Berlusconi sogna la Sicilia del 61 a 0 e il Pd pensa al patto di desistenza

Si aggiungono altri tasselli definitivi al mosaico delle candidature nei vari partiti in vista delle politiche. Sarà il leader messinese di Fli Carmelo Briguglio il secondo in lista, subito dopo Fini, alla Camera in Sicilia Orientale. Con lui correranno in lista anche i consiglieri comunali Nello Pergolizzi e Giuseppe Trischitta ed il consigliere provinciale Nuccio Ricciardello. I finiani, come anche a livello nazionale, presentano la lista solo nei due collegi della Camera, dal momento che al Senato ci sarà l’unico listone con Monti e Udc.

"Siamo l'ala sociale della coalizione Monti" ha dichiarato Carmelo Briguglio nel corso del suo intervento-ed integreremo l’agenda Monti con un’agenda Fini. Noi di Futuro e Libertà rappresentiamo una destra europea, repubblicana e riformista attenta ai problemi del ceto medio, dell’occupazione e delle categorie più deboli a cominciare dai giovani”.

Il capolista nei due collegi della Camera è Gianfranco Fini (che opterà per altri collegi), quindi in teoria secondi, ma capolista “in pectore” sono Briguglio in Sicilia Orientale e Fabio Granata in Sicilia Occidentale. Nel corso della manifestazione al Royal sono intervenuti il nuovo coordinatore provinciale Nuccio Ricciardello, il consigliere provinciale Enzo Calabrò e i consiglieri comunali Nello Pergolizzi e Pippo Trischitta che saranno candidati a Montecitorio nella testa di lista dei finiani.

Intanto Silvio Berlusconi scommette tutto sulla Sicilia, grazie alla ritrovata unione tra le varie anime: "In Sicilia c'é bisogno di un voto che ricordi quel 61 a 0 di qualche anno fa” ha dichiarato oggi l’ex premier ad Antenna Sicilia, ricordando la disfatta della sinistra ad opera di Gianfranco Miccichè, poi perduto per strada e “riabbracciato” soltanto nei giorni scorsi. Grazie a questa compattezza, secondo l’ex Presidente del Consiglio Grillo dovrebbe scendere nei consensi ed attestarsi al 10%.
"Finalmente in Sicilia si è fatta strada il buon senso che é mancato negli accordi che dovevano esserci per le Regionali- ha dichiarato- Con il mio intervento i contrasti si sono appianati e i moderati si presentano compatti. Era questione tutta siciliana legata a personalismi, in cui non c'entra niente l'atteggiamento del Pdl a livello nazionale. Angelino Alfano con una telefonata piena di gioia mi ha comunicato che sono stati firmati tutti gli accordi con piena soddisfazione da parte di tutti". Sulla candidatura di Marcello Dell’Utri non si sbilancia perché sarà il Comitato di presidenza a decidere sui casi ancora “incerti”, ma sottolinea che verranno esclusi solo quanti hanno una condanna definitiva mentre le altre situazioni saranno decise dalla Commissione. Immancabile la frecciata verso Antonio Igroia, attuale leader di Rivoluzione civile, “E' sotto gli occhi di tutti quello che è successo con Ingroia che è sceso in politica e che per diversi anni ha tenuto in mano inchieste delicatissime sulla mafia e le ha portate avanti con la sua testa di uomo dell'estrema sinistra".
Raggiunto l’accordo tra le varie liste che strategicamente “confluiranno tutte verso lo stesso mare”, da Grande Sud a Pds passando per Fratelli d’Italia e a La Destra, adesso Alfano sta esaminando, insieme ai vertici del partito ed ai coordinatori di tutte le Regioni le singole liste. Se ne saprà di più domani. Per quel che riguarda i messinesi in pole position dovrebbe esserci Enzo Garofalo, forte di un ottimo lavoro sul campo fatto in questi anni. Da decidere la discesa in campo di Santi Formica o Giuseppe Buzzanca. In discussione il posto di Mimmo Nania, che ha più legislature alle spalle.

La prova che il rinnovato vigore di Berlusconi inizia a preoccupare il Pd è data da quanto spiega il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, al di là dei sondaggi che danno Bersani col vento in poppa: “Dario Franceschini- ha raccontato il primo cittadino- mi ha contattato questa mattina a nome del Pd e mi ha proposto un accordo di desistenza. In sostanza mi ha chiesto di non presentare le nostre liste in regioni chiave quali la Sicilia, la Campania e la Lombardia. Credo siano molto preoccupati per la continua crescita della nostra lista 'Rivoluzione civile' ".

Collaterale alla preoccupazione per la crescita della lista di Ingroia che andrebbe a drenare voti al Pd è il timore della strategia berlusconiana proprio in Sicilia, perché è proprio dalla nostra isola, anche grazie al sistema dei resti, che l’ex premier si gioca la battaglia per la rimonta, soprattutto al Senato.

La Sicilia del 61 a 0 ovviamente gli è rimasta nel cuore e anche solo “ritrovarla” alla lontana costituirebbe un risultato. Per farlo non basta scommettere di nuovo sui vecchi protagonisti ma anche il “fuoco amico” interno al centro-sinistra farà la sua parte. O almeno così la pensa il Pd.

Rosaria Brancato