“Siamo disposti a fare sacrifici, ma qua c’è il rischio che ci affossiamo e che il G7 ci dia una mazzata”. I commercianti di Taormina non nascondono le loro preoccupazioni in vista dell’evento che il 26 e 27 maggio porterà nella capitale siciliana del Turismo i Grandi della terra.
La macchina che si è messa in moto è imponente in vista dell'arrivo oltre che dei potenti del mondo, anche di migliaia di persone che invaderanno l'intero comprensorio. Il riferimento è alle delegazioni degli stati partecipanti al summit, agli addetti ai lavori, ai giornalisti. Altrettanto imponenti sono le misure di sicurezza. Le notizie, per ovvi motivi, trapelano col contagocce. Ma quella che i parcheggi Porta Catania e Lumbi possano essere off-limits per un mese, dal 2 al 28 maggio, ha fatto balzare dalla sedia gli operatori commerciali. “Se sarà così – è il coro unanime – possiamo chiudere. Chi dovrebbe e potrebbe arrivare? Chi farà acquisti? Probabilmente nessuno. Eppure noi le tasse in quel mese dobbiamo pagarle. E anche gli affitti”.
A far proprie le preoccupazioni della categoria è stato Nunzio Corvaia, consigliere di minoranza del gruppo “ProgettiAmo Taormina”. Lui il problema lo comprende bene. E’ commerciante ed è stato anche amministratore, avendo ricoperto l’incarico di assessore al Commercio. Corvaia ha annunciato che chiederà i dovuti chiarimenti al sindaco, Eligio Giardina. I commercianti “comprendono le dinamiche” di un simile evento ma temono una vera paralisi che per la lunghezza temporale desta serie preoccupazioni. Al momento è attivo solo il parcheggio “Porta Catania”, che a quanto pare in occasione del G7 dovrebbe essere destinato alle forze dell’ordine. Il “Lumbi” è chiuso, come di consueto nel periodo invernale. Riaprirà i primi di marzo, per la precisione il 4. Lì dovrebbero essere dirottati gli abbonati. I dubbi da fugare sono tanti. Quello dei parcheggi è uno dei tanti aspetti logistici da affrontare.
IL NODO PALACONGRESSI Ci sono sul tappeto anche altre questioni delicate ed importanti. Nonostante l’evento di portata mondiale, Taormina rischia di buttare alle ortiche una ghiotta occasione per recuperare e rilanciare il Palacongressi, che da 36 anni dovrebbe rappresentare il fulcro della tanto decantata destagionalizzazione, mai decollata. I tempi sono sempre più stretti. Da quattro anni manca l’agibilità. Tra 90 giorni ci sarà il G7 e ancora non si sa bene cosa si riuscirà a fare. Gli interventi da compiere sono tanti. Ne è cosciente il commissario nominato per l’evento, il prefetto Carpino, il quale ha eseguito un minuzioso sopralluogo.
Bisogna partire dal certificato di prevenzione incendi che nel 2013 ha fatto venire meno l’agibilità. La visita a Taormina nei giorni scorsi dell’ex ministro Maria Elena Boschi non è servita a trovare il bandolo dell’intricata matassa. Che si possa fare tutto in appena tre mesi ai più sembra impossibile. Tra gli interventi che il Comune aveva di recente previsto vi era dall’impermeabilizzazione del tetto con l’eliminazione di strutture in eternit e ferro al rifacimento degli scarichi fognari e delle acque piovane. Ed ovviamente la revisione di tutti gli impianti di sicurezza, la sostituzione degli ascensori, l’adeguamento dell’impianto elettrico complessivo e la sostituzione del monta-scale per i disabili. Per non parlare della necessità di rivedere anche moquette, arredi, tendaggi, illuminazione e infissi.
La sensazione è che magari si giunga ad un maquillage parziale. Un restyling giusto per il G7. Se così fosse, per Taormina sarebbe una sconfitta.
Carmelo Caspanello