Messinambiente, troppo alto il costo dei locali di via Dogali. Calabrò prepara il trasloco

Quattro appartamenti, costo annuo 96 mila euro. E’ quanto sborsa Messinambiente per l’affitto dei locali di via Dogali che ospitano gli uffici amministrativi della partecipata che gestisce il servizio di igiene ambientale. 96 mila euro che, anno dopo anno, hanno inevitabilmente pesato sulle casse di una società in continuo affanno, che avrebbe potuto risparmiare almeno su questa voce e che invece è rimasta con gli uffici in pieno centro città, mentre il Comune avrebbe potuto in qualsiasi momento mettere a disposizione dei locali per ospitare la parte amministrativa della partecipata.

I locali di via Dogali sono di proprietà degli avvocati Giovanni Giacoppo, uno dei legali di fiducia di Palazzo Zanca e membro del Cda del Teatro Vittorio Emanuele nominato proprio dall’amministrazione Accorinti, del collega Antonio Saitta (vicesindaco ai tempi della giunta Genovese) e di Maria Ferrara. Giacoppo nei giorni scorsi, dopo l’articolo di Tempostretto sugli incarichi legali elargiti dall’amministrazione Accorinti, aveva voluto fornire la sua precisazione sui locali in affitto a Messinambiente: «Il contratto di locazione era stato originariamente sottoscritto nell'anno 2005 da mio padre e successivamente fortemente ridotto nel canone e trasferito al sottoscritto e a terzi» ha scritto l’avvocato. Giacoppo parla di canone fortemente ridotto, dunque inizialmente la somma sborsata per l’affitto di questi uffici era sicuramente superiore. Il dato certo è che in questi ultimi anni, anni di grande sofferenza economica per la partecipata, nessuno ha pensato di abbattere questo costo annuo.

Nessuno fino ad oggi. Perché in realtà l’attuale commissario liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò ha già deciso di non rinnovare il contratto di affitto in scadenza al 31 dicembre 2016. Quindi, qualunque sarà il destino della partecipata che sulla carta non gestirà più il servizio di gestione rifiuti già dal prossimo 30 giugno, di certo non ci sarà più nessun legame con gli affittuari dei locali di via Dogali.

Calabrò ha già avviato una discussione con l’amministrazione Accorinti, mettendo sul tavolo anche diverse proposte per trovare nuova casa all’area amministrativa di Messinambiente. A costo zero. Perché il Comune ha delle soluzioni immobiliari per abbattere costi di questo tipo e Calabrò vuole a tutti i costi individuare una sistemazione che anche logisticamente potrebbe andare incontro alle esigenze più generali della società. Qualunque sarà il destino di Messinambiente. L’idea potrebbe essere quella di sfruttare dei locali comunali presso lo stadio San Filippo o nell’area del Palarescifina, sempre a S. Filippo. Secondo Calabrò nella stessa zona potrebbe essere attrezzata un’area per i mezzi, sia per quelli della raccolta classica che soprattutto per quelli che saranno destinati alla differenziata. Lo stesso si dovrebbe fare a Pace, dove si trova la piattaforma di trasferenza. In questo modo Messinambiente potrebbe contare su tre punti chiave collocati nelle tre zone della città, nord, centro e sud, in modo da poter anche organizzare e ottimizzare i servizi. Ipotesi che in questo momento sono al vaglio dell’amministrazione, ci sarà tempo per studiare eventuali delle alternative, ma Calabrò non ha intenzione di tornare indietro sugli affitti di via Dogali. Per il commissario non ha senso di continuare a sborsare quella somma, il contratto non è stato rinnovato e tra l’altro Messinambiente dovrà essere assorbita dalla Multiservizi. Il panorama di azione sarà dunque diverso. E diverse dovranno essere le strategie. Intanto questa è la prima messa in campo da Calabrò.

Francesca Stornante