Benvenuti nel G7 della Sicilia con coppola, ombrellino e luoghi comuni

«Ho deciso di fare il G7 a TaoTaorminagrmina perché mi era stato detto che in Sicilia c'è solo la mafia: si tratta di stereotipi, di banalità. Questa è una terra di incroci di storie, valori e civiltà». Era il 22 ottobre scorso e dal terrazzo dell’hotel Timeo che si affaccia sul Teatro Antico, simbolo di Taormina e del G7, l’ex premier Matteo Renzi con queste parole metteva ufficialmente in moto la macchina organizzativa dell’evento che porterà in Sicilia i potenti della terra. Cultura, storia, bellezza, valori e civiltà contro gli stereotipiti e le banalità. Giusto, sacrosanto, eccellente. E poi che cosa accade? Accade che una delle immagini pubblicitarie che proprio in questi giorni vengono distribuite ai media stranieri dall’app governativa dedicata a chi si accredita all’evento raccontano tutt’altro. Raccontano che la Sicilia è coppola, bretelle, sigaretta in bocca, posa malandrina e sguardo fiero. Raccontano che Taormina è una bella ragazza con gli occhi bassi e il sorriso ammaliante, pizzi, merletti e l’ombrellino per proteggersi dal sole cocente (forse sfugge che da queste parti gli ombrelli li usiamo solo se piove ormai da almeno 100 anni). Ecco l’immagine che sta girando il mondo in questo momento per promuovere il G7. La Sicilia mafiosa del Padrino, della Malena di Giuseppe Tornatore, la Sicilia delle coppole e delle femmine, la peggiore Sicilia degli stereotipi e delle banalità che questo G7 doveva sfatare. Eppure di bellezze da scegliere potevano essercene tante. Poteva bastare uno scatto dal Teatro che si staglia sul mare azzurro mentre l’occhio ad un certo punto incontro l’Etna. Poteva bastare uno dei tanti simboli che raccontano che qui venne fondata la prima colonia greca della Sicilia. Millenni di arte e cultura che neanche noi forse sappiamo valorizzare ma che dovevano essere il motore di un evento così importante. Senza coppola e senza sigaretta in bocca.

Uno scivolone che ha già scatenato tantissime polemiche soprattutto sui social. E fa pensare che nei Ministeri italiani le campagne pubblicitarie vengano scelte con poca oculatezza, basti pensare al celebre fertility day. Uno scivolone imperdonabile quando in campo c’è un comunicatore come Matteo Renzi.

LE REAZIONI

Durissima la reazione che il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha affidato a Fb: “Agli attacchi delle tv nazionali mi sono abituato ma non rassegnato, di certo non avrei mai immaginato di dover prendere le distanze da uno spot per il prossimo G7. Mi auguro si sia trattato di un errore e per questo chiederò formalmente alla Presidenza del Consiglio dei ministri di ritirarlo. Alimentare i soliti stereotipi sui siciliani non giova a nessuno tanto meno ad un'Italia che intende ripartire”.

“La Sicilia del G7, quella promossa dal manifesto inviato a migliaia di giornalisti dalla Presidenza del Consiglio italiana in occasione degli accrediti al summit mondiale di Taormina, è esattamente quella dello stereotipo falso, vecchio, ignorante e qualunquistico contro il quale Matteo Renzi ha voluto opporsi, proponendo Taormina al posto di Firenze per questo evento”. Lo dichiara Michela Giuffrida, eurodeputato del Pd.

“Sull’App varata dalla Presidenza del Consiglio – continua Giuffrida – oggi la foto, che purtroppo ha già fatto il giro del mondo, non esiste più, rimossa, cancellata. E ora magari si ripeterà il solito copione di scuse più o meno convinte e giustificazioni che forse costeranno l’incarico a chi questa campagna ha ideato mentre si moltiplicano le reazioni, il disappunto, lo sdegno.

Ma il danno alla terra che si è aggiudicata il G7 per volontà dell’allora Premier Matteo Renzi proprio perché questi aveva cosi voluto rispondere provocatoriamente alle insinuazioni di chi riteneva impossibile che il Summit si tenesse in un territorio a rischio mafioso, è ormai fatto, gravissimo. Promuovere il G7, con l’invio massivo di email a tutti i giornalisti del globo e una app già scaricata centinaia di migliaia di volte, usando una foto in cui un uomo con la coppola, la sigaretta pendente al labbro, camicia nera e bretelle, incolla il suo sguardo su una ragazza rossovestita quanto maliziosamente ammiccante, ma con gli occhi bassi di ordinanza, è assurdo quanto incredibile. Mentre resta amara la consapevolezza – conclude Giuffrida – che, aver messo la coppola sul G7 – proprio per usare un frasario locale vecchio quanto discutibile – per sconfiggere lo stereotipo Sicilia/terra di mafia, è davvero inutile se i primi a vederci con gli occhi de Il Padrino siamo noi”.

"Avrebbero potuto utilizzare l’immagine della splendida Isola Bella, del centro storico di Noto, della Valle dei Templi di Agrigento, della falce di Messina. Per mostrare la Sicilia al mondo avrebbero potuto utilizzare le bellezze storiche e architettoniche di cui questa terra è colma. E invece no, con uno schiaffo all’isola e al popolo siciliano, si è scelto di presentarsi ai big del mondo con un cliché vergognoso e vile”.

“Rimaniamo oltremodo sconcertati e umiliati, in quanto siciliani, nell’apprendere che il Governo ha diffuso tra i media stranieri uno spot per il G7 dove compare l'immagine stereotipata di un uomo con la coppola che segue con lo sguardo una donna con l’ombrellino. Ci auguriamo che si sia trattato solo di un errore e che, in caso contrario, venga subito ritirata questa pubblicità-schiaffo non solo contro il popolo siciliano, ma contro l'Italia tutta". Anche i portaVoce del MoVimento 5 Stelle, Francesco D'Uva, Alessio Villarosa e Valentina Zafarana si esprimono in maniera critica sullo spot che il Governo ha improntato per il prossimo G7 a Taormina.

Fancesca Stornante