Cosap, nell’immobilismo il Comune perde risorse preziose

Ancora dibattiti, discussioni, tavoli tecnici, ma di concreto nulla. Il regolamento per la concessione del suolo pubblico resta una questione irrisolta, con associazioni di categoria e commercianti che continuano a chiedere un’inversione di marcia per quei tassi alle stelle, con l’assessore Guido Signorino che appena poche settimane fa ha annunciato l’imminente avvio della proposta sperimentale del baratto amministrativo per provare a ridurre temporaneamente i canoni per vedere quale sarebbe il trend, con incassi che continuano a mancare. Perché alla fine il risultato è che in cassa entrano meno soldi di quanti ne potrebbero arrivare con la logica del “pagare tutti per pagare meno”. Un esperimento che l’amministrazione Accorinti e il consiglio comunale hanno già testato con l’abbassamento degli oneri concessori e che, non si comprende perché, non si riesce ad applicare anche nel far west della Cosap. A Palazzo Zanca ormai da mesi si consuma una guerra di nervi tra commercianti che da un giorno all’altro si sono ritrovati con tariffe triplicate e richieste di pagamento che in qualche caso toccano i 100 mila euro per saldare il periodo che va dal 2012 ad oggi, secondo il regolamento introdotto nel 2011, e un’amministrazione comunale che è rimasta impantanata e in quasi tre anni non è riuscita a fare un passo in avanti.

L’attenzione dei consiglieri comunali su questo fronte è stata altissima. L’ultima proposta messa sul tavolo è arrivata dai consiglieri Pdr-Sicilia Futura, Nino Carreri e Nino Interdonato, e dalla collega Daniela Faranda, capogruppo Ncd. I tre consiglieri, di fronte all’assoluto stallo dell’amministrazione comunale, hanno deciso di tirar fuori e fare propria la proposta di regolamento che era stata preparata ormai due anni fa dall’ormai ex dirigente del Dipartimento Patrimonio Natale Castronovo, in modo da portare avanti un iter che evidentemente l’amministrazione comunale ha deciso di ignorare. Un regolamento che introduce alcune novità, come l’ntroduzione della PEC per la richiesta delle autorizzazioni, maggior decentramento di servizi verso le circoscrizioni, maggiore dilazione del canone. Una proposta che potrà essere modificata ed emendata da altri consiglieri e dalla stessa amministrazione e che ora seguirà il percorso attraverso la commissione e poi il consiglio comunale.

“Dopo due anni nessun assessore ha tenuto in considerazione la bozza di delibera proposta dal dirigente Castronovo che, guarda caso il giorno dopo l’approvazione del Piano di riequilibrio, è stato tolto dal suo posto per andare a dirigere un altro settore” ha esordito Nino Carreri puntando fortemente il dito contro un’amministrazione “che continua a fare tavoli tecnici, cambia assessori e dirigenti, ma non ha finora dato nessun impulso concreto in questo complicato campo”. “La rimodulazione è necessaria, visti i continui richiami della Corte dei Conti, il tema è molto sentito sentito da tanti colleghi, c’è l’esigenza di andare a mettere alle strette l’amministrazione. Dopo la sentenza del Cga che dava ragione ai commercianti la delibera è pronta dal 2014”.

Tematica che è stata al centro anche di una nuova seduta della commissione Patrimonio presieduta da Daniele Zuccarello, un altro dei consiglieri che ormai da più di due anni porta avanti la battaglia per abbassare i canoni e trovare una soluzione che non penalizzi i commercianti e che allo stesso tempo porti nuove risorse nelle casse comunali. Ancora una volta c’erano i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti e Fipe, si è provato a capire qualche dettaglio in più della proposta invece annunciata poche settimane fa dall’assessore Signorino e che prevede la formula del “baratto amministrativo. Proposta che però,

ha voluto sottolineare a più riprese Zuccarello, ricalca esattamente quella prospettata da lui stesso due anni fa con un pacchetto di delibere su Cosap che però non trovarono mai seguito.

“Il Comune doveva fare analisi statistiche per dimostrare che il regolamento nuovo non ha portato gli incrementi come si prospettava, anzi ha anche prodotto minori richieste di concessioni temporanee. L’ipotesi del baratto amministrativo può dimostrare che ci sarà uno slancio economico e maggiore richiesta in modo da determinare un nuovo regolamento” ha dichiarato Zuccarello, rammaricato però del fatto che nel frattempo si siano attesi tre anni per adottare una soluzione che era sul tavolo dall’inizio.

Anche in questo caso però siamo ancora alle discussioni e agli incontri. E l’unica cosa vigente resta quel regolamento tanto contestato.

Francesca Stornante