Porto di Tremestieri, il Comitato “La Nostra Città” si rivolge all’Autorità Anticorruzione

Era il 28 marzo 2014, esattamente un anno fa, quando il Comitato “La Nostra Città” depositò presso la Procura della Repubblica di Messina un esposto sulle vicende legate all’approdo di Tremestieri. “In quest’anno trascorso – afferma Saro Visicaro – altri fatti si sono aggiunti a quelli descritti, che molto probabilmente configurano reati. In ogni caso, è sotto gli occhi di tutti, le vicende legate al traghettamento comportano rischi e danni per i cittadini messinesi e non solo. Siamo stati costretti a ricorrere alla magistratura in mancanza di risposte e provvedimenti da parte delle istituzioni e degli amministratori di ogni ordine e grado. Poiché non è più possibile attendere passivamente risposte che non arrivano, mentre quello che succede diventa sempre più scandaloso, bisogna andare oltre”.

E’ per questo che il Comitato La Nostra Città si rivolgerà al Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, “per un controllo di tutti gli atti e i passaggi riguardanti i vari appalti legati alla realizzazione, manutenzione e gestione dell’approdo di Tremestieri che dal 2008 rientra nella disponibilità dell’Autorità Portuale di Messina. Così come verrà chiesto che si faccia luce su tutti gli atti legati all’appalto e al finanziamento da 80 milioni di euro del nuovo porto a Sud. Una storia che parte dal 26 gennaio 2010 quando l’allora sindaco Buzzanca firmò il bando di gara per l’indizione dell’appalto concorso. Un appalto chiavi in mano aggiudicato una prima volta nel 2011 e riassegnato nel 2013 e che oggi si scopre mancante di necessaria copertura finanziaria. Un’opera che, com’è dimostrato dal sistema vigente degli appalti in Italia, porterà inevitabilmente a varianti e contro varianti in qualche modo rese indispensabili da progettazioni datate e da variazioni di prezzo. Ritardi il più delle volte ben congegnati per alimentare il sistema della corruzione”.

Perplessità e amarezza anche da parte dei sindacati Fast Confsal e Ugl Mare, che bocciano le proposte di Comune e Autorità Portuale. “Il progetto avanzato dal Comune – affermano Nino Di Mento e Guglielmo Pellegrino – è totalmente inappropriato poiché la storia dice che la potenza delle sciroccata ha smantellato un muro di sopraflutto e sposta continuamente tetrapodi entrambi in cemento armato e viste le analisi della sabbia di tipo pietroso impossibile da aspirare. Il presidente De Simone, invece, dichiara che vorrebbe chiudere il porto per i mesi necessari allo studio della Dhi, scelta scellerata per i lavoratori del Terminal e per l’intera città sottomessa per ulteriore tempo al passaggio dei Tir dal centro cittadino”.

Per i sindacati, mettere la struttura in gara in queste condizioni è stato uno sbaglio. “Avevamo chiesto più volte all'Autorità Portuale, al Comune e alla Capitaneria di Porto, ognuno per propria competenza – proseguono Di Mento e Pellegrino – di sedersi attorno ad un tavolo per trovare soluzioni concrete per far funzionare gli approdi, rendendoli quanto più possibile attivi fino a quando non saranno ampliati. Così non è stato per volontà e scelte che noi abbiamo ampiamente contestato ed oggi assistiamo a dichiarazioni quantomeno azzardate, confuse o palliative vista l'emergenza creata”.