Zona Falcata, sentenza rinviata al 16 gennaio. E la farsa continua…

Ad un occhio esterno, tre mesi in più rispetto a ritardi decennali potranno sembrare bazzecole. Chi invece conosce le bellezze e lo scempio della Zona Falcata sa che anche un solo giorno in più perso senza fare niente è un insulto alla città.

Un contenzioso ventennale tra Stato e Regione, tra i loro bracci Autorità Portuale ed Ente Porto, risolto a favore del primo solo grazie all’accordo del 23 aprile 2014, che ha sancito la rinuncia sulle aree da parte di Regione ed Ente Porto, con l’avvio dell’iter di liquidazione per quest’ultimo, concretizzato il 19 giugno di quest’anno.

Regione ed Ente Porto hanno mantenuto i propri impegni e rinunciato ai due giudizi in corso. Tutto finito? Macché. Quel 23 aprile, nella sede dell’Autorità Portuale, era presente anche il sindaco Accorinti per “festeggiare” la fine di liti che avevano bloccato lo sviluppo della Zona Falcata. Il paradosso è che poco dopo il Comune si è costituito in giudizio, in uno dei due procedimenti, per opporsi alla rinuncia dell’Ente Porto. Un cambio di rotta quantomeno curioso, soprattutto se si pensa che a causa del protrarsi della contesa giudiziaria, non sono state avviate le agognate operazioni di bonifica.

La speranza era che, in un senso o nell’altro, tutto finisse con l’udienza prevista in Tribunale lo scorso 2 ottobre. E invece, come spesso accade nelle aule giudiziarie, ecco un rinvio, al 16 gennaio. Il problema è che tanto il Comune quanto l’Autorità Portuale si dicono certi di essere dalla parte giusta e di avere la titolarità delle aree contese. Sullo sfondo, il disaccordo sul Piano Regolatore Portuale, approvato dal commissario Gaspare Sinatra nel 2007, che però non ha ancora ottenuto il via libera ambientale.

Del piano si potrà discutere e si potranno apportare tutte le modifiche ritenute corrette. Quello che interessa ai cittadini, però, indipendentemente dalla titolarità delle aree, è che parta la bonifica della Zona Falcata. Comune e Autorità Portuale dovrebbero trovare un accordo per chiudere bonariamente la contesa giudiziaria e avviare la riqualificazione. Ma il timore è che almeno fino al 16 gennaio non accadrà nulla. A Messina, come spesso accade, a vincere sono i ricorsi e le perdite di tempo.

(Marco Ipsale)