Migranti, torna l’ipotesi trasferimento alle Dune. Lunedì vertice in Prefettura

“Thank you! Thank you! Thank you!”. Così i ragazzi africani accolgono la notizia che potrebbero essere spostati in un posto più idoneo. Almeno, se tutto va bene. A dichiararlo,il sindaco Renato Accorinti, di ritorno da un vertice in prefettura. Il Prefetto Trotta era assente e il sindaco insieme all'assessore Cucinotta si sono confrontati con il vice prefetto Cernaglia.Accorinti ha fatto notare che gli oltre cento ottanta migranti ospiti al Pala Nebiolo, per i quali la Prefettura stava attrezzando una tendopoli nel limitrofo campo da baseball, possono essere ospitati nel villaggio turistico Le Dune, il primo che ha formalizzato la disponibilità ad accoglierli. “Si è detto che il villaggio Le Dune doveva essere abbattuto ma non è così” – spiega Renato Accorinti – “L'edificio presenta un abuso edilizio, per il quale i proprietari avevano chiesto un condono, respinto dal Comune. I proprietari, però, hanno fatto ricorso, quindi, fino al pronunciamento della Corte, non c'è nessun motivo logistico o legale che ci impedisce di usare quel luogo per offrire un'accoglienza più dignitosa a questi ragazzi”. Torna quindi la possibilità di spostare i migranti alle Dune. La decisione definitiva è rinviata a lunedì mattina, quando, alle ore 10:00, si svolgerà il tavolo territoriale già programmato e dove il Comune, porterà tutte le carte necessarie per dimostrare la possibilità di utilizzare il plesso delle Dune. Già allertato a tal proposito l'assessore all'urbanistica Sergio De Cola. “Dopo che avremo il si della Prefettura, procederemo velocemente a sbrigare l'iter necessario con il Ministero, per portare a termine il prima possibile la procedura dello spostamento dei fondi ministeriali presso quell'ente piuttosto di questo. Così scriveremo finalmente la parola fine a questa cosa indecente. Non intendiamo avere più intoppi”, ha spiegato il Sindaco mentre le sue parole venivano simultaneamente tradotte al megafono in inglese per i ragazzi africani. Ascoltavano con attenzione i giovani dell'Eritrea, Somalia, Nigeria, Ghana, Senegal, Togo e Mali, finalmente le prime risposte ad una situazione che fino a qualche ora prima sembrava assurda, oltre che intollerabile. Alla fine gli applausi e i ringraziamenti: “Grazie a tutti voi messinesi, ai governanti come a chi è rimasto tutto il giorno insieme a noi”, ci tiene a ringraziare al megafono un ragazzo eritreo.

La giornata, infatti, è stata decisamente lunga ed è iniziata questa mattina, con l'avvistamento dei primi camion che scaricavano il necessario per allestire il campo profughi. Subito gli attivisti delle associazioni cittadine si sono attivati, Arci e Teatro Pinelli in testa, sul posto e improvvisando un sit-in di protesta. A loro si sono prontamente uniti i ragazzi del centro, esasperati per le condizioni in cui sono costretti a vivere e letteralmente turbati all'idea di essere spostati in delle tende.

“No alla tendopoli.” Lo avevano già detto amministrazione e società civile, l’ha ribadito ieri in un’assemblea cittadina il consiglio del V quartiere. Ieri nel corso dell'’assemblea di quartiere erano state denunciate le condizioni in cui versano i giungendo 182 ragazzi nella palestra messa a disposizione dall’università.Problemi di privacy e di igiene, essendo disponibili solo tre bagni per oltre centottanta persone. Quello che viene contestato al Palanebiolo, inoltre, è di non avere un preciso statuto giuridico, dal momento che non rientra nella classificazione dei centri ministeriali. La scarsa assistenza e informazione legale fornita a queste persone, tutte formalmente richiedenti asilo politico. All’inizio al palanebiolo erano 52 ragazzi non più grandi di trent’anni provenienti dal Corno d’africa, Somalia ed Eritrea. Poi sono arrivati scaglionati altri gruppi e attualmente ci sono più di sette nazionalità costrette a convivere nel centro a stretto contatto, una convivenza non facile, come testimoniano le due mediatrici culturali designate dal comune.Un problema, ulteriore, è quello dei minori. Per ventitrè ragazzi è stata accertata l’età con la prova del polso, che però ha un margine di errore di due anni. Per tre di loro è stato chiesto un accertamento all’ufficio immigrazioni. Uno è stato riconosciuto minorenne e subito messo sotto tutela.

Sulla situazione dei migranti e la loro accoglienza si pronuncia anche il consigliere comunale del PD, Nino Cucinotta. “Tende o containers senza servizi adeguati non possono dare ospitalità a 182 esseri umani” – scrive il consigliere in una nota ufficiale – “ Accogliere dei richiedenti asilo in una palestra e adesso in dei containers, contravviene ai requisiti minimi della Direttiva 2013/32/UE. L’improvvisato centro di accoglienza al Pala Nebiolo tra l’altro solleva molti dubbi anche di natura giuridica, dal momento che se dovesse protrarsi la permanenza degli “ospiti” questo significherebbe aver istituto un centro senza decreto ministeriale e senza i requisiti minimi di legge. Non si tratta dunque nè di un CARA nè di uno SPRAR. Bisogna riconoscere che Messina non è in grado di far fronte all'accoglienza dignitosa di cotanti esseri umani che sono giunti fin qui con la speranza di acciuffare la libertà e la dignità fin dalla nascita scippata. lI Prefetto, viste le sollecitazioni e le grida d'allarme lanciate dall'Amministrazione comunale, dalle associazioni e dai tanti cittadini deve necessariamente prendere in mano le redini della situazione e cambiare rotta.”

Verso le due del pomeriggio è giunto sul luogo della protesta il sindaco Renato Accorinti, insieme all'assessore alla protezione civile Filippo Cucinotta e seguito dall'assessore ai servizi sociali Nino Mantineo, mentre l'esperta del comune, Clelia Marano, si trovava già insieme ai migranti fin dalla mattina. Il sindaco ha spiegato di essere riuscito a parlare con il ministro del Interno Alfano, tramite il ministro D’Alia, e con la Ministra Kyenge quale ha chiesto di fare un sopralluogo a Messina. Poi, verso le sedici del pomeriggio, si è recato in prefettura. Nelle ore passate ad aspettare risposte, migranti ed attivisti hanno passato il tempo chiacchierando, l'intervento di due ragazzi con la chitarra ha vivacizzato l'attesa, soprattutto quando gli stessi ragazzi africani hanno cominciato a cantare e inventare nuovi ritmi. Alla fine, calata la notte e sceso il freddo, Accorinti è tornato per riferire dell'incontro in Prefettura. Dopo aver ascoltato il sindaco i ragazzi vanno a cena, più tranquilli. L'appuntamento, adesso è per lunedì mattina. Stay tuned.

(Eleonora Corace)