A Palazzo Zanca in primo piano il nodo finanziario. Tra realtà e narrazione

A Palazzo Zanca torna in primo piano la questione finanziaria. Dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2017, adottato dal Consiglio Comunale giovedì scorso, domani il sindaco, Renato Accorinti, e gli assessori, al Bilancio, Vincenzo Cuzzola, ed ai Controlli Interni e Monitoraggio del Piano di Riequilibrio, Guido Signorino, incontreranno la stampa per fare il punto sul previsionale appena adottato, sul piano di Riequilibrio Finanziario e sui rilievi della Corte dei Conti, che è tornata a bacchettare il Comune di Messina con riferimento al bilancio consuntivo 2015 (che è l’ultimo rendiconto approvato in quel di Palazzo Zanca). Le criticità evidenziate dall’Organo di Revisione riguardano in particolare i debiti fuori bilancio, i ritardi nell’armonizzazione del bilancio, il continuo ricorso all’anticipazione di tesoreria, la rinegoziazione dei mutui, il mancato rispetto del divieto sulle spese per sponsorizzazioni, missioni e formazione. L’amministrazione dovrà presentarsi davanti ai magistrati contabili martedì 31 ottobre.

Nonostante l’ennesimo e pesante richiamo della Corte dei Conti, gli amministratori di Palazzo Zanca non perdono l’ottimismo. Come dimostra quanto scrive sul suo blog personale l’assessore Cuzzola, il quale sostiene che “ il bilancio è in equilibrio strutturale”

Me lo avete sentito dire spesso parlando del bilancio 2017/18/19, ma forse è un termine troppo tecnico per i più. Cercherò allora di spiegarmi facendo un esempio sulla famiglia (che in fondo, per noi contabili, è come un piccolo comune, essendo entrambi queste comunità definite, ragioneristicamente aziende di erogazione) per poi passare ai numeri del comune di Messina”.

Se una famiglia ha una entrata complessiva mensile per stipendi di euro 1500, ma ne spende mensilmente per vivere 1650 (per l’alimentazione, il fitto, la scuola, l’auto, ecc.; in pratica per quella che si dice “spesa corrente”), è chiaro – spiega l’esponente della Giunta Accorinti – che ha un disavanzo mensile della gestione corrente per euro 150, che magari colmerà nell’immediato con un prestito, ma se non aumenta gli stipendi o diminuisce la spesa, finirà in default. Se invece questa famiglia avesse una entrata complessiva mensile di euro 1850, ferma restando la spesa corrente mensile di euro 1650, avrebbe un avanzo della gestione corrente di 200 euro mensile, che potrebbe accantonare per qualche spesa straordinaria oppure per qualche investimento”.

Ora nel bilancio del comune di Messina – prosegue Cuzzola – per il triennio 2016/17/18 era previsto un saldo annuale negativo (valori in milioni di euro) della gestione corrente per 14.568 (2016), 10.148 (2017), 6.401 (2018); il che, se non si fosse rimediato, avrebbe voluto dire, alla fine del triennio, ulteriore indebitamento, per complessivi euro 31.109.000. Mentre nel bilancio, approvato giovedì scorso dal Consiglio, è previsto un saldo annuale positivo della gestione corrente (sempre valori in milioni di euro) per 2.057 (2017), 1.165 (2018), 1.165 (2019), che non produrrà ulteriore indebitamento. Ecco perché si definisce “equilibrio strutturale” ed è uno degli elementi che dimostrano come si stia procedendo correttamente sulla via del piano di “riequilibrio”.

Chi invece non è affatto convinto che la situazione economico-finanziaria sia davvero migliorata è l’associazione politica Capitale Messina, che interviene con una nota a firma di Paolo Bitto: Da cinque anni l'amministrazione Accorinti in tema di bilanci ci ha abituati ad una narrazione che si rivela costantemente differente rispetto alla realtà. Anche le ultime dichiarazioni dell’assessore Signorino prima e dell’assessore Cuzzola poi, sono state smentite, ancora una volta, dalla Corte dei Conti, che il 20 ottobre ha espresso osservazioni pesantissime sul bilancio consuntivo 2015, ed in particolare sulla consistenza dei debiti fuori bilancio e le passività potenziali create dall'attuale amministrazione”.

“La storia – continua Bitto – si ripete da anni: tutti i bilanci, sia consuntivi, che previsionali, sono stati sempre presentati con ritardi record, accompagnati dalla promessa che il prossimo sarebbe stato presentato puntualmente, evento mai verificatosi. Ma non è solo la tempistica il problema: in tutti i bilanci sono stati annunciati risultati strabilianti, puntualmente smentiti dopo la valutazione dei tecnici. Ed il previsionale 2017 viene proposto sulla base di dati riferiti al consuntivo 2016 di cui non si conosce l'esistenza. Lo stesso consuntivo che viene preannunciato così positivo e foriero di risultati così straordinari, che potrebbero rendere non necessaria la procedura di riequilibrio”.

Capitale Messina dunque si pone una domanda: ”ma è mai possibile che in un solo anno, il 2016, siano stati raggiunti risultati così positivi da eliminare le criticità stigmatizzate dalla Corte dei Conti nel bilancio 2015? E se così fosse, i progressi raggiunti nel 2016 sarebbero il frutto di cosa? O di errori fatti negli anni precedenti da chi reggeva il timone dell'assessorato al Bilancio o di miglioramenti miracolosi in appena 365 giorni? Nel primo caso, per paradosso, chi oggi vanta questi risultati, l’assessore Signorino, sarebbe il principale responsabile delle valutazioni errate fatte in passato. La seconda ipotesi appartiene al regno dell’imponderabile, visto che ancora non conosciamo i numeri”.

Un dato é certo: il cuore di una amministrazione, rappresentato dalla gestione finanziaria, soprattutto in una fase di predissesto e in fase di riequilibrio, non è immaginabile possa essere gestita in cinque anni da tre diversi assessori che tra l'altro non hanno sempre avuto in delega le due competenze, come allo stato attuale dove il prof. Signorino ha la delega al Riequilibrio e il dott. Cuzzola al Bilancio. Basta solo questo dato – conclude Bitto – per certificare il fallimento di questa amministrazione”.