Il prof. Ricciardi: “Il giunto collegato all’attuale viadotto Ritiro sarebbe pericoloso”

“Anas aveva calcolato l’installazione di un giunto largo 55 centimetri. La verifica ha dato esito positivo solo nell’ipotesi in cui gli impalcati del viadotto Ritiro fossero sicuri. Non è affatto così, anzi il Ritiro non ha neanche ritegni sismici, per cui ogni calcolo è privo di ogni significato. Gli impalcati sono solo appoggiati sulle pile e, in caso di sisma, possono scivolare perché non sono bloccati. Di conseguenza installare un giunto di collegamento con lo svincolo di Giostra non ha mai avuto senso, anzi sarebbe molto pericoloso se non andasse di pari passo con l’adeguamento sismico del Ritiro”.

Parole del prof. Giuseppe Ricciardi, responsabile della convenzione, per conto dell’Università, stipulata il 27 settembre 2011 con il Comune e l’Anas, per lo studio della “Valutazione degli effetti della interazione tra la struttura del viadotto Ritiro ed i viadotti dello svincolo di Giostra”. La relazione fu consegnata il 20 luglio 2012. Pochi giorni dopo, il 3 agosto, l’allora ing. capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca, sulla base di quello studio dichiarò al nostro giornale che montare il giunto sarebbe stato “da irresponsabili” (vedi correlato). E’ questo il motivo per cui il 15 maggio 2013 lo svincolo di Giostra fu aperto solo in entrata ma non in uscita. Fallita anche la prospettiva della procedura d’urgenza, i lavori rientreranno nell’ambito dell’appalto di adeguamento sismico del viadotto Ritiro, che potrebbero partire nel prossimo mese di luglio, dopo oltre due anni di fermo.

La discussione era stata riaperta lo scorso 24 aprile, tramite un’altra intervista rilasciata al nostro giornale stavolta dall’attuale ing. capo del Genio Civile, Leonardo Santoro, secondo cui tre anni fa era possibile, anzi doveroso, montare il giunto e aprire lo svincolo anche in uscita. Idea ribadita anche la scorsa settimana (vedi altri correlati).

Per questo siamo andati a chiedere il parere di chi quel “famoso” studio lo ha coordinato. Ed il prof. Ricciardi conferma che, in base alle condizioni del Ritiro, si è agito nel modo corretto. “Con l’ing. capo Leonardo Santoro abbiamo avuto modo spesso di discutere sull’argomento – afferma – e ci siamo trovati d’accordo sul fatto che la soluzione giunto era perseguibile solo se applicata temporaneamente. Montare il giunto in via definitiva sarebbe stato come dare una stampella di plastica ad uno zoppo. Magari per qualche tempo avrebbe assolto alla sua funzione ma c’era il grave rischio che si rompesse, creando più danni del beneficio. E poi avrebbe avuto senso spendere tanti soldi per una soluzione temporanea quando invece esiste un’alternativa definitiva ben più valida sotto gli occhi di tutti? Alla fine credo che sia stata fatta la scelta giusta, quella di collegare i viadotti dello svincolo con la collinetta antecedente al Ritiro”.

Indipendentemente dall’aspetto economico, che comunque è da tenere in debita considerazione, le enormi perplessità del prof. Ricciardi riguardano proprio l’aspetto tecnico. “Il giunto proposto da Anas, largo 55 centimetri, non era forse adeguato. Probabilmente ne serviva uno più largo ma non abbiamo mai avuto modo di poterlo verificare direttamente, poiché mai ci sono state fornite informazioni sul progetto delle rampe dello svincolo. Tuttavia posso affermare che, a mia conoscenza, non esiste neanche una struttura che abbia un giunto di quelle dimensioni, considerata anche la necessaria lunghezza di 273 metri. Ci ritroviamo con due impalcati accostati, quello del Ritiro e quello di Giostra, che sono indipendenti e diversi, realizzati in tempi diversi e con una concezione strutturale diversa. Quelli del Ritiro sono solo appoggiati sulle pile e non c’è corrispondenza tra le pile e le campate accostate dei due impalcati. Vale a dire che una pila dello svincolo è accostata ad una campata del Ritiro e viceversa. In corrispondenza delle pile il giunto troverebbe un punto rigido ma in corrispondenza delle campate tenderebbe a torcersi pericolosamente con possibili gravi conseguenze per la sicurezza stradale”.

Soluzione temporanea corretta, infine, anche il restringimento del viadotto Ritiro ad una corsia: “I calcestruzzi – conclude il prof. Ricciardi – hanno manifestato valori di resistenza molto variabili e la struttura non soddisfa le condizioni di sicurezza anche in uno scenario di solo carico da traffico, tant’è che il progetto di miglioramento ha previsto la sostituzione degli impalcati. Questo perché, nell’ipotesi di stazionamento dei carichi veicolari su entrambe le corsie, la probabilità di collasso, calcolata con le procedure convenzionali previste dalla norma, supera le soglie di sicurezza prefissate dalla stessa”.

(Marco Ipsale)