Authority, Ardizzone: “La partita si è giocata altrove. Delrio premia il Nord e al Sud lascia le polemiche”

“La verità è un’altra e questa guerra tra poveri è quello che vogliono. La partita si gioca altrove, né qui né a Catania o a Gioia Tauro. La verità è che si tratta dell’ennesimo smacco al sud. Per il governo Renzi il porto del Sud Europa è Genova. Resta fuori Napoli, Salerno, Gioia Tauro, Augusta. E’ il Nord che vince sul Sud. Noi diventiamo sempre più marginali, grazie anche a quanti sono asserviti ad un potere che rende sempre più visibile la distanza tra Nord e Sud”.

Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha un “vizio” ventennale, archivia tutto, articoli, norme, note, documenti, e sull’Autorità portuale sventola un foglio con le dichiarazioni del ministro Delrio a Repubblica datato 8 novembre. Alla domanda del giornalista Massimo Minella “Qual è il futuro della Liguria?” così risponde Delrio: “ Fra Genova e Savona nascerà un’autorità di sistema ligure occidentale che proseguirà lungo il corridoio Reno-Alpi. Invece di alzare barricate si dovrebbe pensare al fatto che il governo sta mettendo 6,2 miliardi sul terzo valico, proprio per inserire l’Autorità della Liguria occidentale su un corridoio multimodale che ne fa la porta d’ingresso del Sud Europa e il porto più importante d’Italia”.

E’ questa la frase che secondo l’esponente Udc dovrebbe far saltare sulla sedia tutta la classe politica del sud “il ministro Delrio punta tutto sul porto di Genova, definendolo la porta d’ingresso del Sud Europa ed il porto più importante d’Italia, ignorando Napoli, Salerno, Gioia Tauro, Augusta. Insomma è una scelta del Nord contro il Sud. Ci stanno togliendo tutto e la guerra che stiamo facendo per la bandierina di una poltrona di presidenza o una sede non fa altro che agevolare il loro gioco. Ci lasciano litigare, ma i fondi e le scelte decisive li spostano altrove”.

La sua posizione, e cioè un’Authority con Gioia Tauro, è nota e netta sin dallo scorso anno, quando ad agosto, insieme al parlamentare Enzo Garofalo, ad Accorinti, al sindaco di Villa, all’allora assessore regionale della Calabria Fedele, alla presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, siglò quel “patto di Palazzo Zanca” che portò ad un successivo tavolo tecnico. Ancora oggi è di quell’idea ed anzi nelle scorse settimane non ha lesinato frecciate a quelle “resistenze esterne” al mondo della politica che andavano in direzione diversa e cioè verso l’accorpamento con Catania ed Augusta che è attualmente l’ipotesi presente nella riforma. Vi è da aggiungere però che a dire no al matrimonio è anche il nuovo assetto politico della Regione Calabria con il Pd in testa nonché lo stesso comune di Gioia Tauro.

“Sin dallo scorso mese di ottobre ho lanciato l’allarme su quanto stava avvenendo, anche se notavo che rispetto all’agosto 2014 molti si erano via via defilati-prosegue Ardizzone- Adesso, a distanza di un mese, alla luce delle determinazioni del governo nazionale, invito tutto coloro che, più o meno dichiaratamente, si sono opposti a che Messina integrata con Gioia Tauro diventasse la più competitiva autorità portuale del mediterraneo, a non versare lacrime di coccodrillo. Per quanto mi riguarda ribadisco la mia posizione”.

Per Ardizzone il “sistema Sicilia”, con Augusta, Catania, Siracusa, Messina, non porterà alcun vantaggio né nuova ricchezza allo Stretto ed è un errore, a suo giudizio, pensare che il cuore del problema sia avere la sede o la Presidenza.

“Non possiamo fare un discorso di poltrone o di sede, qui il discorso è più importante. Stiamo parlando di un sistema portuale del Mediterraneo. Delrio sceglie Genova ed a noi lascia le polemiche ed un Sud sempre più sud. Fa male sentire queste dichiarazioni, perché avremmo potuto davvero giocare questa partita. Purtroppo c’è stato anche chi, a vario titolo, ha boicottato l’operazione Gioia Tauro sul falso presupposto di un’Autorità unica dello Stretto, che non si poteva realizzare, oppure sostenendo che Gioia Tauro sia in declino, piena di debiti. Non è così. Peraltro chi lo sostiene non sa che Gioia Tauro è porto core come da regolamento comunitario sin dal 2011 anche prima di Augusta, che è stata aggiunta successivamente. Questo è un falso problema coltivato ad arte da servi sciocchi del governo nazionale che in realtà non vogliono costruire l’Autorità portuale del Mediterraneo, che sarebbe troppo competitiva a questo punto…”

Lo stesso scenario, secondo il Presidente dell’Ars, non si avrebbe accorpandoci ad Augusta dal momento che non si verrebbe a creare alcun “sistema”analogo a quello che vede Messina e Gioia Tauro una di fronte all’altra affacciarsi sulle stesse acque e che invece di “schiacciarci” potrebbe a suo dire diventare una fusione produttiva.

“Ora vorrei saper chi ha ostacolato la nostra proposta del 2014 cosa dice. Ho parlato spesso con Enzo Bianco e mi ha detto che non è mai stata Catania a chiedere di unirsi a Messina ma il contrario, ipotesi che a suo giudizio non ha lo stesso valore di un’interfaccia con la Calabria, molto più naturale ed anche con reali conseguenze di crescita. Invece noi discutiamo di poltrone, quelle non contano nulla, una volta che è chiaro il disegno nazionale. Sud sempre più sud. E noi facciamo il loro gioco. La verità è che non si è voluto rendere più forte il porto, c'è chi ha avuto il timore della competitività di gruppi imprenditoriali di Gioia Tauro"

Rosaria Brancato