La Caritas paga l’affitto per una famiglia. Le altre trovano ospitalità dai parenti

Un lieto fine. Una buona notizia per la famiglia Lombardo, tra quelle che per più di una settimana hanno dormito a Palazzo Zanca in seguito allo sgombero delle Case Zancle avvenuto il 18 Aprile. Andrà a vivere in un appartamento in Via Monte Scuderi, una parallela del Viale Giostra e il disagio di non avere un tetto, per genitori e figli, sarà un brutto ricordo. Almeno per sei mesi. L’alloggio è stato messo a disposizione da un dipendente comunale, per l’affitto è stato stabilito un prezzo di favore ed a pagarlo – almeno per i primi sei mesi, appunto – ci penserà la Caritas Diocesana. Martedì pomeriggio la famiglia è stata accompagnata a visitare l’appartamento, che è stato ritenuto idoneo. Stipulato l’accordo, dunque, tra proprietario e Caritas, ai Lombardo non resta che prenderne possesso. Il trasferimento dovrebbe avvenire tra domani e dopodomani, giusto il tempo di sistemarlo in modo adeguato. Nel frattempo a Palazzo Zanca non è rimasto più nessuno. Andata già via la famiglia Lombardo, gli altri due nuclei famigliari – Fusco e Rolla – hanno trovato una momentanea sistemazione presso dei parenti. Per loro si sta studiando un'altra soluzione. Un aiuto potrebbe arrivare da una norma che rientra nel regolamento della solidarietà sociale, che consentirebbe una sorta di sussidio straordinario in casi di estremo disagio e provata necessità. Si sono interessati al caso di queste famiglie, fin dal primo giorno della disperata occupazione del Comune, ed hanno lavorato, sopra tutti, per trovare una soluzione il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Previti, insieme ai consiglieri comunali Emilia Barrile e Nicola Cucinotta del Partito Democratico.

Quando, il 18 Aprile, è avvenuto lo sgombero di otto famiglie abusive dal complesso delle Case Zancle di rione Tremonti, nessuno poteva immaginare il seguito che avrebbe avuto quel gesto. Mentre i legittimi assegnatari non vedevano l’ora di prendere possesso degli appartamenti, lamentandosi anche di non aver avuto più notizie al riguardo – “dopo tanto tempo e tanti sacrifici non abbiamo saputo più nulla” dichiarava con amarezza uno degli assegnatari – tre delle otto famiglie sgomberate andavano a stabilirsi nei corridoi di Palazzo Zanca, facendo esplodere, così, la grave problematica sociale di cui erano esempio. Un problema, quello degli alloggi popolari, che varie negligenze burocratiche, negli anni, non hanno fatto altro che aggravare, trasformando l’assegnazione dei pochi alloggi disponibili – solo 25 in un anno – in una vera e propria guerra tra poveri. A tutto questo si aggiunse la particolare situazione di due delle otto famiglie – Del Miglio e Rolla – che sarebbero state sgomberate pur non essendo, nei fatti, abusive. La famiglia Rolla è stata riconosciuta avente diritto, l’altra, Del Miglio, avrebbe dalla sua parte una sentenza del giudice che la dichiara altrettanto legittimata ad avere un alloggio.

Al di là dei cavilli burocratici, spicca su tutto il dramma sociale, in una città dove il volontariato è costretto a supplire alle carenze delle istituzioni. Una delle madri, seduta sui divanetti innanzi al Salone delle Bandiere, faceva notare ai giornalisti, quasi due settimane fa, che erano lì non per prepotenza, ma perché “il Comune è la casa di tutti i cittadini”. Se c’è un lato positivo in tutta questa vicenda, è l’avercelo fatto ricordare … (Eleonora Corace)