Funerali bimbo siriano, Messina dice addio al piccolo Ahmed

Una piccola bara bianca, semi nascosta dal riflesso accecante del sole, rivolta verso La Mecca. Sopra, una delle poche foto che i genitori possedevano. Intorno, a terra, rose e fiori bianchi. Da un lato il Municipio, la grande piazza di Palazzo Zanca. Dall'altro il mare, quel mare troppo piccolo per dividere, troppo grande per unire. Quel mare dove Ahmed ha trovato la morte, a soli 4 anni. Sono stati celebrati a piazza Unione Europea i funerali del piccolo siriano morto durante la traversata dalla Libia a Messina, durante le operazioni di aggancio del peschereccio alla petroliera Torn Lotte, in acque maltesi, la notte del 17 luglio scorso.

E' morto cercando di salire sulla petroliera insieme ai genitori, tra l'acqua, il caos, l'impatto che ha sconquassato il peschereccio. La madre, una volta a bordo, l'ha stretto a se' ancora a lungo, senza vita, fino a quando il corpicino non le è stato strappato e adagiato in una cella frigo.

Ahmed è sbarcato a Messina nella bara bianca che oggi è stata tumulata al Cimitero Monumentale, dopo l'addio tributato a lui ed a tutti i profughi inghiottiti dal mare.

A dirgli addio per sempre c'erano il padre, la madre, le due sorelline, altre due donne della sua famiglia. In un dolore composto, hanno ascoltato le parole del sindaco Renato Accorinti: " Vi vogliamo bene", dell'Iman locale, dei rappresentanti della comunità cattolica e degli operatori impegnati nelle operazioni di accoglienza.

"Siamo tutti un po' Caino, nessuno escluso, se siamo ancora qui dopo millenni e' per questo. Ovunque ci sono guerre, in tantissimi paesi del mondo, senza che riusciamo a fermarle. Una cosa possiamo fare: tacere davanti al dolore", ha detto padre Tripodo a nome dell'Arcivescovo La Piana, "E contribuire a costruire una societa'. Non e' cristiano chi dice: se ne tornino a casa. Vi siamo vicino, genitori di Ahmed, cosi' come possiamo".

"Vi chiedo scusa a nome di tutti noi,' non siamo riusciti a salvarlo", ha aggiunto Padre Galioto dei Rogazionisti che hanno ospitato la famiglia di Ahmed.

Anche Andrea Nicita, uno dei volontari che ha operato alla scuola Pascoli, ha voluto tributare l'ultimo saluto al piccolo: "Messina ha tante risorse, lo abbiamo visto in questi giorni, da crocevia del Mediterraneo quale è puo' trovate una sua vocazione all'accoglienza".

Prima degli abbracci di una impossibile consolazione, su piazza Municipio é calato il silenzio per un minuto, su richiesta dell'Iman: "Ahmed è colpevole solo di essere nato nel momento sbagliato al posto sbagliato, lavoriamo per un futuro e un mondo migliore, dove i bambini pensino solo a vivere felici".

Alessandra Serio