Profughi trasferiti a Guidonia. Per chi resta a Messina si profila l’uso de “Le Dune”

Lascia Messina una buona parte dei profughi fin qui ospitati al PalaNebiolo. Dopo quattro giorni di braccio di ferro tra Prefettura ed amministrazione comunale per evitare il trasferimento dei richiedenti asilo nelle tendopoli, dopo lo "sfratto" dalla palestra universitaria, il Governo ha disposto il trasferimento a Guidonia, nel Lazio. Poco prima delle 23.45 il primo bus con circa 30 uomini, scortato dalla Polizia, è partito alla volta della struttura dove é attiva una struttura Sprar, cioè un centro autorizzato. Già mesi fa il Comune di Guidonia si era detto disponibile ad accogliere più i 70 profughi, attivando la struttura comunale. Altri ne dovrebbero partire oggi, sempre alla volta di Guidonia, probabilmente un'altra trentina.

Restano a Messina, invece, i minorenni, in attesa della decisione del giudice tutelare. La decisione é stata assunta in serata e formalizzata con ordinanza prefettizia, dopo l'ennesimo faccia a faccia tra il Vice perfetto Cerniglia e il sindaco Renato Accorinti, che di fatto ha dovuto ammettere di non essere riuscito ad individuare una struttura idonea per ospitare i profughi. Nel pomeriggio però sembra essere stato raggiunto l'accordo sull'utilizzo del villaggio turistico Le Dune di Mortelle, requisito dal Comune con ordinanza sindacale.

Considerato che il villaggio non presenta comunque inagibilità tali da essere rischioso per l’incolumità delle persone, l’amministrazione ha, alla fine, deciso di porlo sotto sequestro. “La giornata è stata lunga – racconta il Sindaco – siamo stati in Procura per recuperare tutti i dati ed è emerso che l’illegalità del complesso turistico Le Dune è insanabile. Per questo la Procura ha sollevato delle perplessità. Noi come amministrazione – non parlo a nome del Prefetto – siamo arrivati ad assumerci la responsabilità che le contingenze ci hanno richiesto ed abbiamo pensato di scegliere la strada della requisizione dell’edificio. La cosa più importante in questo momento è che i nostri fratelli non vengano accolti in condizioni disumane. Siamo giunti a questa soluzione, grazie al contributo del Segretario Generale Le Donne e a tutta la Giunta, per fare un atto di umanità dovuto. Il Prefetto Trotta è assente, noi abbiamo consegnato il documento alla vice prefetto Cerniglia. Analizzeranno i documenti e ci chiameranno. Poi l’iter urbanistico e amministrativo farà il suo corso. La Procura e l’urbanistica dicono che il difetto del plesso è insanabile, ma questo non comporta pericoli per l’incolumità delle persone”.

Un cittadino si appella al sindaco: “Che il villaggio turistico Le Dune non diventi un ghetto e un centro militarizzato”. A questo il Sindaco risponde che sarà fatto il possibile – finanche chiedere all’assessore Cacciola di pensare un bus apposito – nei limiti, ovviamente, delle possibilità del Comune. Accorinti, a chi gli chiede come mai l’amministrazione abbia sposato la logica del trasferimento in blocco per motivazioni di sicurezza piuttosto che la frammentazione in diverse strutture cittadine, risponde: “Questo è il primo passo, se domani ci saranno ipotesi migliori verranno messe in campo”. Preoccupazione da parte dei ragazzi del “Pinelli”: “Sono state montate comunque altre tende nel campo da baseball e adesso sono ormai una trentina. Un fatto che lascia perplessi, nonostante dalla Prefettura si continuino a smentire le voci di ulteriori ed imminenti arrivi. I lavori hanno completamente compromesso l’impianto di drenaggio del campo, come testimoniano le foto scattate questa mattina dal circolo Arci Thomas Sankara. Accanto alle tende già montate, fanno bella mostra di sé pozzanghere talmente grandi da sembrare laghetti.

E sull’uso improprio del campo da baseball interviene anche l’associazione sportiva Fibs Sicilia, con “indignazione e rabbia” dal momento che: “una dozzina di tende allineate su di un campo scoperto non è un gesto di solidarietà, è semplicemente una soluzione dozzinale e frettolosa. Con questa scelta si è garantito ad un centinaio di profughi un inverno all’addiaccio e a migliaia di ragazzi si nega la possibilità di crescere con lo sport. Quello che loro vedono come un campo -spiega Michele Bonaccorso, Presidente Fibs Sicilia – per noi è molto di più: è un luogo di aggregazione ed inclusione sociale, è un’agenzia formativa, è il campo della crescita personale e sportiva dei nostri ragazzi.”

Oggi verranno stabiliti i “dettagli tecnici” circa il trasferimento dei migranti a "Le Dune". Nel frattempo, verso le 22 di ieri, si sono verificati momenti di tensione al PalaNebiolo. A scatenare la reazione degli attivisti che hanno bloccato il cancello del centro, l’arrivo di un pullman per una trentina di ragazzi africani. Ad allarmare la gente sul posto e farne giungere altra in supporto, l’incertezza sulla destinazione dei ragazzi. Sul posto si è prontamente recato l’assessore Nino Mantineo. Il pullman era destinato ad un gruppo di migranti Somali, tra i quali c’era la preoccupazione si trovassero anche dei probabili minori. Alla fine, però, la notizia, positiva, che il gruppo veniva trasferito per partecipare ad un progetto Spraar: “Abbiamo avuto, dopo lunghe trattative, certezza della destinazione: lo SPRAR della città di Guidonia – spiega il Circolo Arci Thomas Sankara – Mentre per i minori designati abbiamo ottenuto che rimanessero qui, in attesa dell'accertamento da parte del giudice tutelare”. Il presidio si è, dunque, spontaneamente sciolto e gli attivisti hanno aspettato, insieme agli altri migranti, la partenza del pullman, condita dai saluti e una buona dose di “good luck”. Ora, restano da stabilire tempi e modalità del trasferimento dei migranti al "Le Dune"; mentre il conducente del pullman che ha portato i somali verso forme di accoglienza più dignitose ha parlato di “altri pullman” previsti per i prossimi giorni: non si sa per chi e per quale destinazione. Restano, inoltre, sullo sfondo, le prime trenta tende già montate del campo profughi.

(Alessandra Serio – Veronica Crocitti – Eleonora Corace)