10 motivi per andare a votare, e magari tirargli dietro la scarpa spaiata

Avevo deciso di dedicare la rubrica a qualcosa di positivo, anche perché dal 5 ottobre Saturno non è più contro il mio segno zodiacale e avvertivo una ventata di leggerezza dopo tre anni in cui ne ho viste di tutti i colori. Poi però è apparso sulla scena l’assessore regionale della Lombardia Domenico Zambetti arrestato per aver comprato i voti della ‘ndrangheta a 50 euro l’uno. Nelle stesse ore il capogruppo dell’Idv del Lazio Vincenzo Maruccio finiva sotto inchiesta perché sarebbe riuscito a sottrarre più di 800 mila euro dal conto del partito. Lo stesso giorno veniva sciolto per mafia il consiglio comunale di Reggio Calabria. Ad ultimare il quadro c’è in Lombardia un serafico Formigoni che resta abbarbicato nonostante tra Consiglio e giunta vi siano più indagati che piccioni in piazza Duomo a Milano. A Lecco il presidente dell’Aler, Antonio Piazza, parcheggia per anni la Jaguar nel posto per disabili sotto la sede e quando un disabile vero lo fa multare lui per dispetto gli buca le ruote dell’auto. Di materiale ce n’è abbastanza per pensare che Saturno continua ad essere non solo contro me ma anche contro gli elettori italiani. Ad inizio settimana mi ero ripromessa di scrivere l’elenco dei 10 motivi per andare a votare, ma con il passare dei giorni e delle notizie il mio ottimismo è andato affievolendosi. A farmi riflettere è stata quella cifra, quei 50 euro che son bastati a circa 4000 persone per vendere il loro voto. Il prezzo delle loro idee quindi si aggira sui 50 euro, quanto una cena in pizzeria. Sarà che soffro di delirio di onnipotenza ma son convinta che il mio voto vale molto di più: non ha prezzo. In Sicilia c’è la leggenda delle due scarpe: il candidato regalava alla “vittima-consenziente” la scarpa sinistra, poi, incassato il voto, dava anche la destra. La situazione con i decenni è degenerata al punto che migliaia gli elettori son rimasti con una sola scarpa perché il giorno dopo aver “incassato” il voto gli eletti si son scordati ogni promessa e si son fregati pure la scarpa destra.

Ma ci voglio provare lo stesso, contando sull’aiuto dei lettori di Tempostretto che spero mi diano 10 motivi per andare a votare il 28, migliori dei miei:

1)Perché amo Messina

Sempre, sul traghetto di ritorno, quando iniziano ad apparire incerti i contorni dei palazzi che si specchiano sullo Stretto e la luce sembra giocare con le onde, il cuore mi balza in gola e mi accorgo che Messina mi scorre nelle vene, nel Dna e non voglio vederla appassire giorno per giorno, ma svegliarmi ogni mattina con la stessa immagine, quella che ho quando torno a casa, non importa se da un viaggio di due ore o di venti giorni.

2)Perché si vince e si perde per un voto

Magari quel voto potrebbe essere proprio il mio. O almeno fa piacere crederlo.

3)Perché “se non ora quando”

Se non voto ora che la politica è diventata merce, squallore, rapina, stupro di ogni valore, quando potrò mai far qualcosa di concreto per cambiare?

4)Perché è l’ora di tirargli dietro la scarpa sinistra

Vuoi mettere la possibilità dopo che hai accumulato nell’armadio decine di scarpe spaiate in attesa di compagne mai arrivate di tirargliele tutte dietro?? E magari metterci anche due, tre scarponi da trekking coi chiodi???

5)Perché la mia bisnonna non votava

Era il 2 giugno 1946 quando 12 milioni di italiane andarono a votare per la prima volta. Si vestirono a festa per la giornata storica. Lo devo a loro, alla mia bisnonna Anna che non ha mai votato e a mia nonna Rosaria che votava solo quello che le diceva mio nonno. Votare è un diritto che è costato lacrime e battaglie. Onoriamole.

6)Perché comunque in 11 saranno eletti

Anche se non voto 11 messinesi mi rappresenteranno all’Ars. Tanto vale dire la mia.

E arginare i danni.

7)Perché la libertà è partecipazione

Ripassiamo Giorgio Gaber: “La libertà non è star sopra un albero. Libertà è partecipazione. Come un uomo, che ha il diritto di votare e passa la vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà”.

La vera libertà non è star sopra un albero il 28 ottobre, ma partecipare.

8)Perché non sono tutti uguali

Non siamo tutti uguali, anche se vogliono farcelo credere. Io non sono uguale a nessuno. Ci sono occhi che brillano nel buio e occhi vuoti, c’è chi ha mani sporche e chi cuori puliti. Impariamo a scegliere. Come il Piccolo Principe che sapeva riconoscere tra milioni di rose “ apparentemente uguali” la sua rosa.

9)Perché credo nel governo dei migliori

Erodoto scriveva del “governo dei migliori” inteso in senso aristocratico. Per me quel termine sta nella scelta dei migliori di un popolo intesi come la parte più grande di noi, quella nobile d’animo e di ideali. I migliori sono i nostri quando vincono i Mondiali e ci fanno piangere tirando i rigori. Non so tirar la palla ma tifo per chi riesce a fare gol e rendermi orgogliosa di una Patria fondata sul sangue dei Padri. Nella Terra di Leonardo Da Vinci il migliore non racconta le barzellette ai vertici internazionali, batte i pugni e costruisce una Nazione rispettata.

10)Perché “la storia siamo noi”

“ E poi ti dicono..tutti rubano alla stessa maniera. Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso in casa quando viene la sera. La storia siamo noi, che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere. E poi la gente, perché è la gente che fa la storia,quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare….”

De Gregori scrisse questa canzone nel 1979,a rileggere queste parole vengono i brividi, perché sembra scritta ieri. Oggi come allora è la gente che fa la storia e quando si tratta di scegliere te la ritrovi tutta con gli occhi aperti che sa benissimo cosa fare..

A scrivere una piccola parola nell’enciclopedia della storia, siamo proprio noi. E magari sarò proprio io, con un piccolo voto a metter quella virgola che cambierà il senso del testo.

Rosaria Brancato