato che la lista da lui creata l’Arcipelago Sicilia, sarebbe stata un carro armato imbattibile, a due giorni dalla scadenza della presentazione delle liste si scopre che trattavasi di una Panda.

Gli ultimi due giorni sono stati un delirio. Il Pd di nuovo in pellegrinaggio, ma stavolta da quel Crocetta che hanno usato come parafulmine e bersaglio per 5 anni. A lui chiedono di rinunciare al Megafono e di trasferire tutti i suoi candidati per riempire le liste Arcipelago di Micari presidente. Insomma solo con l’aiuto di Crocetta il Pd ha salvato la faccia e le liste. Da uomo di partito ha detto sì. Ed è probabile, dopo il pasticcio a Messina della lista presentata in ritardo e con metà documentazione che Crocetta non sia neanche candidato, dal momento che qui era capolista.

Se a Messina la lista Arcipelago verrà esclusa sarà arduo raggiungere lo sbarramento del 5% regionale. Questo sarà un duro colpo sia per l’immagine che per i numeri e le conseguenze del flop della lista del Presidente ci saranno anche per tutta la coalizione.

Questo si chiama Harakiri.

Rosaria Brancato