FuoridiMe:”Quando torno a Messina guardo tutto con occhi nuovi ma non resto”

Vorrei iniziare la mia storia portando indietro il tempo alla metà del Maggio 2011, quando vidi il mio nome nella lista dei futuri studenti dell’università LUISS Guido Carli.

Ricordo ancora bene la sensazione che provai, ero estasiato al pensiero di questa grande opportunità: iniziare gli studi universitari in una prestigiosa università, che avrebbe comportato certamente tanti sacrifici e responsabilità in più.

Arrivò settembre ed i miei sentimenti di estasi erano già svaniti e all’inizio avevo tanta paura. Di colpo mi ritrovai in una città di tre milioni di abitanti, Roma, in un contesto accademico molto competitivo e motivante, senza pranzi o cene già pronte e ne tanto meno camicie stirate.

Interessato sin dall’ultimo anno del percorso liceale, ho frequentato il corso di laurea triennale in Economia e Management, con una specializzazione durante il terzo anno in Gestione d’impresa.

Se potessi riassumere i primi tre anni universitari, direi che è stato un viaggio bellissimo, ricco di tantissime esperienze: i primi esami che non furono adeguati alle mie aspettative – diritto privato fu un’odissea – la difficoltà ad ambientarsi, le nuove, solide amicizie e la famiglia a supporto che rappresentarono le chiavi per affrontare tutti gli ostacoli.

L’esperienza a Roma mi ha sicuramente aiutato a crescere, a maturare anno dopo anno, e soprattutto a riconoscere dove e cosa avevo sbagliato.

Dopo essermi laureato alla triennale, spinto dalla voglia di sfidarmi ulteriormente, sono stato selezionato tra i cinque studenti partecipanti ad un programma di doppia laurea magistrale, e così dopo il primo anno di Master in Management – Innovation and Entrepreneurship alla LUISS, sono partito alla volta della Svezia, dove ho frequentato il Master in Innovation and Industrial Management dell’Università di Gothenburg.

La nostalgia di casa o le paure iniziali per questa nuova esperienza erano ormai sentimenti vecchi. L’opportunità di vivere per un anno in Svezia mi ha arricchito su tematiche ancora poco sviluppate in Italia, ma soprattutto mi ha insegnato ad adattarmi e convivere in nuovi ambienti culturali.

Ho compreso le infinite differenze tra le due nazioni, ma soprattutto tra le tre città che sento tutte come la mia casa. Nulla come un’ esperienza fuori dal proprio stato ti fa sentire cittadino del mondo.

Queste esperienze mi hanno arricchito umanamente, avendo stretto amicizia con persone provenienti da tanti paesi del mondo, con tradizioni e modi di pensare e di vivere diametralmente opposti dal mio, ma accomunate dalla stessa voglia di conoscere e imparare l’uno dall’altro.

Posso dire di essere tornato in Italia con occhi nuovi; valori come il rispetto del prossimo e soprattutto dell’ambiente sono elementi fondamentali della società moderna.

Quando torno cerco sempre di applicare questi valori, nonostante sia veramente difficile a causa di evidenti differenze culturali e mancanza di risorse. Infine, tutte queste esperienze mi hanno soprattutto insegnato quanto sia importante la nostra capacità di adattamento specialmente in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo.

La nostra capacità a conformarci alla cultura del paese in cui risiediamo ormai è vista come una skill dalle grandi organizzazioni. Più abbiamo viaggiato, visto e conosciuto, più siamo riconosciuti come risorsa fondamentale per l’azienda. Proprio come disse Steve Jobs durante il Commencement Speech all’Università di Standford: “Siate affamati, siate folli”.

Non dobbiamo mai smettere di aver voglia di conoscere, di imparare e di vedere. Dopo la laurea ho avuto le mie prime opportunità di lavoro all’estero e nel settore dell’automotive, uno stage in Product Management da Nissan Motor Europe, e prossimamente parteciperò al Global Graduate Programme in Volvo Car.

Avrò l’opportunità di viaggiare, scoprire posti nuovi, conoscere tante persone, imparare dagli altri e da me stesso. Un nuovo inizio, una nuova avventura e nuovi amici, con tre imperativi in testa: scoprire, conoscere, imparare.

Tornare a Messina? Purtroppo non è al momento nei miei piani almeno più prossimi.

Io amo la mia città, amo tornare e ritrovare la mia famiglia, i miei amici, il sole, il mare, il Pilone e la granita. Tuttavia, considerando i miei obiettivi, sono costretto a intraprendere la mia carriera professionale altrove, in posti dove ho l’opportunità di crescere e sviluppare capacità e conoscenze fondamentali che oggettivamente la mia città oggi non mi offre.

Sono consapevole, però, che qui esistono bellissime realtà create da ragazzi, o meglio amici che con grande spirito aggregativo offrono attività e eventi unici in ogni periodo dell’anno rinnovando quello spirito di entusiasmo a una città che può e deve cambiare.

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust)

Francesco

Associazione FuoridiME