Tenta il suicidio e muore dopo 5 giorni, ma sono tanti i dubbi: referti sequestrati

C’era qualcosa di anomalo nella morte del 56enne di Torre Faro che, lo scorso 27 aprile, si era presentato al Pronto Soccorso dell’Ospedale Papardo con un taglio all’addome. Quel giorno, lui stesso aveva dichiarato ai medici di essersi inferto il colpo da solo, in un tentativo di suicidio. Nessuna segnalazione, però, era giunta alla stazione locale dei carabinieri tanto che per ben cinque giorni, fino alla morte dell’uomo, tutto quel che si sapeva erano le voci che giravano in paese.
E’ stato soltanto per caso, e per alcune di queste “voci”, che i militari dell’Arma sono venuti a conoscenza del decesso dell’uomo, dopo il ricovero nel reparto di psichiatria, a causa di un’operazione urgente finita male.
Intervenuti per tempo, gli inquirenti sono così riusciti a sequestrare la salma, mentre il magistrato Margerita Brunelli ha disposto l’autopsia sul corpo del 56enne, già eseguita e di cui si attendono i risultati.
Una vicenda “strana” quella poi ricostruita, che sembrerebbe far emergere responsabilità pesanti. Da diverse testimonianze, anche di amici della vittima, è infatti venuto fuori come il 56enne soffrisse di depressione. Quel giorno è dunque probabile, ma non certo, che lui stesso abbia preso un coltello tentando di farla finita. Le “stranezze” riguardano il dopo. Sarebbe stato un cugino infatti ad accompagnare il ferito al Papardo e poi a chiederne il ricovero nel reparto di psichiatria, senza che nessuno segnalasse il fatto alle Forze dell’Ordine.
Una volta sistemato là, le condizioni dell’uomo (inizialmente si parlava di un “taglietto) avrebbero cominciato a peggiorare. Poi l’intervento d’urgenza e infine la morte.
Adesso tutti i referti medici sono stati sequestrati, mentre la Procura vuole vederci chiaro e capire se vi siano o meno delle responsabilità, a prescindere dal gesto di un uomo che aveva forse deciso di concludere in maniera così tragica la sua vita. (Veronica Crocitti)