E’ rivolta contro la nuova rete ospedaliera. Nel mirino governo regionale e nazionale

Contro la nuova rete ospedaliera ipotizzata dall’assessore Gucciardi per adeguarsi ai diktat della Balduzzi e di Roma è rivolta in tutta l’isola.

I dettagli saranno resi noti mercoledì in Commissione sanità ma già a Messina si affilano le armi contro quello che sarà un vero e proprio smantellamento, dai presidi di Pronto soccorso, alle rianimazioni, ai nosocomi di Barcellona, Mistretta, Taormina, passando per la beffa Ircss-Piemonte.

A caldo le reazioni di ieri dei deputati regionali di Forza Italia Santi Formica e Bernardette Grasso, del nazionale Alessio Villarosa, M5S, del sindaco di Barcellona Roberto Materia, del senatore Bruno Mancuso (che però una telefonata al ministro Lorenzin dovrebbe farla….).

Adesso a scendere in campo sono Cisl e Uil pronti ad azioni eclatanti, il capogruppo regionale di Sicilia Futura Beppe Picciolo che scrive a Renzi, il deputato regionale Ncd Nino Germanà, infine l’Anaao-assomed.

Tutti, deputati e sindacati si chiedono come sia stato possibile che, dopo la battaglia per la legge 24, il nuovo Piano della rete ospedaliera ne vanifichi ogni portata. Ma la battaglia, come sottolinea Picciolo, si deve spostare a Roma, sul tavolo del ministro Lorenzin, perché la Balduzzi, così applicata, farà morire la sanità nell’isola.

“Siamo esterrefatti rispetto all’atteggiamento dell’assessore alla salute Baldo Gucciardi, il quale meno di un mese addietro pubblicava i decreti attuativi della legge 24 che di fatto salvava l’ospedale Piemonte- scrivono Pippo Calapai e Mario Macrì, Uil-Fpl- Oggi apprendiamo che la nuova Rete ospedaliera decapita il Pronto soccorso perché taglia in maniera indiscriminata dei reparti. Di fronte al teatro dell’assurdo proposto da questo governo regionale intendiamo promuovere nuove iniziative. Ci auguriamo che vi sia una levata di scudi corale da parte di chi ha sostenuto la legge 24 ‘salva-Piemonte’. Non comprendiamo come l’assessore possa eliminare dei reparti con un colpo di spugna quando la fusione del Piemonte con il Nerurolesi è stata avallata da una legge regionale approvata dall’Ars”. La UilFpl chiede che in attesa di capire quale forma prenderà la rete ospedaliera e l’entità dei tagli, vengano congelati i contratti di chi , al Piemonte, ha optato per l’Ircss piuttosto che per il Papardo.

Duro il commento da parte del segretario generale Cisl Tonino Genovese e dei segretari delle federazioni del Pubblico Impiego e dei Medici Calogero Emanuele e Gianplacido De Luca: “Devastanti i tagli ai servizi essenziali ed ai presidi della provincia, da Barcellona a Mistretta. Forse l’assessore non conosce l’orografia del territorio di Mistretta che dista oltre 50 chilometri dall’ospedale di Sant’Agata Militello e oltre 70 da quello di Cefalù, con una rete stradale assai precaria. L’ ospedale di Mistretta è destinato allo smantellamento che, dopo aver subito la chiusura del punto nascita, e ora verrebbe privato anche del pronto soccorso. La chiusura del Pronto Soccorso del Cutroni Zodda di Barcellona collassa il Fogliani di Milazzo che, con i suoi oltre 50 mila accessi anni, dovrebbe farsi carico di ulteriori 25 mila accessi del barcellonese. Anche il lavoro di oltre due anni per mettere in sicurezza i servizi dell’Ospedale Piemonte, viene vanificato dalle scelte improprie ed inopportune operate dall’assessore Gucciardi. Oggi viene certificato il depotenziamento e ridimensionamento di quel famoso Polo d’eccellenza di riabilitazione e il mantenimento del Presidio d’emergenza che doveva dare certezza a continuità ai bisogni della collettività”.

