Il M5S non presenta liste per i Consigli di quartiere: “Rispettiamo la legge”

Il M5S non presenta liste né candidati ai Consigli di circoscrizione. L’ottica è quella del rispetto della legge e soprattutto quella del risparmio.

“Abbiamo letto attentamente la normativa e la documentazione- spiega la candidata sindaco Maria Cristina Saija- e siamo giunti alla conclusione che, poiché Messina ha una popolazione di 243.362 abitanti rientra tra i quei Comuni che, in base alla legge, non può avere Consigli di circoscrizione”.

Carte alla mano basta andare a leggersi la Finanziaria del 2010 e le successive integrazioni per scoprire che, oltre alla riduzione del 20% sul numero di assessori e consiglieri sono previste rigide soglie per la suddivisione in quartieri. I Comuni con popolazione dai 30 mila ai 250 mila abitanti non possono prevedere Consigli circoscrizionali con tanto di consiglieri pagati.

“La Regione Sicilia non ha applicato questa norma- continua la Saija- sostenendo che non è stata ancora recepita nel regolamento, mentre invece ha accolto le altre riduzioni. Noi non condividiamo quest’impostazione che comporta un aumento smisurato delle spese pertanto non presentiamo alcun candidato alle circoscrizioni ed invitiamo gli altri partiti a fare altrettanto”.

Il risparmio per le casse messinesi sarebbe notevole. Attualmente, dopo la prima riduzione le circoscrizioni sono 6 ed i consiglieri sono scesi dai precedenti 18 per Consiglio a 16, per un totale attuale di 102 consiglieri complessivi. L’indennità media di un consigliere di quartiere a Messina supera di poco gli 800 euro mensili, mentre un presidente arriva ai 1.500 euro. Ogni anno, tagliando questi costi, a Messina sarebbe risparmiato un milione e mezzo di euro.

In realtà i grillini non abolirebbero l’istituzione di un organo periferico, ma l’indennità stessa, dal momento che, è questo è evidente ed è il senso della loro nascita, le circoscrizioni rappresentano il primo punto di riferimento dei cittadini sul piano territoriale.

“La nostra idea è quella di realizzare organi consultivi composti da volontari a titolo gratuito che abbiano funzioni propositive, esprimano pareri, richiedano incontri e suggeriscano tematiche agli amministratori e collaborino con le associazioni e i comitati che operano sul territorio”.

Non si comprende bene come dovrebbero essere formati questi organismi, con quale meccanismo, ma l’idea è quella di non procedere attraverso elezioni. Proprio per questo non ci saranno candidati grillini alle amministrative per quel che riguarda le circoscrizioni. Una manna dal cielo per i partiti tradizionali che a questo punto non solo non accoglieranno la proposta ma non avranno i temibilissimi candidati dei 5stelle con cui confrontarsi e che avrebbero sicuramente rappresentato uno scoglio di non facile superamento.

Alla conferenza stampa di oggi erano presenti anche la deputata regionale del movimento Valentina Zafarana, i parlamentari Francesco D’Uva, Alessio Villarosa e Giulia Grillo. Ad aprire l’incontro è stata la Zafarana che si è soffermata sul contributo del M5S al Bilancio regionale appena varato dall’Ars. Nell’isola del “modello Sicilia” infatti i grillini riescono di volta in volta a portare risultati importanti per il cambiamento, finendo con l’ottenere l’adesione di altri partiti su alcune iniziative. E’ grazie agli emendamenti dei 5stelle che adesso la Sicilia ha la legge sul microcredito per le imprese (nei prossimi giorni sarà varato il regolamento) nel quale sono confluite oltre alle somme delle indennità che i deputati del movimento si sono tagliati anche un milione di euro stanziato dalla Regione. Il taglio alle auto blu, che restano solo per la giunta e il presidente dell’Ars, porta la firma del M5S, così come la riduzione del 10% delle indennità dei manager della sanità.

“Abbiamo vinto alcune battaglie, altre le abbiamo perse-ha spiegato la Zafarana- come quella della tabella H che è rimasta nonostante le nostre proteste”.

Il governatore ha annunciato che la tabella H, ancora in vita sebbene non scoppi più di salute come negli anni scorsi, sarà cancellata. Nel frattempo, anche per quest’anno, i deputati hanno portato a casa tesoretti per le loro associazioni di riferimento. I parlamentari si sono invece soffermati sul lavoro che si sta iniziando a Roma “Non ci fidiamo per niente di chi, dopo aver fatto le leggi adesso se le rimangia e cerca di modificarle facendo finta di scordare che sono opera loro”, ha spiegato Alessio Villarosa, con chiaro riferimento alle norme legate alla legge Fornero o al Fiscal Compact che Pd e Pdl e Udc hanno ampiamente sostenuto salvo adesso iniziare a ripensarci.

Rosaria Brancato