Picciolo: “La realtà è diversa da quella che spera De Cola”

“Con le sole buone intenzioni e le belle parole, non si può amministrare Messina”. E’ il commento del deputato regionale dei Democratici Riformisti, Beppe Picciolo, in seguito agli incontri tra amministrazione comunale, Cas, Anas e Protezione Civile, sullo svincolo di Giostra e il viadotto Ritiro.

“La realtà – aggiunge Picciolo – è molto diversa da quella che l’amministrazione comunale spera e lo abbiamo scoperto sentendo gli interventi del presidente del Cas, Rosario Faraci, del dirigente generale della Protezione Civile, Calogero Foti e del direttore dell’Anas, Salvatore Tonti. Forse si vorrebbe nascondere il sole con la rete – ha continuato il deputato regionale dr – e l’unica verità acclarata è che, senza le risorse economiche per completare gli svincoli, i progetti del Comune sono solo spot pubblicitari di prodotti senza mercato. L’atteggiamento dell’assessore De Cola mi è sembrato tanto una fuga in avanti solo per dire che qualcosa si era fatto: tutti possiamo dichiarare di aver trovato le soluzioni per risolvere un problema, ma nell’Italia di oggi sono le risorse per finanziare le idee medesime il vero problema. Dire questa è la soluzione e non indicare la strada per realizzarla fattivamente è solo un atto privo di senso politico e non mi sento di avallare un comportamento che sa tanto di tecnicismo mediatico”.

Picciolo conclude ricordando quanto avevamo già scritto e, a dire il vero, anche l’assessore De Cola ci aveva spiegato (vedi correlato), indipendentemente dal comunicato emanato dall’Ufficio Stampa di palazzo Zanca. E cioè che “le uniche vere novità per la risoluzione della telenovela viadotto Ritiro si potranno avere solo dalla riunione indetta dalla protezione civile per lunedì a Messina. In quella sede si capirà se, come e soprattutto quando verrà realizzata la famosa bretella che dovrebbe permettere di oltrepassare il viadotto Ritiro, dando così modo al Cas d’intervenire e mettere in sicurezza l’importante arteria autostradale senza bloccare, con le conseguenze immaginabili, il traffico gommato verso Villafranca, deviandolo su una strada statale piena di ponti e viadotti realizzati nel dopoguerra dagli alleati”.