Questione aule. Occupato il Liceo Seguenza

Gli studenti messinesi continuano a protestare nonostante le imminenti vacanze natalizie. Gli alunni del Liceo Seguenza, spinti dalla questione aule contese, che ha riguardato proprio l'Istituto di Via Sant'Agostino, il Liceo Maurolico e l'ente Provinciale, hanno deciso di manifestare il proprio dissenso sul tanto chiacchierato caso occupando la struttura.

I giovani esprimono amarezza non solo per l'intera situazione, ma anche per il mancato invito al tavolo tecnico dello scorso Lunedì, dato che il collettivo, in un documento, spiega come nessun elemento dirigenziale del plesso sia stato informato ufficialmente ma sia venuto a conoscenza dell'incontro solo attraverso la stampa o altre vie. La questione è stata rinviata a giugno 2016, quando sarà un altro funzionario a doversene occupare. "I problemi non si rimandano, si risolvono", dichiarano gli studenti del Seguenza, i quali si mostrano abbastanza dubbiosi riguardo le modalità d'azione, "I fondi, ben oltre i 100mila euro l'anno, per arcani motivi vengono straordinariamente rinvenuti per poter rinviare il problema senza risolverlo".

La sede di Cristo Re verrà quindi nuovamente affittata, almeno per ora, alle classi del Seguenza dopo l'iniziale soppressione del contratto, visti i prezzi eccessivamente alti. "Costrizione dettata dalla volontà del Maurolico", tuonano i ragazzi di Via Sant'Agostino, "categorico nel rifiuto di ospitare le classi del nostro Istituto, considerandosi l’unico e assoluto proprietario dell’immobile di corso Cavour. Che invece è un edificio pubblico e, in quanto tale, appartenente a tutti i contribuenti, nella fattispecie ai messinesi, e rispondente unicamente alle direttive dell'ex Provincia, titolare di diritto di tutte le scuole secondarie di secondo grado". Il collettivo spiega inoltre come la prima richiesta fatta dagli organi dirigenziali non fosse ottenere delle aule del Classico, ma più semplicemente degli spazi che potessero ospitare i 1500 studenti iscritti, evitando loro la doppia turnazione che adesso si presenta come una tangibile possibilità.

"Considerato quanto sopra", concludono gli alunni in protesta, "nel ribadire la nostra indignazione, come cittadini oltre che come studenti, presentiamo l'intenzione di perseverare nella nostra protesta, nelle forme sopra descritte per dare, ancora una volta, un segno a tutte quelle Istituzioni e mezzi d'informazione che si sono schierati senza accogliere le nostre richieste avanzate sulla base dei diritti di cittadini italiani e studenti nell'età dell'obbligo".

Claudio Panebianco