Al Nord fanno la Brebemi in 5 anni, noi rispondiamo con la Mispacqua in 80

Quelli del Nord, si sa, sono gente strana. Il 23 luglio, giorno dell’inaugurazione della Brebemi (Brescia-Bergamo-Milano), autostrada superveloce realizzata in 5 anni dalla posa della prima pietra, si sono lamentati perché dopo il taglio del nastro da parte di Renzi, il semaforo verde alle auto è scattato con 70 minuti di ritardo rispetto al programma. Che diamine, hanno ragione. Cose da pazzi. Un gruppo di privati costruisce in 5 anni un’autostrada di 62,1 km senza un euro di soldi pubblici e si permettono pure di ritardare settanta minuti l’ingresso alle auto….

Dimenticavo, sono stati inaugurati entrambi i sensi di marcia e tutti e 62 km per intero, non come la Messina-Palermo lungo la quale sono stati tagliati più nastri di un pacco regalo e che ha visto costruire gli ultimi 45 km alla media di 4 km 17 metri e 14 centimetri l’anno. L’anno 2004 passerà alla storia come quello delle inaugurazioni seriali della Messina-Palermo: iniziò a tagliare nastri il viceministro Miccichè a giugno per la posa dell’ultimo concio nell’ultimo viadotto, seguirono a novembre il ministro Lunardi e il governatore Cuffaro, e completò l’opera il 21 dicembre Silvio Berlusconi in diretta interplanetaria. Peccato che al completamento dell’A/20 mancavano ancora 20 km, e che quando tagliò il nastro non c’erano caselli, era utilizzabile una sola corsia ed un solo senso di marcia.

Ma torniamo alla A/35, la Brebemi costata 1,6 miliardi di euro ( 2 miliardi e 338 milioni di euro con gli oneri finanziari), prima autostrada realizzata con un project financing, senza contributi pubblici. La cifra è aumentata rispetto alle previsioni iniziali per via delle prescrizioni del Cipe e delle opere compensative richieste dai sindaci dei 43 comuni attraversati. Il costo è stato distribuito per il 79% da prestiti bancari (Cdp, Bei e banche commerciali) e per il 21% dai soci. L’azionista di riferimento è Banca Intesa. L’investimento per il primo periodo sarà ripagato dalle tariffe. Ma a far capire come tra noi e la Brebemi ci sia di mezzo un oceano sono i tempi. Nel ’99 il progetto, nel 2001 la gara per la concessione, il 22 luglio 2009 la posa della prima pietra. Dopo 5 anni e un giorno, il 23 luglio scorso, l’apertura al traffico. In cinque anni sono stati realizzati e consegnati 62 km d autostrada superveloce. Dalle nostre parti non siamo riusciti in 3 anni e 3 mesi a completare la seconda invasatura di Tremestieri insabbiata, da 3 anni non sappiamo come barcamenarci per lo svincolo di Giostra (inaugurato anche questo a metà dopo una gestazione a dir poco elefantiaca) e con la messa in sicurezza del viadotto Ritiro. E da tre anni non siamo riusciti a riparare 75 centimetri del muro di contenimento crollato della curva dello stadio San Filippo. E potrei continuare con gli esempi. Da oltre 15 anni ci deliziamo a parlare delle vie Don Blasco e via del Mare, dal 2006 chiacchieriamo del porto di Tremestieri. Nonostante mi sforzi con la memoria non riesco a ricordare una sola opera pubblica della quale siamo riusciti a tagliare il nastro a distanza di 5 anni dalla posa della prima pietra. Da noi o passano un paio di lustri non siamo sereni.

Mentre noi nel corso degli ultimi 3 anni eravamo in fila nella Galleria Telegrafo, a respirare gas di scarico e lamentarci dall’altra parte dell’Italia erano già alla metà del percorso. Mentre gli ultimi 45 km della Messina-Palermo sono stati costruiti da maestri cesellatori e artigiani (e ultimati in 10 anni), c’è chi in 5 anni ne ha ultimati 62, in entrambe le direzioni, con i caselli, le gallerie etc etc.

Lassù in quell’altro pianeta collegano in 5 anni campagna e città, facendo peraltro concorrenza all’A4, nel senso che loro l’autostrada che unisce Brescia a Milano ce l’hanno già, la A/35 è un doppione, si possono permettere il lusso di scegliere. Noi abbiamo poche alternative: tre ore di fila sulla Villafranca-Boccetta oppure la strada dei colli o la statale, roba da medioevo. Eppure viviamo nella stessa nazione.

“Siamo la prima opera tangent free– ha ironizzato il presidente della Brebema spa Franco Bettoni, sottolineando l’assenza di denaro pubblico e quindi di “tentazioni”e poi ha spiegato che i lombardi risparmieranno 6,8 milioni di ore l’anno, perse nel traffico e che l’entrata in funzione della A/35 produrrà un incremento del Pil di 382 milioni di euro l’anno. Per la verità c’è qualche pecca: al momento non ci sono autovelox né tutor perché si aspetta la convenzione con Autostrade (ma ci sono 174 telecamere) e quindi non si potrà essere multati per eccesso di velocità (cosa che accade anche a noi quando restiamo fermi per due ore), e le due stazioni di servizio saranno allestite entro Natale. Gli automobilisti lombardi si lamentano poi del pedaggio, perché sulla stessa distanza o poco più, tra la A/4 e la A/35 c’è una differenza di 3 euro. Per la verità il pedaggio di entrambe le autostrade è più caro del nostro, ma anche il servizio è diverso e quel che risparmiamo in pedaggio lo spendiamo in benzina durante le file, per non parlare dei danni da stress…

Ho scoperto della Brebemi perché me lo ha detto mio figlio mentre eravamo in fila in autostrada “Mamma pensa che al nord c’è un’autostrada costruita in 5 anni, la Brebemi”. E io Bre che?

Sì, è vero, noi abbiamo il sole, il mare, il cielo azzurro, il buon umore e lo Stretto. Però che rabbia leggere certe notizie. Proviamo ad immaginare il progetto per fare la Mispacqua: Milazzo-Spartà-Acqualadroni, quindi non la Transalpina: idea lanciata nel 2014, progetto del 2025, gara d’appalto del 2035, primo ricorso 2036, secondo ricorso 2037, appello, Cga e marcia indietro per rifare la prima gara e nel frattempo è già il 2050 quindi nuova gara, affidamento nel 2055, lite tra le ditte riunite in Ati, contenziosi, ricorsi, fallimenti, si fa il 2061. Non si sa come né perché si arriva alla posa della prima pietra nel 2068. L’ultima pietra non si poserà mai, ma nel 2076 qualcuno inaugurerà mezza Mispacqua e non dirà mai e poi mai “Questa è la prima opera tanget free” perché dalle nostre parti sarebbe una bugia troppo grande. Oppure, come nel caso della Messina-Palermo, ci saranno svariate inaugurazioni, anche senza caselli e senza luci nelle gallerie, l’importante è che ci sia il nastro ed un politico disposto a tagliarlo e a dire frasi di circostanza. E noi giornalisti a fargliele dire.

Rosaria Brancato