Verdetto finale: la discarica di Mazzarrà deve chiudere. Entro 20 giorni si arriverà alla saturazione

Poco meno di un mese fa la Regione aveva decretato il suo verdetto sulla discarica di Mazzarrà Sant’Andrea: niente rinnovo delle autorizzazioni per l’ampliamento del sito e per la realizzazione e gestione dell’impianto di biostabilizzazione. Mancavano ancora i pareri di Arpa, Provincia, Comune di Furnari e Mazzarrà, la partita doveva rimanere aperta, nonostante il responso pesantissimo del Dirigente del Dipartimento Acque e Rifiuti Marco Lupo. Adesso quei pareri sono stati resi, ma il risultato non è cambiato. La società Tirrenoambiente deve condurre la discarica alla chiusura per le troppe anomalie riscontrate nel corso dei controlli avviati in questo ultimo anno da parte della commissione ispettiva della Regione.

Il verdetto è arrivato nel corso dell’ultima conferenza dei servizi che si è svolta a Palermo e si discosta poco da quelle che era stata la posizione della Regione: revoca delle autorizzazioni 391 e 393 del maggio 2009, per ampliamento e biostabilizzazione, e rigetto della richiesta di rinnovo delle concessioni a Tirrenoambiente S.p.a.. Tutti gli organi hanno reso un parere con il quale si è preso atto della drammatica situazione ambientale esistente nella discarica di Mazzarrà. Asp, dell’Arpa, Territorio e Ambiente e Dipartimento Acque e Rifiuti hanno riesaminato il provvedimenti autorizzativi rilasciati nel 2009 ed hanno dato parere positivo per la revoca degli stessi, ritenendo non sussistere i presupposti.

Cosa succederà adesso? La società dovrà produrre il progetto di chiusura della discarica, una prima bozza è giù stata illustrata, adesso ci vorrà ancora qualche settimana per mettere nero su bianco il delicato percorso che dovrà portare quella vastissima area di Mazzarrà a riacquistare l’aspetto che aveva prima di divenire discarica. Il problema è che alla luce dello stato in cui versa il sito si teme che si arriverà alla saturazione nel giro di una ventina di giorni. Considerato che al momento non esiste una soluzione alternativa per i circa 90 comuni che scaricano a Mazzarrà si riaccende il profondo timore dell’emergenza rifiuti. Si resta in attesa di capire quali saranno a questo punto le indicazioni della Regione.

Nel frattempo però arriva l’apprezzamento del sindaco di Furnari Mario Foti per il lavoro attento e scrupoloso svolto dall’ex assessore Nicolò Marino, dal dirigente Marco Lupo, dai funzionari dello staff del Dipartimento Acque e Rifiuti. Per il Comune di Mazzarrà stranamente presente solo il tecnico comunale, il quale non ha espresso parere sulla conformità allo strumento urbanistico dell’invaso all’epoca del rilascio delle autorizzazioni oggetto di revoca. Per Foti “una chiara ed evidente inversione di tendenza rispetto al passato allorquando quest’ultimo ente, socio maggioritario per la parte pubblica, svolgeva un ruolo propulsivo nella vicenda rifiuti che, secondo interessati giudizi, costituiva una sorta di fiore all’occhiello nel territorio. Dopo le note vicende giudiziarie è caduto anche l’ultimo velo, rivelando quanto grave e pesante sia l’attuale situazione della discarica che rischia di causare un disastro ambientale annunciato e di far cadere l’intero territorio in una catastrofica emergenza rifiuti.

Il primo cittadino racconta che paradossalmente adesso è proprio la TirrenoAmbiente s.p.a., ad affermare, come se a gestire il sito fossero stati altri, che “ nel corso dei sopralluoghi, si è dovuto constatare che, inevitabilmente, l’eccessivo cumulo di rifiuti in altezza, ha determinato delle evidenti condizioni di instabilità che rendono impossibile in atto la redazione di calcoli di verifica per una ipotetica conformazione finale. E’ evidente, infatti, la presenza nei rifiuti di una frattura che taglia diagonalmente l’abbancamento. Detta frattura, la cui profondità è impossibile determinare, unitamente allo “spanciamento” del corpo di rifiuti lungo il fronte sud-est ed allo scivolamento del nord-est, rendono assolutamente indispensabile l’ampliamento della campagna di indagini effettuata nell’anno 2013.”

Tutto ciò comporta la necessità di realizzare, con la massima urgenza, dei pozzi inclinati lungo la strada adiacente all’argine di sud-est-; di evitare l’abbancamento dei rifiuti dall’alto, per non compromettere ulteriormente la stabilità di una piramide di rifiuti alta 149 metri; di consentire l’abbancamento laterale al fine di mitigare la spinta della massa a vantaggio della stabilità del corpo rifiuti

In sede di conferenza di servizi, forte e decisa è stata la presa di posizione del sindaco Foti, che ha denunciato di avere ricevuto — da ambienti riconducibili alla TirrenoAmbiente s.p.a. — sollecitazioni e proposte finalizzate ad ammorbidire la posizione del Comune di Furnari nei confronti della discarica e che in passato aveva giù segnalato carenze nei controlli.

Adesso però si deve voltare pagina. Foti, a fronte della drammatica situazione di emergenza ed ai possibili rischi di disastro ambientale, ha rinnovato alla Regione la richiesta di Commissariamento e di gestione diretta dell’invaso, con la relativa messa in sicurezza. La Regione dovrà dire la sua. Nel mezzo c’è un una società che aspetta.

F.St.