Gli ex Ferrotel si appellano alla deputazione messinese e ribadiscono: “Dateci i posti offerti ai Servirail”

“I posti nelle ditte degli appalti in Sicilia offerti da F.S. agli ex Servirail e da questi rifiutati perché non consoni alle loro mansioni, vengano dati agli ex Ferrotel”.
È la proposta che una delegazione di lavoratori ex Ferrotel ha messo nero su bianco in un documento consegnato sabato 30 giugno scorso alla senatrice Ghedini e che oggi intendono presentare alla deputazione nazionale e regionale messinese, nonché alle parti sociali ed alle organizzazioni sindacali di settore.
Per loro la cassa integrazione è già scaduta dal mese di marzo scorso e con la sospensione delle procedure degli ammortizzatori sociali in deroga si trovano oggi senza alcun emolumento e senza nessuna certezza sul futuro, nonostante fosse stato loro assicurato da parte di F.S. il mantenimento occupazionale e salariale mediante una ricollocazione lavorativa negli organici di altre lavorazioni in appalto.
Sabato 30 giugno una delegazione di ex lavoratori del Ferrotel di Messina ha colto l’occasione per porgere alla Senatrice Rita Ghedini, della Commissione del Lavoro del Senato, un promemoria in cui veniva illustrata la vertenza dei 21 ex lavoratori in appalto FS. Ed infatti all’incontro programmato tra la predetta Senatrice in “missione” a Messina, c’erano anche loro per chiarire i termini della loro vertenza, molto spesso confusa con quella Servirail, alla quale le sigle sindacali e politiche si sono limitate ad accodarla ed a confonderla.
C’erano anche loro per far presente che l’anno di cassa integrazione che doveva servire alle Ferrovie dello Stato a trovare una ricollocazione lavorativa è già scaduto, ma senza aver dato risposte sul loro futuro e nessun aiuto concreto nella risoluzione della vertenza.
C’erano anche loro per esternare con grande dignità che già da quattro mesi non percepiscono nessun emolumento: né cassa integrazione, né disoccupazione, e che da quattro mesi non riescono più a pagare il mutuo, a mantenere i propri figli e ad affrontare le più semplici incombenze familiari.
Il Ferrotel era una struttura che ospitava il personale F.S. in servizio fuori sede, come capitreno, macchinisti e manovratori. Ferrovie dello Stato ha dismesso il servizio e di conseguenza, dopo venticinque anni di lavoro espletato nell’indotto F.S., ha messo in standby anche loro. Non si è provveduto, infatti, ad una ricollocazione lavorativa negli organici di altri appalti, come veniva stabilito, invece, negli impegni assunti da parte di FS appena un anno fa.
Dopo due incontri tenutisi a Palermo presso l’Assessorato Regionale alle Infrastrutture e Trasporti, era stato deciso il trasferimento della vertenza a livello nazionale, insieme a quella Servirail. Il 28 maggio scorso, data della discussione delle due vertenze, la vicenda Ferrotel non è stata neppure trattata. E’ stata invece avanzata agli ex Servirail la proposta, reiterata negli incontri successivi di giugno, di un reintegro di 40 di loro – successivamente aumentato a 60 – nelle ditte degli appalti in Sicilia, proposta rifiutata dagli ex lavoratori Servirail in quanto ferrovieri a tutti gli effetti, ma che invece calzerebbe a pennello per i 21 ex Ferrotel.
Gli stessi lavoratori Servirail (solidali con i loro compagni di sventura) sono del parere che quei posti vengano dati ai 21 Ferrotel, dal momento che riguarderebbero le stesse mansioni da loro svolte in precedenza.
Sarebbe giusto e, soprattutto, sarebbe logico.