Tensione sociale, l’appello del segretario generale della Cisl Genovese: «No agli scontri caciarosi, sì al dialogo»

Che la tensione sociale sia alle stelle è ormai un dato di fatto. Lo dimostrano le continue proteste, le manifestazione indette in quasi tutti i giorni della settimana, i botta e risposta fra amministratori e sindacati. Non ultimo quello fra il sindaco Buzzanca e i rappresentanti della Cgil, Oceano e Crocè. Sullo stato di crescente disagio che anima la comunità messinese, interviene anche il segretario generale della Cisl, Tonino Genovese. Quest’ultimo ha scritto una lettera aperta in cui invita tutti a moderare i toni aprendosi al confronto. Di seguito il testo della lettera:

“Sento il dovere e l’esigenza di invitare ancora una volta le Istituzioni e la comunità intera a stringersi e a dialogare perché ci sono esigenze reali, forti e che determinano il comune sentire. Si sta inasprendo, in questi ultimi giorni, la contrapposizione sterile e improduttiva e ciò, dobbiamo dirlo, rischia di “distrarre” l’attenzione e le forze che, invece, devono essere tutte indirizzate al costruire, piuttosto che allo sfasciare.
Messina è una citta nel caos, è vero. Un caos occupazionale, sociale, civico. Aggiungerne altro porta solo alla definitiva implosione dei problemi che, va da sé, restano irrisolti perché sepolti dal populistico primeggiare e voler fare audience. Non ci serve, non serve ai lavoratori che aspettano gli stipendi arretrati, non serve a coloro che hanno perso il posto, non serve a chi ha vertenze pendenti, non serve a chi sta perdendo la dignità perché non sa più come gestire il quotidiano. A queste persone dobbiamo rispondere e, data la responsabilità di cui siamo investiti, dobbiamo dare risposte individuate anche temporalmente. Rivolgo quindi un ulteriore invito al Sindaco per incontrarsi e discutere in merito all’emergenza che stiamo vivendo e a come poterla affrontare con le risorse a disposizione, per avere l’opportunità di esprimere il proprio pensiero, ognuno il suo, e dopo averlo messo in campo individuare punti in comune sui quali ripartire. Avere, istituzioni e parti sociali, l’occasione per sgombrare il campo da personalismi di ogni genere. Avere l’occasione per eliminare gli ostacoli che impediscono anche un solo piccolo passo in avanti nelle vertenze sospese che ammazzano il lavoro. Avere un incontro di civiltà, se pur diverse, con uguali obiettivi: la salvezza della città. Il confronto, la volontà di costruire, il dialogo sono ormai cose ritenute dal pensiero comune l’unica via possibile, l’unica scelta da intraprendere per portare fuori il paese intero dalla crisi. L’unione e la comunione d’intenti, la rimozione degli ostacoli, il fare sistema, il bene comune sono necessari e, ormai, la gente sa e mal sopporta gli scontri inutili e “caciarosi”, perché è più urgente trovare soluzioni condivise. Tutti si stanno rimboccando le maniche per fare perché tutti capiscono che è vitale e prioritario. Chi ancora preferisce lo scontro sperando di attirare attenzione appartiene al passato. Cose così non si vogliono più. Chi non lo capisce è, decisamente, fuori tempo massimo”.