Amam e Comune, contratto di servizio e recupero “straordinario” dei crediti

Amam e Comune provano a metter un punto nel loro rapporto. A Palazzo Zanca è stato, infatti, avviato il percorso per la definizione del contratto di servizio tra l’ente proprietario e l’azienda meridionale acque. Che fa acqua anche nei conti. Il Comune avanza circa 28, 5 milioni di euro dall’Amam, che a sua volta- nel proprio bilancio- iscrive crediti nei confronti degli utenti di 70 milioni di euro.

Per tentare di riportare la situazione alla normalità, attraverso un’operazione trasparenza, il commissario straordinario Luigi Croce ha organizzato una serie di incontri, il primo dei quali si è tenuto questa mattina nella sua stanza, alla presenza dei suoi esperti, del ragioniere generale Ferdinando Coglitore e dei dirigenti della società partecipata, con in testa il presidente Alessandro Anastasi. «Ci siamo incontrati – spiega telefonicamente Anastasi –per definire il contratto di servizio. Tra noi ed il Comune c’è massima collaborazione ed è nostra intenzione risolvere la partita dei debiti e dei crediti, che si trascina ormai da troppi anni».

Nello specifico, Amam e Comune stanno lavorando ad un piano straordinario per la ricognizione di tutti i crediti dell’azienda, verificando quanti di questi siano ancora riscuotibili. «E’ un lavoro che richiede molto tempo ed impegna notevolmente gli uffici, ma ce la stiamo mettendo tutta per portare avanti questa operazione verità in sinergia con il Comune e la Fire», aggiunge ancora il presidente Anastasi.

La Fire è la società che si occupa, per conto dell’Amam, del recupero crediti extragiudiziale. Sebbene in un primo momento il commissario Croce sembrasse intenzionato e gestire direttamente i rapporti con la società che ha sede alla Zir – così aveva annunciato nelle sue misure correttive presentate lo scorso dicembre alla Corte dei conti (vedi correlato) – ha, poi, deciso di non escludere completamente l’Amam, condividendo con l’azienda acque le informazioni sugli esiti dei riscontri, che adesso vengono inviati contemporaneamente ad entrambi.

Il reggente di Palazzo Zanca ha, quindi, optato per il dialogo e non per lo scontro, riservandosi tuttavia la prerogativa di avviare sui conti dell’azienda quella che il presidente dell’Amam definisce una «stretta sorveglianza». Anastasi non mostra alcun segno di insofferenza e si dice ben felice di collaborare, per il bene di tutti. «I problemi dell’Amam – dice – hanno origini lontane, che risalgono addirittura al ‘96- ‘97. Sia durante l’amministrazione Genovese, con l’allora vice-sindaco Antonio Saitta, che con l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca si è tentato di mettere mani ai conti, ma poi non si è riusciti ad andare sino in fondo. Questa potrebbe essere la volta buona».

C’è, infine, un aspetto che Anastasi ci tiene a chiarire: «La cifra dei 70 milioni di euro non deve ingannare e far credere che a Messina siano tanti quelli che non pagano le bollette dell’acqua. Su circa 80 mila utenze, c’è uno zoccolo duro composto da circa il 25% degli utenti, che sono sempre gli stessi e non pagano da anni. A volte abbiamo difficoltà a rintracciarli perché nel passaggio di contratto da un utente all’altro non vengono a dare la voltura. Stiamo lavorando anche per rimediare a questo intoppo».

Comune e Amam torneranno a sedersi ancora attorno allo stesso tavolo, già a partire da domani. (Danila La Torre)