La nuova gestione dei rifiuti passa dagli impianti, ecco nel dettaglio il progetto di Mili

Il progetto c’è, per realizzarlo ci sono a disposizione 7.683.310 euro fermi nelle casse della Regione dall’ottobre 2011, rientra nel Programma per l’incremento del sistema impiantistico destinato alla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata finanziato con i fondi dei poteri speciali per l’emergenza rifiuti in Sicilia. Messina potrebbe avere nel giro di 18 mesi un impianto per lo smaltimento dei rifiuti organici semplicemente adeguando il già esistente e funzionante depuratore di Mili che al momento viene utilizzato solo per i fanghi. A redigerlo l’attuale liquidatore dell’Ato3, l’ingegnere Michele Trimboli, che è stato in sopralluogo a Mili insieme all’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua e ad Enzo Favoino, coordinatore del Comitato Scientifico Rifiuti Zero Europa, membro del Board della Zero Waste International Alliance e del comitato scientifico della legge popolare “Rifiuti Zero”, docente della Scuola Agraria di Monza e tra i massimi esperti europei per la gestione dei rifiuti.

L’esperto è stato a Palazzo Zanca per discutere dei problemi legati alla gestione dei rifiuti insieme all’esponente della giunta Accorinti, il commissario Ato3, il commissario di Messinambiente Armando Di Maria, con gli ingegneri Lisi, Miloro e Corrieri. Si è parlato di raccolta porta a porta ma soprattutto della necessità di dotarsi di nuovi impianti per il trattamento dell’umido e della frazione residua, nonché quelli per la separazione del secco. “L’impiantistica prevista e realizzabile a Messina entro breve termine potrà e dovrà adeguarsi alla nuova organica politica dei rifiuti, sempre mancata nella nostra città. Si è trattato di un incontro proficuo e molto interessante – ha spiegato Ialacqua – per chiarire aspetti, funzioni e procedure per un utilizzo ottimale della raccolta differenziata e del servizio domiciliare porta a porta”.In quest’ottica importante dunque il sopralluogo seguito all’incontro.

Andando ad analizzare nel dettaglio il progetto, che l’amministrazione potrebbe decidere di utilizzare, si parte da quelli che sono i risultati prioritari da raggiungere: tutela dell’ambiente con minimizzazione delle emissioni, minimizzazione o annullamento delle emissioni olfattive, meccanizzazione dell’impianto, massimizzazione dell’efficienza di raffinazione della Forsu (frazione organica rifiuti solidi urbani), ottenuta mediante l’adozione delle migliori soluzioni impiantistiche presenti sul mercato, durabilità dell’impianto, semplicità delle operazioni di manutenzione e limitazione dei consumi energetici.

Tra i vantaggi della tecnologia prevista ci sarebbero invece la garanzia di un processo di trattamento affidabile ed efficace già sperimentato in numerosi impianti funzionanti, la produzione di biogas altamente energetico per la produzione di elettricità e calore, la minima emissione di odori.

Vengono poi spiegati tutti i passaggi del processo di trattamento, ma per fare ciò l’impianto già esistente dovrebbe essere dotato di alcuni apparati accessori. In pratica si prevede di utilizzare le apparecchiature installate nell’ambito dell’impianto di trattamento acque reflue di Mili Marina, che risultano attualmente dotate di potenzialità residua non sfruttata, attraverso interventi di adeguamento delle apparecchiature al fabbisogno.

Viene fatta una stima di quantità di rifiuti che l’impianto potrebbe trattare e tempi di lavoro, in base a questa emergono anche i dati relativi all’impegno di personale necessario. Secondo la previsione si ipotizza la necessità di un addetto con mansione di Responsabile e di altri cinque dipendenti per 8 ore al giorno per cinque giorni settimanali.

Per quanto riguarda invece il quantitativo annuo di scarti di lavorazione da avviare in discarica, emerge che grazie a questo impianto sarebbe possibile ipotizzare il successivo riutilizzo di entrambe le frazioni di scarto. Quella leggera, dunque plastica, carta e cartone, potrà essere trasformata in combustibile derivato da rifiuti ed utilizzata in impianti di termovalorizzazione; quella pesante, principalmente costituita da inerti, potrà essere invece riutilizzata come materiale da impiegare per la formazione di sottofondi stradali e manufatti.

L’inizio di un percorso virtuoso potrebbe dunque passare dall’avvio dei lavori in questo impianto. “Siamo seduti sull’oro e non lo sappiamo” commenta il commissario Trimboli, artefice del progetto. Ma se fino ad oggi è rimasto nel cassetto, pare che l’amministrazione Accorinti voglia dare nuovo input a tutto il sistema rifiuti, bisogna capire quali strumenti intenderà utilizzare e se tra questi rientra anche il progetto su Mili. La certezza, emersa anche dall’incontro con Favoino e confermata dalle parole dell’assessore Ialacqua, è che questo percorso deve passare dalla realizzazione di impianti.

A Palazzo Zanca ci sono però anche delle scadenze più urgenti da rispettare. Si tratta della delibera sui debiti Ato-Comune finalmente modificata e pronta per tornare in aula. Il contenzioso relativo ai 2.800.000 euro del 2007 è stato risolto, l'Ato3 ha rinunciato agli interessi, il Comune inserirà questa cifra come debiti fuori bilancio. Adesso si attende solo il passaggio in commissione Bilancio e poi il voto del Consiglio Comunale. In ballo l'accesso al fondo di rotazione della Regione per chiudere la partita debitoria che si trascina da anni.

Francesca Stornante