Mense scolastiche, tutto fermo al palo. Il bando è pronto ma mancano i soldi

Mense scolastiche? Queste sconosciute. Ormai da due anni, quando si parla di mense, si parla di proteste, servizi sospesi, tanti disagi. E si parla di un’amministrazione comunale che tra ritardi sui bilanci e mancata programmazione non è stata capace di garantire un servizio per una popolazione studentesca di migliaia di piccoli alunni. Una settimana fa i lavoratori erano tornati a farsi sentire dopo essere rimasti in stand by per mesi, si sono presentati a Palazzo Zanca facendo irruzione nella sala consiliare durante i lavori di commissione, avevano ricevuto qualche debole rassicurazione dall’assessore Ialacqua, unico esponente di giunta in quel momento disponibile per incontrare i lavoratori in protesta. Ma nel frattempo sono trascorsi altri sette e giorni e niente. Non è accaduto nulla.

Dal canto suo, il dirigente del Dipartimento Pubblica Istruzione, Salvatore De Francesco, spiega di aver chiuso tutti gli adempimenti necessari per affidare nuovamente il servizio di refezione scolastica: «Ho esitato la determina che approva il bando di gara che introduce le novità in tema di aggiudicazione, il capitolato di gara e anche il codice cig necessario per dare il via a tutta la procedura». Dunque cosa manca? Inutile anche chiederlo: i soldi. De Francesco spiega di aver già inviato tutto alla Ragioneria del Comune per la copertura finanziaria ma gli atti sono rimasti fermi. «Sul peg 2016 sono stati previsti 200 mila euro che ho subito impiegato, per il 2017 però non essendoci ancora il bilancio non si può fare molto. Esitando questi atti adesso si può dare il via ad una gara che garantirebbe comunque il servizio per 5 mesi». In ballo ci sono infatti 1.100.000 euro, somma che appunto non coprirebbe l’intero budget necessario per un intero anno scolastico. De Francesco inoltre rimane dubbioso anche sugli effetti che sortirà il servizio di refezione comunale non appena tornerà nelle scuole. Non dimentichiamo che si tratta di un servizio a domanda individuale, servizi per cui il Comune deve avere un rientro del 36%, viste anche le sanzioni della Corte dei Conti. Non ci saranno più esenzioni e riduzioni per nessuno, tutte le fasce di reddito pagheranno allo stesso modo, quindi non si sa che impatto avrà tutto questo sulle famiglie.

Intanto anche la Filcams Cgil tiene i riflettori accesi: “La questione del servizio di refezione scolastica rimane sempre in attesa di atti amministrativi che non arrivano. Prendiamo atto che la Giunta dovrebbe produrre nella giornata di giovedì un atto di indirizzo sull’impegno di spesa, auspichiamo che non sia l’ennesimo annuncio a vuoto”, commentano così il segretario generale della Filcams-Cgil di Messina Carmelo Garufi, il segretario provinciale Francesco Lucchesi e il segretario generale della Flc provinciale Pietro Patti l’esito dell’incontro di ieri mattina con il neo assessore comunale al Bilancio.

Il sindacato ricorda che ben 80 lavoratori attualmente sospesi dal servizio sono a rischio licenziamento e che l’urgenza di tempi brevissimi è dettata dalla necessità di salvaguardare un importante futuro occupazionale oltre che a garantire finalmente che un servizio così importante per la collettività e che è stato gravemente negato rientri a pieno titolo nei programmi dell’amministrazione cittadina.

“I fondi annunciati, più volte promessi e di fatto rimasti solo sulla carta senza assicurare neanche per l’anno in corso un servizio di refezione scolastica con nuove pesanti conseguenze per piccoli utenti, famiglie e personale della scuola devono essere immediatamente utilizzati per finalizzare la procedura del nuovo bando di gara che dia stabilità allo stesso per i prossimi mesi garantendo certezze sia sul piano occupazionale che su quello dell’offerta sociale da dare”, questa la richiesta ribadita fino ad oggi dagli esponenti della Filcams.

“In assenza di atti concreti avvieremo nuove iniziative di lotta, già a partire dalla prossima settimana, per la difesa occupazionale e a sostegno di un servizio importante per la collettività”.

Francesca Stornante