La Cisl chiede alla deputazione di battersi non solo a Palermo ma anche a Roma.

Proprio oggi ad Agrigento Beppe Picciolo consegnerà la lettera indirizzata al premier e che riguarda l’intera questione della rete ospedaliera e non solo il territorio messinese.

“Da medico impegnato in politica ed in commissione parlamentare regionale Sanità da quasi 9 anni conosco la storia recente del settore specifico in Sicilia. Conosco il disastro economico e gestionale da cui venivamo, gli oltre 300 milioni annui di mobilità passiva che pagavano alle regioni del Nord, i tripli primariati e doppioni di reparti pressoché inutili ed improduttivi. Da due anni i conti della sanità regionale, sono in attivo di oltre 200 milioni di euro. La mobilità passiva più che dimezzata, l'offerta sanitaria strategica razionalizzata al meglio. Interverrebbe adesso "ope legis" il DM 70 ( Balduzzi/ oggi Lorenzin) che impone alla Sicilia un’ ulteriore e drastica riconversione della organizzazione sanitaria che costringerà l'Assessore in carica, che l'obbligo di applicare una legge dello Stato ad intervenire in danno di un territorio che iniziava a vedere i risultati di un "piano di rientro" ministeriale adottato in modo quasi esemplare. L'applicazione del DM 70 provocherà una ingiustificata mortificazione del territorio regionale, una nuova rivisitazione delle piante organiche aziendali,la chiusura di parecchi reparti. Il rischio è che ricomincino i cosiddetti "viaggi della speranza" verso il Nord, forse a favore dei soliti poteri forti che gestiscono la sanità nazionale. Per questi chiediamo il diritto alla autodeterminazione di una Regione, peraltro ad oggi ancora a Statuto Speciale, che ad invarianza di spesa, senza un euro di costi aggiuntivi per il tuo Governo, vorrebbe completare una riforma sanitaria che ha dato ottimi ed indiscutibili risultati”. Picciolo spiega che il Balduzzi può avere ragion d’essere in realtà come quella del Piemonte o dell’Emilia che hanno già un’organizzazione strutturata del territorio, infrastrutture viarie adeguate, e sono esempi pilota per il Paese. In Sicilia non è così. “Creiamo un sistema infrastrutturale efficiente, un sistema sanitario capillare che giunga nelle periferie come nei grandi centri, dotiamo il Sistema del servizio di elisoccorso h24 a tutto il territorio o di una rete di PTE perfettamente funzionante h24 e poi potremo discutere di ulteriori ridimensionamenti. Spiega ai tuoi ministri della Salute e del MEF che le riforme si costruiscono a misura di un paese e non penalizzando i più deboli a favore dei soliti noti!”

Ad evidenziare le penalizzazioni in arrivo per l’Ircss-Piemonte è il deputato regionale Ncd Nino Germanà: “La proposta dell'assessore entra in pieno contrasto con la norma varata dal Parlamento Siciliano che ha legiferato con grande chiarezza e trasversale condivisione, nell'interesse del territorio e delle sue esigenze primarie.

Così facendo ridurremmo l'IRCCS ad un semplice presidio di base, smembrando di fatto l’Ospedale Piemonte che, rispetto al decreto presidenziale, ha visto chiusi i reparti di Anestesia, Cardiologia, Utic, neurologia e addirittura i 4 posti per gli Hanseniani riconosciuti da uno speciale decreto ministeriale, riducendo i posti letto per acuti da 51 a 23 +7 di astanteria. Porteremo avanti quanto sostenuto sino ad oggi: la creazione di un Polo del Mediterraneo così come immaginato dalla cittadinanza, da tutti i parlamentari e dal ministro della salute quando fu avviato il progetto IRCCS-Piemonte". Germanà avrà un incontro nei prossimi giorni con il Ministro Lorenzin per chiarire la situazione.

Infine l’Anaao-Assomed Sicilia che pur valutando positivamente alcuni aspetti della proposta Gucciardi, come ad esempio la soluzione del problema del precariato, stigmatizza le penalizzazioni di alcuni territori, compresa Messina.

Rosaria Brancato