Arena di Furnari, le lamentele di alcuni spettatori che hanno chiesto la restituzione del biglietto

Il Teatro Vittorio Emanuele, per la stagione estiva, ha scommesso sulla Rassegna all’Arena di Furnari, struttura creata ex novo e ad hoc in un terreno preso in locazione dall’amministrazione in base ad una convenzione triennale tra il Comune e l’Ente. I costi per il Teatro superano i 750 mila euro, stando alle previsioni, quanto agli incassi, i bilanci si faranno a settembre, ma stando alle dichiarazioni rese dal sovrintendente in sede di Cda le cose non sono andate come si sperava (e lo dimostrano anche le diverse iniziative promozionali, gli spettacoli paghi uno vedi due, i coupon, gli sconti per i residenti e via dicendo). Al di là dei numeri la domanda iniziale è perché mai a Taormina si è puntato sul Teatro, struttura già completa, a Palermo sul Verdura, a Messina sul Monte di Pietà e Forte San Jachiddu e nel versante tirrenico, a pochi chilometri dal teatro di Tindari che sta regolarmente organizzando spettacoli, si sia voluto realizzare un sito partendo da zero e si siano investite ingenti risorse. Ma queste sono scelte legate alle strategie gestionali di un intero Cda che evidentemente avrà avuto le sue buone ragioni.

C’è da rilevare però che per alcuni spettacoli le lamentele hanno riguardato la capacità dell’Arena sotto il profilo dell’acustica e di un’adeguata fruizione dell’evento in specifici casi, nonché sotto il profilo organizzativo.

Nei giorni scorsi c’è stato chi ha protestato chiedendo anche la restituzione di parte del costo del biglietto. Uno spettatore ha inviato una mail raccontando la sua esperienza in occasione dello spettacolo della Zakharova il 6 agosto. Dalla mail si evince che lo spettatore ha acquistato per quello che è senza dubbio un evento di rilievo nazionale, tre biglietti al costo di 40,20 euro ciascuno per tre poltrone e di essersi poi trovato seduto in una poltrona singola di fila C (più altre due diverse) e vedere la ballerina solo dalla vita in su e da dietro il banco regia che è stato sistemato tra le poltrone insieme ai monitor accesi che, nel momento in cui si sono spente le luci hanno impedito la visione del palcoscenico. Il signore racconta che da quel momento è stato un via vai delle hostess per cercare di andare incontro ai malcapitati spostandoli dove si poteva, nel tentativo di far assistere al meglio l’evento. La Zakharova è stata bravissima, scrive lo spettatore, anche perché vedendo le teste ciondolare per cercare di seguirla ha usato, con intelligenza, oltre ai piedi, anche con le mani, le braccia, la testa. La straordinaria ballerina ha donato emozioni che resteranno nel cuore del pubblico, nonostante, secondo il racconto, gli unici fortunati siano stati quelli della prima fila, perché nelle file a seguire non si vedevano che porzioni di palco. In sintesi, la struttura è risultata inadeguata ad un balletto di danza classica. Lamentele analoghe ci sono state in occasione dei concerti dell’orchestra. Gli applausi agli artisti sono meritati e calorosi, ma il dubbio di chi ha pagato (ed anche a prezzo pieno per una poltrona) resta. L’amarezza di chi ha protestato con l’Ente è anche legata al fatto che poi, leggendo gli articoli di stampa, si trovi giusto spazio per gli applausi tributati all’arte e agli artisti e nessun cenno invece ad una struttura risultata inadeguata. A questo punto i tre sfortunati spettatori hanno richiesto la restituzione della metà del prezzo del biglietto dal momento che nei fatti hanno potuto vedere solo la parte superiore, quella dalla vita in su.

Rosaria Brancato