Eliminare il pedaggio di Ponte Gallo. Udc e Ncd chiedono aiuto al sindaco Accorinti

La tenacia del consigliere della VI circoscrizione, Mario Biancuzzo, è da ammirare. Non si è mai arreso nonostante da tanti anni lotti contro i mulini a vento per chiedere l’eliminazione del pedaggio al confine tra l’ultima frazione del Comune di Messina, Ponte Gallo, lì dove ricade, e il Comune di Villafranca. Si tratta dell’unico svincolo a pagamento all’interno del territorio comunale, un’evidente discriminazione rispetto al resto della tangenziale fruibile gratuitamente.

I vertici del Consorzio Autostrade Siciliane hanno più volte ribadito di non avere il potere di eliminare il pedaggio, in quanto previsto dalla concessione ministeriale in vigore. Il presidente Faraci ha anche detto di aver inviato un quesito al Ministero ma di non aver mai ottenuto risposta e che l’unica soluzione al momento plausibile è il cambio di gestione della tratta. In pratica il Cas si libererebbe volentieri di un fardello, la tangenziale, che non riesce a mantenere a dovere tra interventi di manutenzione dell’asfalto, gallerie, viadotti e illuminazione.

Ma chi allora dovrebbe gestirla? Se n’è discusso stamane nel corso di una conferenza stampa convocata dai gruppi consiliari Udc e Ncd che hanno chiesto, provocatoriamente, l’assunzione di responsabilità da parte del Comune. Impossibile, chiaramente, che la tratta venga gestita da Palazzo Zanca, a maggior ragione considerando le condizioni finanziarie in cui si ritrova. Potrebbe essere l’Anas, che già ad esempio gestisce la tangenziale di Catania, oppure si potrebbe pensare a modificare la concessione vigente col Ministero. I quasi 3 milioni all’anno che il Cas incassa dal pedaggio di Ponte Gallo potrebbero forse essere “recuperati” aumentando di 10 centesimi il pedaggio agli altri caselli dell’A 20. Un costo che non inciderebbe più di tanto sulle spese dei viaggiatori quanto invece incide allo svincolo di Villafranca.

In realtà il Consiglio comunale ha già approvato un ordine del giorno, a giugno dello scorso anno, col quale impegnava il sindaco e le deputazioni regionali e nazionali ad interessarsi del problema ma, come sempre, non ci fu alcun seguito. “Adesso – dice il consigliere Franco Mondello – ribadiamo che deve essere il sindaco a fare una richiesta ufficiale al Ministero, così per come si era impegnato. Chiederemo di nuovo il suo intervento in Consiglio e, se dovessimo essere di nuovo ignorati, agiremo di conseguenza a difesa di un territorio che soffre ricadute sociali e turistiche”.

Biancuzzo ha ribadito ciò che afferma da anni: “Ho scritto al sindaco ma non mi ha ricevuto. Chiedo di essere uniti in questa battaglia, il pedaggio deve essere eliminato per tutti perché nessuno viene più a farsi una passeggiata o a prendersi un caffè in zona a causa di questo balzello. Lo chiamano casello di Villafranca per giustificarsi ma siamo nel territorio comunale di Messina. Abbiamo un mare bellissimo, ma siamo sempre stati penalizzati da questo pedaggio”.

Il gruppo Udc si è intestato la battaglia. Gli stessi concetti sono stati ribaditi dal capogruppo Mario Rizzo, dai consiglieri Libero Gioveni e Mariella Perrone ed anche dalla consigliera Daniela Faranda, dell’Ncd, gruppo sempre più vicino politicamente all’Udc, che presto potrebbe riunirsi in un unico soggetto, Area Popolare, così come avviene in Parlamento. E a proposito di Parlamento, visto che il referente sul tema è il Ministero delle Infrastrutture, sono stati chiamati in causa anche i referenti politici messinesi nazionali di Udc e Ncd, Gianpiero D’Alia e Vincenzo Garofalo. Anche a loro è richiesto di fare da tramite per eliminare quell’odioso pedaggio.

(Marco Ipsale)